Sudan and conflicts zones.

Sudan and conflicts zones.

Thursday 31 December 2009

Svolta!!!


Darfur - Il mercato di El Fasher torna a vivere
di Francesca Bianchi - Dec 24th, 2009 Categoria Esteri, Ultimissime.
Il mercato di El Fasher, capitale del Darfur settentrionale, riprende vita e la regione, che era in ginocchio per le violenze degli ultimi anni, sembra tornare alla normalità.
Disordini, banditismo e completa mancanza di sicurezza avevano reso impossibile qualsiasi scambio di beni. Le merci non potevano entrare in Darfur ed era pericoloso qualsiasi spostamento.
La presenza di merci e acquirenti nel mercato di El Fasher è un indicatore di stabilità molto significativo.
Il mercato è un importante centro di scambi commerciali. Le regioni limitrofe hanno ripreso i contatti economici sostenute anche da accordi economici siglati da El Al-Tayeb Gaddal, ministro delle Finanze dello Stato del Nord Darfur. Gli esportatori di merci in particolare sono il Darfur meridionale, il Ciad e la Libia.
Anche l’orario di apertura è significativo. Non esiste più un coprifuoco, è possibile vendere e acquistare fino al tramonto.
Sui banchi o esposte sulle stuoie sono disponibili frutta e verdura, vestiti, profumi e altri prodotti.
Si inaugurano anche le prime aperture di caffetterie e ristoranti. Increbile miracolo, segno concreto del fatto che il miglioramento dello stato di sicurezza generale e della situazione umanitaria stanno avendo un effetto positivo su tutto il sistema economico e commerciale.
Sono stati avviati accordi per rilanciare il settore agricolo, nello Stato che gode di terre fertili e di risorse idriche ingenti. Il Darfur è un territorio esteso, comprende il 20% della superficie totale del Sudan, ed è molto ricca anche di minerali e petrolio.
La regione, per decenni, è stata una fonte economica importante per la popolazione sudanese, ma la guerra civile ha portato miseria e abbandono ovunque. Sei anni di guerra civile hanno costretto oltre 2,7 milioni di persone a lasciare le loro case. Molti di loro sono diventati Internally Displaced Person (IDP), nomadi costretti a spostarsi in continuazione per evitare le conseguenze del pesante clima di violenze e soprusi nel Paese.
Francesca Bianchi
Ora il governo deve fare pace ma prima grantire la terra sequestrata e grantire la salva securezza per il sfolati e aprire le scuole frae piano dsviluppo totale per i Darfuriani.................azim

Wednesday 30 December 2009




Auto & Moto
A gennaio al via "Overland 12" A Torino consegnate le chiavi delle vetture Iveco
Leggi anche gli altri articoli di Auto & Moto
di Patrizia Mercadante
ieri, 29 dicembre 2009 15:02
Si è svolta nei giorni scorsi presso il quartiere generale di Iveco a Torino la consegna dei mezzi per la spedizione Overland 12. Il Senior vice president Sales & Marketing di Iveco, Franco Miniero ha consegnato a Beppe Tenti, fondatore e responsabile di Trekking International, le chiavi dei veicoli che prenderanno parte alla nuova avventura in partenza ai primi di gennaio alla volta dell’Africa.
La flotta è composta da 6 veicoli nella classica livrea color arancione che li ha resi famosi, a cominciare dai due mitici “musoni” 330.30 ANW 6×6 che sono stati ricondizionati dopo tante spedizioni e più di 250.000 km. Sono il veicolo mensa e quello dormitorio, riammodernati anche negli allestimenti interni.
A questi si uniscono quattro veicoli della nuova gamma Iveco: un Trakker 6×6 allestito dalla Sperotto adibito ad officina, un Daily 4×4 a cabina doppia con box di Onnicar, dedicato ad ospitare attrezzature e persone che saranno protagoniste di iniziative di solidarietà durante la spedizione e due Massif a 5 porte allestiti da TruckTech per il trasporto del team di Trekking International.
Overland 12 prevede un itinerario di 47.000 km attraverso l’Africa. Partendo da Genova raggiungerà la Spagna e quindi il Marocco e da lì attraverserà il Sahara Occidentale, la Mauritania, il Mali, la Guinea Conakry, la Sierra Leone, la Liberia, la Costa d’Avorio, il Ghana, il Togo, la Nigeria, il Benin, il Cameroun, il Gabon, la Repubblica Democratica del Congo, l’Angola, la Namibia, il Sud Africa, il Boswana, lo Zambia, il Burundi, il Rwuanda, e risalendo il continente arriverà in Ciad, Uganda, Kenya, Etiopia, Sudan ed Egitto, per poi rientrare in nave in Italia.
L’arrivo della spedizione è previsto a maggio e sarà celebrato a Roma.
“Per noi Overland è qualcosa di più che una semplice avventura - ha commentato Franco Miniero - in cui i nostri veicoli sono protagonisti di imprese incredibili, alla ricerca di nuovi limiti per superarli. E’ un evento per gli appassionati e non solo, che unisce il fascino dell’avventura a iniziative umanitarie e di solidarietà, esprimendo una grande energia positiva, proprio come quella che noi mettiamo nelle nostre attività di tutti i giorni. Ecco perché siamo felici di accompagnare con i nostri mezzi questo nuovo viaggio dell'equipe di Beppe Tenti”.
Ci saro a Roma per vedere la loro partenza........................................azim



29/12/2009 15.07.57Dal Sudan prime esportazioni di biocarburante verso l’Europa
È diretto al porto europeo di Rotterdam, in Olanda, il primo carico di etanolo prodotto per l’esportazione dall’impianto per la fabbricazione di biocarburanti di Kenana, circa 250 chilometri a sud della capitale del Sudan, Karthoum. A darne notizia è la società produttrice di bio-combustibile da canna da zucchero “Kenana Sugar”, aggiungendo che, dopo la prima spedizione da cinque milioni di litri di etanolo, ogni mese saranno inviati in Europa altri cinque milioni di litri, per mezzo di una serie di accordi di cooperazione tra il Sudan e l’Unione Europea (Ue). Tra i principali produttori al mondo di canna da zucchero, il Sudan ha sviluppato quest’anno la filiera per produrre gradualmente fino a 200 milioni di litri di bio-etanolo all’anno, grazie all’entrata in funzione a Giugno scorso di un impianto per l’utilizzazione a fini energetici del residuo organico della canna da zucchero e l’attivazione di una distilleria di etanolo. Molte le organizzazioni che criticano i biocarburanti accusati di ridurre le derrate alimentari e di aumentare la fame nel mondo. In particolare in Sudan sono milioni le persone sottonutrite. (C.S.)

Risolvere la prolema sangiunaria del Darfur bene fare anche questo ma risolviamo la problema del esiliati nel campi .......e finiamo la guerra del Darfur...................azim

Tuesday 29 December 2009

No al armi per fare Guerra!!!



