Sudan and conflicts zones.

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Tuesday 28 April 2009

Darfur parlementano a QatarJEM,SLM,URF


Sudan/ Approvato censimento, aperta via per elezioni fine anno
Popolazione complessiva di 39 milioni e 150.000 abitanti

postato 13 ore fa da APCOM
ARTICOLI A TEMA
Sono stati approvati dal governo del Sudan i risultati del primo censimento nazionale dal 1956, considerato un passaggio cruciale in vista delle elezioni presidenziali e legislative in programma entro fine anno. Lo riferisce l'agenzia Misna citando fonti di stampa locali. Secondo il ministro per gli Affari presidenziali, Bakri Hassan Saleh, il censimento indica una popolazione complessiva di 39 milioni e 150.000 abitanti. Nessuna informazione è stata diffusa sul peso demografico delle varie regioni, in particolare del Darfur, dell'area settentrionale dove sorge Khartoum e del Sud Sudan, entità amministrativa autonoma sulla base degli accordi che nel 2005 posero fine a un conflitto civile ultraventennale. In febbraio, un quotidiano locale aveva sostenuto che il censimento fissava a cinque milioni la popolazione della capitale, a sette milioni e mezzo quella del Darfur e a otto milioni e 200.000 quella del Sud. Queste indiscrezioni avevano suscitato la reazione negativa di alcuni amministratori della regione meridionale, non disposti a riconoscere un censimento che calcolasse il valore demografico del sud in meno di un terzo della popolazione nazionale.
Sudan: Darfur, colloqui di pace in corso in Qatar
aprile 27, 2009
Non c’è il Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (Jem) tra i gruppi ribelli della regione del Darfur che ieri hanno avviato trattative con il governo del Sudan.
Alle riunioni, che si svolgono in Qatar, partecipano tre fazioni dell’Esercito di liberazione del Sudan (Sla), le Forze rivoluzionarie unite (Urf) e un’ala minoritaria del Movimento per la giustizia e l’uguaglianza.
Secondo il portavoce di una delle fazioni dell’Esercito di liberazione del Sudan, l’obiettivo dei colloqui è raggiungere “una soluzione unanime” al conflitto che attraversa il Darfur dal 2003.
L’avvio delle trattative segue l’annuncio da parte del Jem dell’interruzione dei contatti con il governo, accusato per altro dell’espulsione di alcune organizzazioni non governative straniere impegnate in Darfur nell’assistenza di sfollati e rifugiati.
Il provvedimento ha rappresentato una risposta al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei confronti del presidente sudanese Omar Hassan el-Beshir, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità in relazione al conflitto.
Ieri, a confermare le difficoltà del processo di pace in Darfur sono state anche le 11 condanne a morte comminate da un tribunale sudanese nei confronti di militanti del Jem: gli imputati avrebbero partecipato all’incursione che nel maggio scorso provocò oltre 200 vittime a Omdurman, la città che guarda Khartoum dall’altra riva del Nilo.

» 2009-04-26 17:33
Darfur: Egitto invia medici
Per ovviare alle carenze nell'assistenza dopo espulsione Ong
(ANSA) - IL CAIRO, 26 APR - L'Egitto inviera' una quarantina di medici nel Darfur per contribuire ad ovviare alle carenze nell'assistenza alle popolazioni. A causarle l'espulsione di 13 Ong internazionali, decisa da Khartum il 4 marzo scorso, subito dopo il mandato d'arresto per crimini di guerra e contro l'umanita' a carico del presidente sudanese, Omar el Bashir. La partenza del convoglio e' stata annunciata per il 28 aprile, con l'obiettivo di rimediare alle ricadute umanitarie del problema nel Darfur.



Sudan/ Forti proteste contro il progetto di riforma della stampa
di Apcom
Prevede costose ammende e chiusura di giornali
Khartoum, 27 apr. (Apcom) - Un progetto di riforma della stampa ha suscitato una levata di scudi in Sudan, dove i giornali vengono già controllati ogni sera dai censori di Stato. Il più grande Paese africano vanta una trentina di testate in uscita ogni giorno in arabo e in inglese, rappresentanti diverse tendenze politiche. Tuttavia, ogni sera, gli "editori di Stato" passano nelle redazioni dei giornali per eliminare quanto viene ritenuto sensibile per il governo. Una censura che non riguarda i corrispondenti stranieri. In questo contesto, il progetto di legge per la carta stampata presentato la settimana scorsa all'Assemblea nazionale sudanese prevede ammende fino a 50.000 dinari sudanesi (21.500 dollari Usa) contro pubblicazioni o giornalisti ritenuti colpevoli di infrazione e riconosce al Consiglio della stampa il potere di chiudere i giornali. Nel testo non vengono però precisate le infrazioni a cui si fa riferimento. Il progetto di legge ha suscitato la ferma opposizione di tutte le redazioni di giornale, anche perchè presentato a un anno dalle elezioni regionali, legislative e presidenziali, in programma nel febbraio 2010. Cinquantamila dinari sudanesi sono "una somma enorme", ha detto Moheddine Titawi, Presidente dell'Associazione dei giornalisti sudanesi, che ha bollato come "ingiusti" i poteri accordati al Consiglio della stampa, la cui indipendenza non è garantita dal progetto di legge. "Questo progetto di legge si concentra soltanto su misure punitive, non tratta della libertà di espressione e del diritto dell'opinione pubblica di essere informata", lamenta Mohammed Abd al-Qadir, membro del comitato di redazione del quotidiano filo-governativo Al-Rayy al-Aaam (L'opinione pubblica). Anche l'organizzazione Human Rights Watch (Hrw) ha criticato il progetto di legge, denunciando le "misure rigide" previste nel testo per la registrazione dei mass media, le sanzioni costose per infrazioni "vaghe" e un Consiglio della stampa "senza indipendenza". "Questo progetto di legge richiede molti emendamenti - ha detto Yasir Arman, capogruppo in Parlamento del Movimento per la liberazione popolare del Sudan (Splm) - come possiamo andare alle elezioni senza una stampa libera?". I mezzi di informazione hanno già denunciato più interventi censori da parte del governo dopo il mandato di arresto spiccato il 4 marzo scorso dalla Corte penale internazionale dell'Aia (Cpi) contro il Presidente Omar al Bashir, accusato di crimini di guerra e contro l'umanità in Darfur. "Prima, i censori ci proibivano di pubblicare articoli su determinati argomenti. Ora ci chiedono perché non abbiamo coperto la visita di Bashir (all'estero) o le manifestazioni filo-Bashir. Vogliono imporci un programma", ha dichiarato Al-Haj Ali Waraq Sid Ahmad, direttore del quotidiano Ajras al-Huriyya (Le campane della libertà). "A causa della censura, la gente di Khartoum non sa quello che accade in Darfur", ha aggiunto, arrotolando sigaretta su sigaretta nei locali del giornale a cui il governo ha vietato per tre giorni l'uscita in edicola, a metà aprile. I parlamentari sudanesi potrebbero anche presentare delle prossime settimane una legge sulla sicurezza nazionale datata 1999, che prevede, tra le altre cose, di riconoscere all'intelligence il diritto di censurare i giornali prima della loro pubblicazione. (fonte Afp)

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