22/12/2009
Ucraina, la repubblica delle armi
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Con un contratto all'Iraq per 2,4 miliardi di dollari, il Paese sale dal 14mo al quinto posto nell'export di materiale bellico
Secondo l'autorevole opinione di molti esperti, l'Ucraina rappresenta uno dei più grandi malati d'Europa. La corruzione dilagante, una classe politica più adatta al periodo feudale che non ad uno Stato moderno, una crisi finanziaria ed economica profondissima (la produzione industriale nell'ultimo anno e' crollata del 24 percento), un tessuto sociale lacerato ed un trend demografico inesorabilmente negativo (la popolazione continua a diminuire ed e' già scesa sotto i 46 milioni) sembrano supportare abbondantemente tale opinione.
Eppure, in questo scenario a dir poco sconfortante, esiste un settore in cui gli ucraini semplicemente eccellono: la produzione e l'esportazione di armi. Pochi giorni fa e' stata diffusa una notizia a dir poco sensazionale: la compagnia di Stato per il commercio di armi, Ukrspetsexport, ha stipulato con il governo iracheno un contratto di fornitura di armi per un ammontare di circa 2,4 miliardi di dollari. Nell'affare sono coinvolte ben ottanta aziende ucraine produttrici. La transazione ha ricevuto la benedizione degli Stati Uniti, che stanno investendo fior di quattrini al fine di preparare le truppe irachene che dovranno progressivamente subentrare all'esercito a stelle e strisce. Grazie a questo contratto, il più grande mai stipulato dall'Ucraina fin dai tempi dell'indipendenza, il Paese passa dalla quattordicesima alla quinta posizione nella classifica mondiale dei Paesi esportatori d'armi. Inoltre, e la notizia e' stata data dallo stesso primo ministro Yulia Tymoschenko, saranno presto siglati accordi di vendita anche con Libia e Brasile.
Come molti analisti di politica internazionale hanno giustamente fatto notare, questo contratto non fa di certo piacere alla Russia, che nell'Iraq ha sempre trovato un buon cliente a cui piazzare le proprie armi e che vedeva nella fornitura di armi al Paese Mediorientale la possibilità di incamerare risorse da destinare al proprio apparato militare. Serve tempo per capire quali saranno le ripercussioni che tale contratto avrà sulle relazioni russo - ucraine, tuttavia, come si può agevolmente intuire, le premesse non sono delle migliori. Con questo affare, l'Ucraina non fa altro che confermare e consolidare la sua presenza nel mercato mondiale delle armi, mercato in cui ha giocato un ruolo importantissimo fin dalla sua indipendenza. Regioni privilegiate di tale export sono da sempre i Paesi in via di sviluppo del Medio Oriente, Africa ed Asia, molti dei quali sono regimi autoritari che si trovano impantanati in guerre dimenticate che continuano a mietere vittime e che necessitano di un apparato militare abbastanza forte per spezzare i reni alle deboli opposizioni interne.C'e' però un'altra dimensione, collegata con la situazione politica in cui versa il Paese fin dall'indipendenza, molto meno rassicurante e molto più inquietante, vale a dire il florido mercato nero, considereto uno dei piu' vasti del mondo: non a caso, Yuri Orlov, il protagonista del film Lord of War, interpretato da Nicolas Cage, acquistava ogni sorta di arma in Ucraina per esportarla poi verso le guerre dimenticate del continente africano. Le istituzioni ucraine sono molto deboli e facilmente preda di gruppi di interessi senza scrupoli. Troppo spesso, si verificano casi di evidente sovrapposizione tra politica e criminalità. A farne le spese e' prima di tutto la credibilità ucraina come soggetto internazionale. Qualche esempio può aiutarci a comprendere questo fenomeno: le autorita' thailandesi hanno recentemente sequestrato, in virtu' della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell' ONU 1874, un aereo cargo georgiano affittato da ucraini che trasportava quasi 4 tonnellate di armi made in Corea del Nord. Quelle armi erano dirette, con molta probabilità, all'Iran. Le autorita' ucraine hanno cercato di escludere ogni responsabilità. Le esportazioni illegali verso Paesi ‘caldi' (perché messi alla berlina dalla Comunità internazionale o ritenuti a rischio guerra) non sono mai cessate: si pensi ad esempio alla nave cargo Faina, battente bandiera ucraina e sequestrata dai famigerati pirati somali. La nave trasportava 36 vecchi tank sovietici diretti, con molta probabilità, in Sudan, Paese su cui l'Onu aveva posto l'embargo di Armi. Oppure il caso della vendita, anche quella sottobanco e non confermata da nessuna autorita' chiaramente, di armi a prezzo irrisorio alla Georgia al fine di armare Tbilisi prima del conflitto con la Russia.
Questa incapacità delle autorita' ucraine, mista a mancanza di volontà nel contrastare un traffico illecito che fa la ricchezza di molti getta un'ombra sulla credibilità di Kiev e contrasta con tutte quelle visioni semplicistiche e trionfalistiche che vorrebbero l'Ucraina come Paese saldamente democratico e con un economia di mercato pronto ad entrare nella Nato e nell'Unione Europea. La credibilità di Kiev come attore internazionale degno di rispetto si gioca anche sulla sua capacità di mettere fine ai traffici illeciti di armi. Fino a quando non si paleserà nelle elite politiche la volontà di dare un segnale forte in questo senso, continueremo a chiederci chi governa veramente a Kiev: un monarca privo di poteri o un criminale molto astuto?
Alessio Bini

Tuesday 22 December 2009

Incidente già preparato.



Sudan, incidente aereomorte 50 guardie presidenzialiUna cinquantina di guardie del corpo del presidente del Sud-Sudan, Salva Kiir, ed una donna sono morti in un incidente aereo avvenuto all'aeroporto di Warap.Lo ha annunciato la scorsa notte la Sudan Television. Secondo la tv di stato, l'aereo di atterraggio sulla pista dell'aeroporto, nello stato di Warap, e si è incendiato. Tutte le 48 guardie presidenziali a bordo ed una donna che si trovava nelle vicinanze sono rimasti uccisi. Il reporter della tv, che si trovava nel sud del Paese, non ha fornito altri dettagli e ha aggiunto che non sono state date informazioni ufficiali sulle cause dell'incidente. "L'aereo si è sbilanciato - ha detto - si è schiantato a terra e ha preso fuoco".Martedì 22 dicembre 2009 11.42BBC Arabic آخر تحديث: الثلاثاء, 22 ديسمبر/ كانون الأول, 2009, 03:28 GMTمبيكي يدعو للتوصل لاتفاق سلام في دارفور قبل الانتخاباتقال رئيس لجنة حكماء افريقيا رئيس جنوب افريقيا السابق ثابو مبيكي إن "من الممكن والضروري" التوصل إلى اتفاق للسلام في دارفور قبل الانتخابات السودانية المقررة في ابريل/ نيسان القادم.وأضاف مبيكي في كلمة أمام مجلس الأمن الدولي أن قطاعا واسعا من قادة المجتمع المدني في دارفور يرون أن "الوضع مؤات" للتوصل لاتفاق سلام في الاقليم.واطلع مبيكي مجلس الأمن على تقرير من 125 صفحة أعدته لجنة مكونة من تسعة دول افريقية بشأن الخطوات التي يمكن القيام بها لإحلال السلام في دارفور.وكان النزاع في اقليم دارفور قد اندلع عام 2003، عندما حملت مجموعة من السكان السلاح ضد الحكومة السودانية مطالبين بمشاركة أكبر في السلطة والثروة.وتقدر منظمات الدفاع عن حقوق الإنسان عدد الذين قتلوا منذ اندلاع النزاع في الإقليم عام 2003 بنحو 300 ألف شخص، فيما تقدر الخرطوم العدد بنحو عشرة آلاف شخص.وتنتشر في دارفور قوة حفظ سلام مشتركة بين الاتحاد الافريقي والأمم المتحدة لحفظ السلام، لكنها تواجه مشكلات مالية ولوجستية تحد من قدرتها.رسائل قويةوقال مبيكي إن استثناء أهل دارفور من المشاركة في الانتخابات القادمة "سيعمل على تأكيد تهميشهم، والذي كان سببا مركزيا في اندلاع الصراع المسلح عام 2003".وأضاف "لهذا السبب، نعتقد أن من الضروري التوصل إلى نتيجة في مفاوضات دارفور قبيل الانتخابات السودانية الوشيكة".يذكر أن ممثلي المجتمع المدني والحركات المسلحة في دارفور وافقوا على مواصلة مشاوراتهم في العاصمة القطرية الدوحة في 18 من يناير/ كانون الثاني القادم، على أن تتبعها مفاوضات مباشرة مع الوفد الحكومي في 24 من نفس الشهر حسبما أعلن الأمين العام للأمم المتحدة بان كي مون.وشدد كي مون على ضرورة استمرار الجهود "لتشجيع الحكومة والحركات المتمردة بصورة خاصة لتقديم تنازلات".وأضاف أن على الاتحاد الافريقي والمجتمع الدولي القيام "بدور أساسي" في بعث رسائل قوية لكل الأطراف بأن عليهم الانخراط في المفاوضات التي يقودها جبريل باسولي الوسيط الافريقي الدولي المشترك.
Credo che il governo ha preferito un incidente a mandare un killer con pistola ........................azim

Monday 21 December 2009

Notizie del Darfur e Sudan.


في أول حوار مصري معها قالت صحفية البنطال السودانية لبنى حسين أنها كانت واحدة من 400 فتاة سودانية تجمعن في مكان واحد ومعظمهن يرتدين البنطلون ..واضافت لبنى لبرنامج 48 ساعة الذي تقدمه قناة المحور أن هناك عشرات الآلاف من السودانيات اللاتي يرتدين البنطال وقالت أن القانون السوداني يعتبر ارتداء البنطلون فعل فاضح ..أضافت الصحفية التي حكم عليها ب 40 جلدة :كنت ارتدي بنطلون واسع جدا وبلوزة طويلة لكنها " شريعة البشير " وعلى الرغم من هذا التشدد كما تقول لبنى فإن القانون السوداني يعاقب الرجل الذي يعتدي على طفل أو امرأة بالحبس 30 يوما فقط وطبعا هذا لأن شريعة البشير هي التي تحكم وليس شريعة الدين الاسلامي كما يزعمون على حد قول الصحفية لبنى لبرنامج 48 ساعة ...البشاير
Mondo. Sudan
In Darfur migliora la situazione dei diritti umani
In corso a Khartoum conferenza patrocinata dal governo sudanese
Diario del Web / APCOM.it - 19/12/2009

EL FASHER - La sicurezza e i diritti umani sono in miglioramento in Darfur. Lo hanno affermato dei responsabili sudanesi durante una conferenza, patrocinata dal governo di Khartoum, su questa regione dell'ovest del Paese in preda all'instabilità.
«Tutti gli indicatori mostrano che c'è una progresso, un miglioramento della situazione umanitaria in Darfur», ha dichiarato Hassabo Mohammed Abdel Rahmane, il commissario generale aiuti umanitari per l'insieme del Sudan. «Il Darfur ha fatto un grande passo avanti nella sua ripresa», ha da parte sua affermato Osmane Mohammed Youssef Kebir, il governatore del Nord Darfur, alludendo a una «normalizzazione della vita civile». I due responsabili si sono espressi a margine di una conferenza sui diritti umani in Darfur organizzata a El Fasher, la capitale del Nord Darfur, dal gruppo sudanese per i diritti umani e la tv satellitare araba al Jazeera con l'appoggio del governo di Khartoum.
Contro il presidente sudanese Omar al Bashir è stato spiccato un mandato di arresto internazionale per crimini di guerra e contro l'umanità in questa regione, dove il conflitto scoppiato nel 2003 ha provocato fino a 300mila morti secondo l'Onu - 10mila secondo Khartoum - e 2,7 milioni di sfollati. «Il più importante degli indicatori è il ritorno volontario degli sfollati» nelle loro case, ha aggiunto Abdel Rahmane.

Friday 18 December 2009

Italia e destra ma non represiva!!!!!

Inizio moduloFine moduloFacebook è più pericoloso dei gruppi anni 70. E Schifani le spara sempre più grosse“Si leggono dei veri e propri inni all’istigazione alla violenza. Negli anni 70, che pure furono pericolosi, non c’erano questi momenti aggregativi, che ci sono su questi siti. Così si rischia di autoalimentare l’odio che alligna in alcune frange”. Così il presidente del Senato ha cercato di spiegare per quale motivo i social network, Facebook e affini, sarebbero pericolosi per l’ordine costituito e per l’ordinamento democratico, in una sua visione vagamente polpottiana della società e della comunicazione.A Renato Schifani ha risposto con sagacia il capo gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi: “la pensa come Ahmadinejad, HU Jintao e Al Bahir, i presidenti di Iran, Cina e Sudan, dove Facebook è messo al bando”. In effetti continua a permanere questo strano contrasto tra il Popolo della libertà che evoca libertà e propone censure, bandi, liste di proscrizione. Pensare che fino ad oggi i paesi in cui internet era sottoposto a controlli e limitazioni erano messi all’indice come luoghi dove la libertà di espressione era a rischio.Ci voleva il presidente del Senato, che probabilmente internet non lo usa nemmeno per approfittare dell’utilissima calcolatrice di windows, per spiegarci che in effetti certe affermazioni, certi slogan e certi discorsi potrebbero essere pericolosi. Difficile capire chi dovrebbe decidere quali affermazioni alimentano l’odio e quindi vanno censurate: un gruppo di Facebook che definisse Bush un assassino inciterebbe all’odio o semplicemente definirebbe le azioni di chi ha portato prove false per scatenare una guerra che ha portato decine di migliaia di morti civili?

Hei Abbiamo capito Sudan Iran e altri paese di assedio facista o destra Islamica ma qui in Italia ......UN PAESE DOVE LA DEMOGRAZIA ANCORA IN COMPIUTA .....SCHIFANI E LA SECONDA CARICA DEL STATO il colmo..........azim

Thursday 17 December 2009

chiudere la relazione con Francia.



صعّد «حزب المؤتمر الوطني» الحاكم في السودان من لهجته ضد قوى المعارضة، وقلل من تحركاتها للمطالبة بإقرار قوانين التحول الديموقراطي، واعتبرها «ميتة، والضرب في الميت حرام»، مؤكداً استحالة إطاحة حكومته عبر انتفاضة شعبية، فيما تدرس الخرطوم طرد السفير الفرنسي رداً على موقف باريس التي طلبت من القاهرة عدم دعوة الرئيس عمر البشير إلى القمة الأفريقية - الفرنسية، ما دفع مصر إلى إلغاء استضافتها ونقلها إلى باريس.وأكد مستشار الرئيس السوداني لشؤون الأمن القومي الفريق صلاح عبدالله «استحالة اختراق الخرطوم من داخلها أو خارجها وجعلها مثل بعض العواصم الأفريقية التي ينفرط فيها الأمن»، متوعداً بـ «حسم أي جهة تحاول زعزعة الأمن في العاصمة». واتهم قوى إقليمية ودولية لم يسمها بالسعي إلى إطاحة نظام الحكم «لتمسكه بالمشروع الإسلامي».وقال عبدالله في ندوة نظمها الحزب الحاكم في أم درمان، إن «قوى دولية تحاول عبر طرق عدة إزاحة البشير عن السلطة بدعم الحرب في جنوب البلاد وإشعالها في دارفور والشرق». وحمل في شدة على قوى المعارضة، واعتبرها «ميتة وعديمة الحيلة»، مشيراً إلى أنها «لم تستطع الخروج في تظاهرة منذ 20 عاماً وصارت تستقوي بالحركة الشعبية (لتحرير السودان) لإسقاط نظام الحكم... مستحيل إسقاط الحكم في الخرطوم عبر انتفاضة شعبية». وأضاف أن «أعداء السودان يدعمون ولاءات قديمة، وكأن السودان لم يتطوّر بعد... هذه الولاءات انتهت وماتت هي وأصحابها، وسيذهبون إلى مزبلة التاريخ عبر صناديق الاقتراع، وسيلقنهم الشعب درساً قاسياً».من جهة أخرى، وصفت وزارة الخارجية السودانية قرار باريس نقل القمة الفرنسية - الأفريقية من مصر لتجنب حضور البشير، بأنه «جزء من مساعي فرنسا لعزل السودان دولياً». وكان مقرراً أن تعقد قمة الدول الناطقة بالفرنسية، أو ما يعرف بقمة الفرانكفونية، في شرم الشيخ، لكن فشل تسوية الخلافات مع باريس في شأن دعوة البشير إلى القمة أدى إلى تغيير مكان انعقادها إلى باريس. واعتبر الناطق باسم الخارجية السودانية معاوية عثمان أن فرنسا «تمارس عقلية استعمارية قديمة»، ووصف القرار بأنه «غير عقلاني»، كما رفض تحديد مستوى تمثيل السودان في القمة التي تعقد في أيار (مايو) المقبل، وقال إن «هذا موضوع سابق لأوانه».وكشفت مصادر مطلعة في الخرطوم أن «قيادات نافذة في الحكم تدرس الموقف الفرنسي بعد تلقيها معلومات عن دعم باريس تحالف المعارضة وممارستها ضغوطاً على مصر لعدم دعوة البشير إلى القمة الفرانكفونية، ما اضطرها إلى الاعتذار عن عدم استضافتها بعدما تمسكت بدعوة البشير». ولم تستبعد تلك المصادر أن يصل رد الحكومة إلى طرد السفير الفرنسي من الخرطوم.إلى ذلك، طالب رئيس «لجنة حكماء أفريقيا في شأن دارفور» ثابو مبيكي، الخرطوم بإجراء تعديلات في قوانين توطئة لتطبيق توصيات لجنته، خصوصاً في شأن محاكمة متهمين بارتكاب جرائم في دارفور. ودعا عقب لقائه البشير أمس القوى السياسية الى ايجاد افضل السبل لحل كافة القضايا العالقة قبل الانتخابات الرئاسية والبرلمانية المقررة العام المقبل. وقال مبيكي للصحافيين إن لجنة حكماء أفريقيا التي تضمه ورئيس نيجيريا السابق عبدالسلام أبو بكر ورئيس بوروندي السابق بيير بويويا، أجرت مشاورات مع رئيس حكومة الجنوب سلفاكير ميارديت وزعماء الأحزاب ركزت على تنفيذ اتفاق السلام ودفع عملية السلام في دارفور والانتخابات وتنفيذ توصيات لجنة الخبراء، موضحاً أن لجنته أقرت برامج لتنفيذ التوصيات ومتابعة الأوضاع في دارفور لتسريع عملية السلام هناك.وشدد على «ضرورة محاسبة كل من ارتكب جرماً في دارفور عبر محاكم مختلطة... وليس هناك كبيراً على القانون من الرئيس إلى آخر شخص»، مشيراً إلى أن تقريره استند إلى مطالب أهل دارفور «لأنهم الضحايا ولا يثقون في المؤسسات القائمة في بلادهم، وحتى تأخذ العدالة مجراها يجب أن يثق الجميع في المؤسسات التي تقوم بالعدالة».وأكد ان تقرير لجنته لا يتعارض مع الدستور الانتقالي، موضحاً أن هناك توصيات ستترك لمفاوضات السلام. وكشف أن لقاءه أمس مع المبعوث الرئاسي الأميركي إلى السودان سكوت غرايشن الذي يزور الخرطوم حالياً ناقش هذه القضايا. وقال إن غرايشن أبلغه حرصه على التعامل مع اللجنة من خلال البرامج التي وضعت لتمكينها من تقويم الأوضاع في دارفور ودفع عملية السلام والمساعدة في تنفيذ اتفاق السلام الشامل. ورأى أن الاختبار الحقيقي هو ترجمة الخرطوم للتوصيات التي توصلت إليها اللجنة الأفريقية.وسيستمع مجلس الأمن الاثنين المقبل إلى تقرير «لجنة حكماء أفريقيا». وسيقدم مبيكي أمام المجلس أبرز توصيات لجنته التي تركز على تحقيق العدالة والمصالحة والسلام في دارفور.الخرطوم - النور أحمد النوردار الحياةمستشار للرئيس السوداني: فرضية قيام انتفاضة شعبية في الخرطوم مستحيلةقيادي في الحركة الشعبية: نريد «فطم» حزب البشير من ثدي السلطةقال الفريق أول صلاح عبد الله قوش مستشار الرئيس السوداني لشؤون الأمن القومي، أمين شؤون العاملين بحزب المؤتمر الوطني، إن الانتفاضة المحمية أو غيرها مستحيلة الحدوث في الخرطوم،، وشدد على أن حزبه سيكون أكثر حسما لـ«العبث»، في ندوة لحزبه في مدينة أم درمان.وفي ندوة مغايرة للمعارضة والحركة الشعبية، شن ياسر عرمان نائب الأمين العام للحركة الشعبية قطاع الشمال هجوما عنيفا على حزب المؤتمر الوطني، وقال إن الأخير يستولي على أجهزة الدولة، وإنهم بصدد فطمه من ثدي السلطة.وكشف عرمان أن الحركة الشعبية دربت 1000 من عناصرها، في دار الحزب بحي المقرن وسط الخرطوم، على المسيرات السلمية وأن يمنعوا حدوث أي عنف، وقال عرمان في ندوة سياسية لتحالف «أحزاب إعلان جوبا»، الذي يضم أحزاب المعارضة والحركة الشعبية، إن كوادر الحركة الشعبية نجحت تماما في مهمتها في المسيرات الاحتجاجية خرجت في الأيام الماضية ضد حزب الرئيس البشير، بشأن القضايا العالقة في اتفاق السلام بين الشمال والجنوب، ودعا إلى الاستمرار «على هذا النهج وعدم الاعتداء على الشرطة، أو على الممتلكات العامة والخاصة».ووصف عرمان في الندوة التي عقدت في الميدان الغربي لجامعة الخرطوم، كبرى الجامعات السودانية وأعرقها، الاتفاق الذي جرى بين حزبه وحزب المؤتمر الوطني حول قوانين الاستفتاء لجنوب السودان، والاستفتاء في منطقة أبيي، وقانون المشورة الشعبية في جنوب كردفان وجبال النوبة استحقاق عادي، قائلا إن هذه القوانين والأخرى التي لم يتوصل الشريكان إلى اتفاق حولها سبق أن رفعتها الحركة الشعبية قبل أربع سنوات، لذلك فإن إجازتها لا تستحق «كل هذه الجلبة»، في إشارة إلى التوتر الذي جرى في الأيام الماضية بسبب هذه القوانين.وكشف عرمان أنهم عازمون على فطم حزب المؤتمر الوطني من «الرضاعة من ثدي السلطة، خصوصا أنه الآن يستولى على مفاصلها بشكل كامل ويديرها وفق ما يريد»، وقال إن ذلك تكشف لهم «عندما خرجت الحركة الشعبية الأسبوع الماضي مع قوى المعارضة في مسيرة سلمية، حيث تأكد أن كل أجهزة الدولة تدين له بالولاء التام، لذلك يجب أن يتم فطامه».وقال عرمان إن ما حدث من تصدٍّ للمسيرة يوضح أن «الانتخابات ستجري في ظروف صعبة، إلا أنه رغم ذلك فإن ما نفذه تحالف أحزاب جوبا حتى الآن من عمل سلمي أكد أنه يتمتع بقوة كبيرة تمكنه من النضال حتى تنظم انتخابات حرة نزيهة، وهو ما يجب أن يستمر».وفي ندوة لحزب المؤتمر الوطني في ضاحية الفتيحاب جنوب مدينة أم درمان، قال صلاح قوش إن أعداء السودان يدعمون ولاءات قديمة وكأن السودان لم يتطوّر بعد، وأضاف أن تلك الولاءات انتهت وماتت هي وأصحابها، وقال إن الضرب في الميت حرام، ومضى: «سيذهبون إلى مزبلة التاريخ عبر صناديق الاقتراع، وسيلقّنهم الشعب درسا قاسيا». واستهجن قوش دعوة الحركة للأحزاب لإقامة الشغب الذي وصفه بالفاشل، وقال إن الانتفاضة المحمية أو غيرها مستحيلة الحدوث في الخرطوم، وأضاف أن حزبه المؤتمر الوطني أعد العدة لإيقاف ما سماه عبث الأحزاب.وتحدى أن درجة الأمن والقوة المتوفرة بولاية الخرطوم والجاهزية على مستوى القطر لا تستطيع معها أية قوة داخلية أو إقليمية مدعومة اختراقها وإحداث أي نوع من أنواع الفوضى بالبلاد، حسب تعبيره، وشدد على أنهم لن يسمحوا في ظل هذه الظروف وفي أثناء تداول القوانين الخلافية في البرلمان بتنظيم أي تظاهرات، وقال إن «القوى المعارضة إذا كانت حريصة على زعزعة الأمن فإن المسؤولية تحتم علينا أن نكون أكثر حسما للعبث وإيقافه عند حده، كما تم ذلك». وحذر: «لن نسمح أن يتعرض أي مواطن للخطر». وقال قوش إن القوى السياسية «فشلت في تنظيم مظاهرة واحدة لإسقاط النظام طوال عقدين من الزمان، وتعمل الآن على التقوّي بالحركة الشعبية لإثارة الفوضى».من ناحية أخرى، قال سكوت غرايشن المبعوث الأميركي للسودان، إن إدارته تعكف على إرسال فريق فني قريبا يبقى في السودان لأطول مدة لدعم عملية التحول الديمقراطي في البلاد، في تصريحات له في عاصمة جنوب السودان، جوبا، بعد لقاء مع سلفا كير النائب للرئيس السوداني رئيس الحركة الشعبية، وجدد حرص واشنطن على تحقيق سلام شامل بالسودان.وتناول اللقاء آخر التطورات السياسية في السودان في ضوء الاتفاق الذي تم بين الحركة الشعبية لتحرير السودان وحزب المؤتمر الوطني بشأن قوانين الاستفتاء على تقرير جنوب السودان ومنطقة أبيي والمشورة الشعبية حول منطقتي النيل الأزرق وجنوب كردفان. وأشاد غرايشن «بنجاح عمليات تسجيل الناخبين في السجل الانتخابي بجنوب السودان في إطار الإعداد للانتخابات القادمة»، وعبر عن أمله في أن يتم إنفاذ القوانين، كما أشادا بدور الشريكين في التوصل إلى هذا الاتفاق.وفي السياق نقل عن مصادر مطلعة في الخرطوم أن قيادات نافذة في الحكومة السودانية يدرسون ما يعتبرونه دعما فرنسيا لتحالف المعارضة السودانية وممارستها ضغوطا على مصر لعدم دعوة البشير إلى القمة الفرانكفونية، مما اضطرها إلى الاعتذار عن استضافتها بعدما تمسكت بموقفها بدعوة البشير، ولم تستبعد تلك المصادر أن يصل رد الحكومة إلى طرد السفير الفرنسي من الخرطوم. وكانت الرئاسة الفرنسية قالت إن القمة ستعقد في فرنسا، دون مزيد من التوضيح.في اتجاه آخر أعلنت المعارضة التشادية أن قواتها تتعرض حاليا لقصف جوي متواصل من الجيش التشادي في كل المواقع التي توجد فيها بشرق وجنوب شرقي تشاد، وبشكل تسبب في حالة عدم استقرار، وتوقعت أن تسفر الأيام القادمة عن مواجهة شاملة بين قوات المعارضة والجيش التشادي. وأكدت المعارضة في بيان صحافي أن السبب المباشر للتصعيد هو محاولة جديدة لتصفيتها بالاستعانة بالطيران الفرنسي، وأشار إلى أن الأمر سيدخل قريبا مرحلة المواجهة الميدانية، وهذا يجب أن يعلمه الرأي العام العالميالخرطوم: إسماعيل آدم الشرق الاوسطالصورة لصلاح قوش ورئيس المخابرات المصرية في زيارته للخرطوم للحوار مع المخابرات السودانية عقب اعلان إسرائيل بأنها ضربت قافلة بشرق السودان ومراكب صيد بالبحر الأحمر بعد فترة من إرتكاب جرائم

Tutto che fa bene alla salute.


giovedì, 17 dicembre 2009


L'università di Modena in Sudan con Emergency
Una convenzione con l'associazione di Gino Strada porterà professionisti e studenti di Medicina a operare a Khartoum. Un centro d'eccellenza in un paese martoriato da vent'anni di guerra civile

Un piccolo paziente dell'ospedale "Salam" di Soba
MODENA, 15 DIC. 2009 - Cuore e coraggio. Con queste due parole si può riassumere l'iniziativa che porta in Sudan al fianco di Emergency la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Cuore perché protagonisti del progetto sono l'equipe cardiochirurgica del prof. Roberto Parravicini e gli studenti della scuola di specializzazione di Cardiochirurgia e di Medicina e Chirurgia. Coraggio perché il contesto in cui andranno a operare è tra i più drammatici, il Sudan è infatti un paese martoriato da vent'anni di sanguinosa guerra civile. La struttura di Emergency con la quale è stato firmata la convenzione è l'ospedale “Salam” (pace) di Soba, a 20 chilometri da Khartoum. Al suo interno è operativo un Centro regionale di cardiochirurgia che offre assistenza altamente specializzata e gratuita ai pazienti provenienti dal Sudan e dai paesi confinanti.La collaborazione tra l’Ateneo modenese-reggiano ed Emergency ha come fine lo sviluppo di un programma di ricerca clinica riguardante le patologie cardiovascolari con interesse esteso alla rianimazione cardiorespiratoria. “Esperienze come questa rappresentano un indispensabile arricchimento scientifico-culturale ed umano per i nostri studenti. Sono l’occasione per misurare sul campo le competenze acquisite, ma soprattutto per portare sollievo a chi soffre”, ha commentato il Rettore prof. Aldo Tomasi .In Sudan l’aspettativa di vita è di 55 anni, la mortalità infantile sotto i cinque anni si attesta intorno al 107 per mille, il 50% della popolazione non ha accesso ai farmaci essenziali ed esistono 16 medici ogni 100.000 abitanti. “Si tratta di un'opportunità di formazione in setting formativi non tradizionali, ma di grande importanza a livello internazionale che permette di espandere le conoscenze proprie delle professioni sanitarie a situazioni molto diverse da quelle che i nostri studenti affrontano nel nostro Paese.” Ha spiegato la Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia prof.ssa Gabriella Aggazzotti.Emergency è presente in Sudan già dal 2004, nel Nord Darfur a sostegno degli ospedali di Mellit e al Fashir. Nel 2005 ha aperto un centro pediatrico per offrire assistenza gratuita ai bambini del campo profughi di Mayo, nei sobborghi della capitale. Dall’aprile 2007 a Soba, è operativo un Centro regionale di cardiochirurgia. Il Centro, chiamato “Salam” (pace), sarà collegato a una rete di cliniche situate in diversi Paesi della regione dove, oltre all’assistenza pediatrica, verrà effettuato lo screening e il follow up dei pazienti cardiopatici da trasferire al Centro Salam. Il primo Centro è stato inaugurato nel marzo 2009 a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Un secondo Centro è in costruzione a Nyala, capitale del Sud Darfur.“Credo molto nel fatto che il ruolo che interpreto oggi - ha sottolineato il prof. Roberto Parravicini - quello di professore universitario, non si concluda nel trasmettere conoscenze, ma si sostanzi nel momento in cui si riesce a comunicare una passione genuina ed intensa per questa professione che ci porta a dare e inventare possibilità di vita, anche ove e quando sia difficile farlo. Il “potere” del medico è in fondo questo: il medico può e deve intervenire per riacchiappare la vita ed è chiamato a farlo qua come altrove”.

Notizie chi fanno gioa grazie Modena e grazie al rettore del Università e al studente mile grazie...........Azim

Tuesday 15 December 2009

Notizie su Sudan



Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite.

EST - GB, Regina e Foreign Office sotto accusa: Nemici di Israele


Roma, 14 dic (Velino) - Foreign Office e Buckingham Palace sono sotto accusa a Londra, dopo le invettive lanciate dallo storico Andrew Roberts secondo cui il Regno Unito sarebbe nemico di Israele. Roberts, autore di numerose biografie di alto livello, tra le quali quelle di Winston Churchill, Neville Chamberlain e Adolf Hitler, e di una rivisitata storia della Seconda guerra mondiale attualmente al secondo posto tra i best-sellers del Sunday Times, ha ricordato che in 57 anni di regno la regina Elisabetta II non ha mai visitato lo Stato di Israele. “C’è un veto del Foreign Office – ha accusato Roberts, che ha ricordato come spetti al ministero degli Esteri organizzare le visite dei reali”. “Non è una coincidenza – ha detto lo storico davanti ai 400 invitati di una cena dell’Associazione anglo-israeliana a Londra – che anche se la Regina ha fatto oltre 250 visite in 129 paesi diversi, né lei, né un singolo membro della famiglia reale sia mai stato in Israele per una visita ufficiale”.
Il Foreign Office risponde che Israele non è certo l’unico Stato non visitato dalla sovrana inglese. “Ciò può essere vero per il Ciad o il Burkina Faso – ha argomentato lo studioso – ma chissà come mai il ministero degli Esteri ha trovato il tempo per inviare la Regina in visite di Stato in Libia, Iran, Sudan, Kuwait, Bahrein, Qatar, negli Emirati arabi uniti, in Oman, in Arabia Saudita, in Tunisia, in Algeria, in Marocco, in Giordania e in Turchia”. Tutti Paesi islamici, molti dei quali retti da un regime dittatoriale, ha fatto osservare Roberts. Lo storico ha anche invitato il governo a una politica differente verso lo Stato ebraico.
E riferendosi alle dichiarazioni del deputato conservatore William Hague, secondo cui Israele dovrebbe adottare risposte “proporzionate” agli attacchi che subisce, Roberts ricorda la Seconda guerra mondiale, durante la quale gli alleati risposero all’uccisione di 50 mila inglesi con bombardamenti che condussero alla morte di 600 mila tedeschi: "Chi siamo noi per pretendere di insegnare a Israele che ci si difende in maniera proporzionata?", ha domandato retoricamente. Lo storico si è anche detto convinto che se la Gran Bretagna subisse un attacco come quello che Israele ha subito da Hezbollah nel 2006, la sua risposta non sarebbe dissimile da quella israeliana. Roberts, alla fine, critica anche Barack Obama, definito “il presidente Usa meno vicino a Israele dai tempi di Dwight Eisenhower”: “Obama non fermerà Mahmoud Ahmadinejad, forse il nemico più pericoloso degli ebrei dopo Hitler, dall’acquisire la bomba atomica”. “Israele e solo Israele – ha concluso tra gli applausi lo studioso – sa come agire nel migliore interesse del popolo ebraico”.

(Giampiero de Andreis) 14 dic 2009 12:32

Monday 14 December 2009

Film su Darfur!!! Banka rotta !!!


domenica 13 dicembre 2009
Africa: un film arabo sul Darfur
Il regista egiziano Saied Hamid ha iniziato i preparativi per la realizzazione di un film dal titolo The Road to Darfur (La strada per il Darfur). La pellicola, la prima di un autore arabo sul tema, vuole correggere le concezioni errate sulle vicende del Paese diffuse nei media occidentali, anche se, come precisa l’Egyptian Gazette, non punterà a migliorare l’immagine del presidente sudanese Omar Al Bashir, contro il quale la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di cattura per crimini contro l’umanità e di guerra, in relazione alla guerra civile del Darfur. Il film, coprodotto dall’ambasciatore e uomo d’affari degli Emirati Arabi Uniti Sulaiman Al-Fahim, dovrebbe avere un budget di circa 10 milioni di dollari e un cast cosmopolita, con star e professionisti da Egitto, Sudan e Francia. Il film avrà due versioni: una in arabo e una internazionale in inglese.
[Maria Coletti]
Italia : rischio bancarotta?
Domenica 13 Dicembre 2009 07:48 Andrea

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Secondo le stime più recenti ed attendibili redatte sia dal FMI( Fondo monetario internazionale), dall’OCSE( Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) e dalla CIA(Central intelligence agency) tra gli stati mondiali meno virtuosi primeggia l ‘Italia. Solo 7 sono le nazioni che hanno un debito superiore al 100% del PIL. Le nazioni più indebitate sono lo Zimbabwe con un debito pari al 218,2% del PIL, seguito dal Libano con 186,6%, e udite udite, gli interessi bassi da pagare sui Bot appena emessi, ma dare l'1,84% lordo di interessi può causare, dopo questa fase di corsa ai titoli di Stato, una fuga dei risparmiatori nel futuro prossimo soprattutto se torneranno a salire i prezzi delle case e la Borsa si riprenderà dalle ultime mazzate. E allora? Tornerà di moda il vecchio discorso sul rischio bancarotta dell'Italia? Non è facile dirlo. Certo che gli investitori si sono assicurati maggiormente contro il default dell'Italia attraverso il cosiddetto CDS (il Credit Default Swap, è una polizza assicurativa che si contrae contro il rischio di fallimento di uno Stato e quindi sulla possibile insolvenza dei suoi titoli ) che per ogni altro Stato. Secondo il The Economist tra le nazioni a rischio l'Italia è al primo posto seguita a lunga distanza da Spagna, Germania, Brasile e Grecia. Ovviamente si tratta di un risultato ottenuto in tanti anni di ottima amministrazione della nostra nazione e del quale occorre ringraziare tutti i partiti e tutti i politici che hanno governato. Nessuno escluso! Ogni Italiano allora deve essere orgoglioso di avere avuto una classe politica come quella che abbiamo votato e che pur di continuare a governare ci ha dato questo grande regalo di un grande debito pubblico. Parliamo di circa 30 mila euro per ogni italiano residente. Ovviamente a questo debito occorre aggiungere i debiti della regione Calabria ( solo per la sanità si parla di altri 1000 euro per ogni calabrese) ed ancora i debiti del comune di Amantea. Allora è davvero difficile credere che lì’Italia sia a rischio bancarotta?
dal Giappone con un 170% (per la Cia, ma secondo il Fmi sarebbe secondo con un disavanzo del 198,6%). Al quarto posto la Jamaica con un 126,50%, al quinto posto contesto il Sudan con il 105,9%), al sesto l’'Egitto con il 105,8% ed al settimo l’Italia con il 104% A completare questa poco incoraggiante top ten Singapore con il 96,3%, le Seychelles con il 92,3% e la Grecia con l’89,5%( ma l’Ocse parla del 100%). Seguono la Germania che è al 20° posto, la Francia al 23°, gli Stati Uniti al 27°, il Regno Unito solo al 40°, la Spagna addirittura al 55° posto e la Cina al 90° con solo il 18,4% di debito. Tra i paesi più virtuosi la Libia. Ora, il debito pubblico si “combatte” con prestiti anche internazionali. Ovvio, allora, che gli investitori stiano attenti agli investimenti . Insomma l'Italia è nettamente la pecora nera dell'Europa e, salvo il Giappone, è il peggiore tra gli Stati maggiormente industrializzati. I dati sulla continua crescita del debito, del recente sforamento dei parametri di Maastricht e sul vertiginoso aumento della disoccupazione, non fanno altro che peggiorare la situazione in prospettiva futura. Un piccola boccata d'ossigeno sono

Saturday 12 December 2009

Festival importante!!!!


Il Festival d’Annecy, kermesse dedicata al cinema di animazione, arriva in Italia. Il Centro Culturale Francese di Milano gli dedica un’intera giornata.
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Giovedì 10 dicembre, serata dedicata ai cortometraggi di
animazione, scelti e selezionati tra le numerose pellicole che hanno partecipato al Festival d’Annecy. Al Centro Culturale Francese sono stati proiettati in totale dieci film, tutti realizzati con tecniche sofisticate e suggestive – visti i risultati – e, dati i passi in avanti che ogni anno compie l’animazione cinematografica, non c’è da stupirsi. Ciò che invece ha colpito piacevolmente, è stata l’attenzione riservata alla sceneggiatura. Ogni film possiede, infatti, una trama ben costruita, in nessun caso soffocata dalla fame di effetti speciali.
La mancanza quasi totale del parlato permette di apprezzare i tanti altri linguaggi utili alla comunicazione. Mentre tutti i film aiutano a riflettere, con la leggerezza e la freschezza che solo un cartone animato può regalare, divertendo sia i bambini che gli adulti, ma riservando anche altri piani di lettura.
Da segnalare Slavar, di H. Heilborn,
documentario sui bambini schiavizzati nel Sudan, visti attraverso un’ intervista condotta da una giornalista a due vittime, liberate dopo un periodo di schiavitù. La pellicola affronta un tema delicato con particolari a volte brutali, alleggeriti dal fatto che la storia è raccontata sottoforma di cartone animato, il che aiuta a guardare il futuro con speranza e rende meno drammatica la visione della realtà. In questa dimensione il pubblico adulto può esercitare il proprio occhio critico, guardando le cose da un altro punto di vista, in forme diverse da quelle convenzionali – riuscendo così ad analizzarle e capirle.
A volte si pensa che la visione di immagini, anche se brutali, ci aiuti a comprendere determinate situazioni. Ma in una società ormai avvezza alle brutalità trasmesse quotidianamente in tv, la violenza non è più l’eccezione ma la regola. Al contrario, sentire la voce di due bambini e vedere un cartone animato, dove più che le immagini contano i suoni e le ombre, sono modi di rendere straniante – come Brecht insegnava – l’essenza del dolore di un’infanzia strappata.
Molto interessante, a livello estetico, Madagascar, carnet de, di D. Bastien. Diario di un viaggio nell’isola africana, si apprezza per il rimando a diverse forme artistiche. Si passa infatti da sequenze costruite come quadri eseguiti con la tecnica del puntinismo, ad altre che richiamano il mondo dei fumetti o, ancora, gli acquerelli e, infine, sequenze che utilizzano la tecnica dello stop motion.
Nel complesso il Festival si è rivelato ricco di proposte interessanti sia a livello di effetti speciali, sia per i messaggi veicolati dalle diverse pellicole – con un occhio attento al tema del diverso e al pericolo dell’omologazione, vista come annullamento della personalità. Messaggio questo particolarmente evidente in Ex-E.T. di B. Bargeton e L’homme à la Gordini di J.C. Lie.
Ancora una volta, la manifestazione francese si riconferma un importante appuntamento per il
cinema di animazione di alta qualità.
Lo
spettacolo continua:Festival International du court-métrage de Clermont-FerrandCentro Culturale FranceseCorso Magenta 63, MilanoSabato 12 Dicembre, ore 15:30

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Il Festival d’Annecy, kermesse dedicata al cinema di animazione, arriva in Italia. Il Centro Culturale Francese di Milano gli dedica un’intera giornata.
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Giovedì 10 dicembre, serata dedicata ai cortometraggi di animazione, scelti e selezionati tra le numerose pellicole che hanno partecipato al Festival d’Annecy. Al Centro Culturale Francese sono stati proiettati in totale dieci film, tutti realizzati con tecniche sofisticate e suggestive – visti i risultati – e, dati i passi in avanti che ogni anno compie l’animazione cinematografica, non c’è da stupirsi. Ciò che invece ha colpito piacevolmente, è stata l’attenzione riservata alla sceneggiatura. Ogni film possiede, infatti, una trama ben costruita, in nessun caso soffocata dalla fame di effetti speciali.
La mancanza quasi totale del parlato permette di apprezzare i tanti altri linguaggi utili alla comunicazione. Mentre tutti i film aiutano a riflettere, con la leggerezza e la freschezza che solo un cartone animato può regalare, divertendo sia i bambini che gli adulti, ma riservando anche altri piani di lettura.
Da segnalare Slavar, di H. Heilborn, documentario sui bambini schiavizzati nel Sudan, visti attraverso un’ intervista condotta da una giornalista a due vittime, liberate dopo un periodo di schiavitù. La pellicola affronta un tema delicato con particolari a volte brutali, alleggeriti dal fatto che la storia è raccontata sottoforma di cartone animato, il che aiuta a guardare il futuro con speranza e rende meno drammatica la visione della realtà. In questa dimensione il pubblico adulto può esercitare il proprio occhio critico, guardando le cose da un altro punto di vista, in forme diverse da quelle convenzionali – riuscendo così ad analizzarle e capirle.
A volte si pensa che la visione di immagini, anche se brutali, ci aiuti a comprendere determinate situazioni. Ma in una società ormai avvezza alle brutalità trasmesse quotidianamente in tv, la violenza non è più l’eccezione ma la regola. Al contrario, sentire la voce di due bambini e vedere un cartone animato, dove più che le immagini contano i suoni e le ombre, sono modi di rendere straniante – come Brecht insegnava – l’essenza del dolore di un’infanzia strappata.
Molto interessante, a livello estetico, Madagascar, carnet de, di D. Bastien. Diario di un viaggio nell’isola africana, si apprezza per il rimando a diverse forme artistiche. Si passa infatti da sequenze costruite come quadri eseguiti con la tecnica del puntinismo, ad altre che richiamano il mondo dei fumetti o, ancora, gli acquerelli e, infine, sequenze che utilizzano la tecnica dello stop motion.
Nel complesso il Festival si è rivelato ricco di proposte interessanti sia a livello di effetti speciali, sia per i messaggi veicolati dalle diverse pellicole – con un occhio attento al tema del diverso e al pericolo dell’omologazione, vista come annullamento della personalità. Messaggio questo particolarmente evidente in Ex-E.T. di B. Bargeton e L’homme à la Gordini di J.C. Lie.
Ancora una volta, la manifestazione francese si riconferma un importante appuntamento per il cinema di animazione di alta qualità.
Lo spettacolo continua:Festival International du court-métrage de Clermont-FerrandCentro Culturale FranceseCorso Magenta 63, MilanoSabato 12 Dicembre, ore 15:30

-->Accidenti sono occupato a quell ora si no e importanti da vedere...............Azim

Friday 11 December 2009

Soldato di etnia Sudanese nel esercito Italiano.




12/12/2009Salerno. Provincia di Salerno, Sala Giunta. Calendersercito 2010.A Salerno, giovedì 10 dicembre 2009, alla Sala Giunta della Provincia di Salerno è stato presentato il Calendesercito 2010.A fare gli onori di casa l’Assessore Adriano Bellicosa in rappresentanza del Presidente della Provincia di Salerno, On. Edmondo Cirielli. L’indirizzo di saluto dell’Esercito Italiano è stato formulato dal Colonnello Flavio RIZZO, Comandante del Centro Documentale di Salerno mentre il Colonnello Giuseppe De Simone, Capo Ufficio Reclutamento e Comunicazione del Comando Militare Esercito “Campania” ha illustrato nel dettaglio il Calendesercito 2010. La presentazione è stata moderata dalla giornalista Monica Di Mauro di TVOGGI.Il CalendEsercito è diventato ormai un tradizionale appuntamento con il quale la Forza Armata si rivolge all’opinione pubblica per presentare, nello scorrere dei mesi, uno spaccato della sua storia, della sua organizzazione, delle sue numerose attività, in Italia e all’estero.Il Calendario di quest’anno dal titolo “SOLDATI D’ITALIA – I NUOVI VOLTI DI UN ESERCITO SENZA CONFINI” illustra le attività operative della Forza Armata in Patria e all’estero anche attraverso i volti e le storie dei militari che ne fanno parte, tra i quali i cittadini italiani di nuova generazione, giovani di origine straniera da parte di uno o di entrambi i genitori naturali.Il filo conduttore del Calendario è quello della integrazione multietnica che vede nell’Esercito un’Istituzione consapevole e pronta a educare/formare alla convivenza democratica. Una Forza Armata efficiente e moderna capace di operare in Patria ed in ogni area del globo terrestre, con tutto il suo personale indipendentemente da diversità di etnia, cultura, religione.Argentina, Senegal, Slovenia, Romania, Sudan, Bielorussia, Cuba, Filippine, Etiopia, Gran Bretagna, Turchia, Polonia, Ungheria, Somalia, Marocco, Repubblica Ceca, Sri Lanka, sono questi i Paesi di origine dei soldati italiani che hanno posato per il CalendEsercito 2010. Giovani di origine straniera che hanno scelto di essere italiani e di prestare servizio nell’Esercito e rappresentano gli oltre 1500 soldati italiani di diversa provenienza etnica.
Sami Abdella Gumaa e parso nella foto del callendario su inserto della Corriere della sera il giorno 03/12/2009 un carissimo amico Geppino Materazzi al qualli ha visto la foto mi ha avertito via e-mail qui lui Sami a 18 anni con sua amici e sua sorella Elsa e sua fratello Isam 1998 e con sua sorrella al giorno del matrimonio 12/09/2009 spero che trovo la foto sua con tutti i vestiti militare sul web........azim
Nella foto piccola lui seduto per terra penultimo con ultimo loro amico Khalid e a piede Isam e Elsa

Thursday 10 December 2009

Mostra Fotografica



Mostra fotografica e presentazione del libro di Antonella napoli, all'Umanitaria
I volti e i colori del Darfur
Obiettivo sul genocidio in corso nell'area, nel cinquantenario della Dichiarazione dei diritti dell'uomo
MILANO - Nella giornata dedicata alla Dichiarazione dei diritti umani la Società Umanitaria ha organizzato la presentazione del libro «Volti e colori del Darfur» di Antonella Napoli, giornalista e presidente di «Italians for Darfur». Nell'occasione si animerà un dibattito sui diritti umani con Andrea Riscassi, giornalista Rai e portavoce dell'associazione ANNAVIVA (dedicata alla memoria di Anna Politkovskaja) e Liliana Cereda, responsabile coordinamento Africa Orientale di Amnesty International.


Quella del Darfur – regione al confine tra Ciad e Sudan, dilaniata da un conflitto iniziato nel 2003 - è una delle più gravi crisi umanitarie degli ultimi decenni. Esemplare la scelta di questa tragedia, in una giornata simbolo, per richiamare l'attenzione sulla carta approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni unite il 10 dicembre 1948, con la quale gli stati firmatari si impegnano a tutelare i principali diritti fondamentali dei cittadini. «Il genocidio in Darfur è ancora in corso e deve essere fermato» ha dichiarato il procuratore Ocampo del Tribunale Penale Internazionale dell’Aja che ha emesso il mandato di arresto per il presidente del Sudan Omar Assan Al Bashir. Le stime Onu parlano di un numero di vittime compreso tra le 200 e le 400mila e di oltre 2 milioni di sfollati. Tutto questo è avvenuto e continua ad avvenire nella quasi indifferenza dei media e di una parte consistente della comunità internazionale.
«Italians for Darfur», associazione italiana impegnata nella lotta per i diritti umani in Darfur, è nata per mobilitare l’opinione pubblica e per garantire una migliore conosenza del problema. «Volti e colori del Darfur» è un reportage fotografico realizzato ad Al Fasher, nel nord della regione del Sudan che ospita la maggior parte dei campi profughi.
10 dicembre 2009

Saturday 5 December 2009

Ma perche !!!!






Notizie Ansa


Darfur: uccisi 2 caschi blu Ruanda

Altri tre soldati ruandesi sono rimasti feriti
(ANSA) - KHARTOUM, 4 DIC - Due Caschi blu ruandesi del contingente di pace dell'Onu e dell'Unione africana sono rimasti uccisi in un attacco nel Darfur. Nell'attacco, nel Sudan occidentale, altri tre soldati sono rimasti feriti. Lo dice il portavoce della missione, Kemal Saiki, aggiungendo che e' salito a 19 il numero dei Caschi blu morti in Darfur dal gennaio del 2008, data dello spiegamento del contingente di pace internazionale. Dal 2003 i morti nel conflitto sono stati 300mila e 2,7 milioni di profughi. 04 Dic 22:41
Sono banditi questi che fanno uccidere sldati unamid.......azim

Friday 4 December 2009

Darfur ora anche Italia fa parte di Unamid.



Darfur: Il Senato approva una mozione per il sostegno alla missione di pace
Giovedì 03 Dicembre 2009 19:42
Roma, 3 dic. - Il Senato ha approvato un ordine del giorno che impegna il governo a sostenere la missione di pace internazionale in Darfur, la cui guida affidata oggi dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, a Ibrahim Gambari. Nei giorni scorsi il sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga, aveva affermato che Karthum aveva negato i visti ai militari italiani in partenza per la regione ocidentale del Sudan e che dunque la missione e' a rischio.L'Italia aveva previsto e stanziato 6 milioni di euro per inviare due velivoli e personale militare a supporto della fase finale del dispiegamento della missione. L'emendamento "impegna il Governo a dare seguito all'impegno assunto di fornire trasporto aereo strategico alla missione UNAMID". "La soddisfazione per l'approvazione al Senato dell'ordine del giorno promosso dalla nostra associazione e portato in aula dal senatore Piero Marcenaro - afferma in una nota Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur - e' oggi amplificata dalla notizia della nomina di Gambari a comandante dell'Unamid.L'ex inviato speciale in Myanmar si appresta ad affrontare un incarico per nulla semplice" L'Associazione si augura che "Gambari riesca a fare meglio di Adada, secondo il quale la guerra in Darfur era finita e per questo aveva catalizzato su di se' critiche da gran parte della Comunita' internazionale". (AGI)

Thursday 3 December 2009

Notizia del Sudan



BBC Arabic Ultimo aggiornamento: Giovedi December 3 ° / Dicembre, 2009, 02:59 GMT Gamberetti capo della missione di pace africana nel Darfur Nazioni Unite hanno deciso di fissare il diplomatico Gambari nigeriano Ibrahim, capo della missione di pace africana in Darfur, nel Sudan occidentale. Un portavoce delle Nazioni Unite segretario generale Ban Ki-luna ha detto Gambari sarà presieduto dalla missione dell'Unione africana nel mese di gennaio. Il gambero è l'inviato internazionale in Birmania. © BBC 2009

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آخر تحديث: الخميس, 3 ديسمبر/ كانون الأول, 2009, 02:59 GMT
جمبري رئيسا لبعثة قوات حفظ السلام الافريقية لدارفور
قررت الامم المتحدة تعيين الدبلوماسي النيجيري ابراهيم جمبري رئيسا لبعثة قوات حفظ السلام الافريقية في اقليم دار فور غرب السودان.
وقال متحدث باسم الامين العام للامم المتحدة بان كي مون ان جمبري سيتولى رئاسة مهمة قوات الاتحاد الافريقي في شهر يناير كانون الثاني المقبل .
يذكر ان جمبري هو المبعوث الدولي الى بورما.

Friday 27 November 2009

Darfur beloved Darfur!!!

Sudan: Khartoum boicotta la missione Onu in Darfur
di Antonella Napoli
Slitta l'appuntamento elettorale del 2010 in Sudan. Ban Ki-moon accusa il regime di boicottare la missione di pace in Darfur. Si teme una nuova guerra nella regione.
COLLEGAMENTI
Il Sudan si avvia verso l’appuntamento elettorale del 2010 con una consapevolezza diversa. La disponibilità del governo sudanese a confrontarsi con tutti i partiti potrebbe portare alle prime elezioni ‘libere’ dopo ventiquattro anni. Eppure nei giorni scorsi è stato deciso lo slittamento della data del voto di un'ulteriore settimana.La tensione nel Paese è sempre più alta. Nei giorni scorsi, a causa di scontri avvenuti in due villaggi Dinka nella zona di Bulok, contea di Awerial, sono morte una cinquantina di persone e almeno venti sono rimaste ferite. Ad attaccarli un gruppo armato dell'etnia Mundari, che si contrappone ai dinka per il controllo del territorio. Solo poche ore prima era scampato a un attentato il ministro dell'Agricoltura, Samson Kwaje, che ha riportato ferite gravi, mentre sei uomini della sua scorta sono stati trucidati. L’escalation di violenza di queste ultime settimane rischia di compromettere il processo elettorale che si è avviato con la costituzione di un’apposita commissione voluta dai vertici del regime. I rappresentanti delle diverse forze, durante il primo incontro, hanno sollevato rilievi e chiesto chiarimenti per accertare il corretto andamento dei preparativi in vista dell’Election day (si vota per i governi nazionale, regionali e locali), in particolare delle procedure per l’istituzione del registro elettorale che hanno preso il via all'inizio di questo mese. Per questo la data delle elezioni è slittata dal 5 all'11 aprile.Il vice presidente della delegazione nazionale, il professor Abdallah Ahmad Abdallah, ha rassicurato che “la frequenza delle registrazioni per le elezioni è buona. Le operazioni nelle diverse province del Sudan procedono con un ritmo accettabile e in modo razionale”. Abdallah ritiene che la crescente affluenza dei cittadini che si stanno registrando “sia il primo passo verso una percentuale alta di votanti”. Intanto l'Onu accusa il Sudan di continuare a boicottare la missione di pace in Darfur. Il governo sudanese, nel solo 2009, ha bloccato le operazioni delle pattuglie di peacekeeping nella regione occidentale del Paese in ben 42 occasioni.

Wednesday 25 November 2009

Lubana a parigi





Dall'Italia e dalle Regioni
DARFUR: "SUDAN NEGA VISTI, MISSIONE MILITARE ITALIANA NON PARTE"
(AGI) - Roma, 24 nov. - Il governo sudanese ha negato i visti ai militari italiani in procinto di partire per il Darfur a sostegno della missione di pace Unamid. Ne da' notizia l'associazione "Italians for Darfur" riportando quanto affermato dal sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga nel corso della seduta della Commissione Difesa al Senato dell'11 novembre scorso. "Come si evince dal resoconto della seduta -sottolinea l'associazione- il sottosegretario Cossiga ha confermato che dal gennaio 2009 per sei mesi era previsto l'invio di due velivoli e di un piccolo contingente, finanziato per circa 6 milioni di euro nell'ambito del decreto sulle missioni all'estero, ma quest'ultimo non e' mai partito perche' il governo sudanese non ha rilasciato i visti per i nostri militari". La missione italiana era stata annunciata dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nell'ambito dell'ultima discussione in parlamento sul rifinanziamento delle missioni militari all'estero. Resta il problema della destinazione delle risorse stanziate per la missione. Italians for Darfur auspica che "non siano utilizzate diversamente". "L'emergenza nella regione e nel Sud Sudan, dove la tensione in vista delle elezioni e del referendum per l'indipendenza e' sempre piu' alta, - conclude la nota - e' ancora pressante e il supporto del nostro Paese rimane fondamentale".

ESTERI
martedì 24 novembre 2009, 17:42
Sudan, la donna condannata per aver indossato i pantaloni fugge a Parigi
di Manila Alfano
Strumenti utili
La giornalista sudanese Lubna Hussein, nota alle cronache per essere stata arrestata dopo aver indossato un paio di pantaloni a Khartoum, è riuscita ad aggirare il divieto di espatrio imposto dalle autorità del suo paese fuggendo a Parigi. La donna dopo essere stata fermata dalla polizia nel mese di luglio è stata poi condannata a un mese di carcere in modo da evitare la pena delle 40 frustate, comminata invece ad altre sue colleghe che con lei erano state fermate per lo stesso motivo. La pena prevedeva anche il divieto di espatrio dal Sudan, eppure è riuscita lo stesso ad arrivare in Francia dove pubblicherà il suo prossimo libro dal titolo: «40 frustate per i pantaloni» che, come si prevede, scatenerà non poche polemiche in patria. Il libro, per ora scritto in francese, sarà presto tradotto in arabo, inglese e swahili e contiene numerosi particolari inediti dell'arresto suo e di altre 12 donne che con lei erano solite indossare i pantaloni, abbigliamento considerato non consono a una donna nel paese arabo. «Migliaia di donne sono andate in prigione in Sudan per questo motivo - spiega - e non avevano nessuna possibilità di difesa».

Tuesday 24 November 2009

24. Novembre.1899




La sconfitta del Khalifa Abballai e la fine del Mahadya

Data storica 24.Novembre 1899
Sudan sotto il dominio Anglo-Egiziano dopo 13 anni d’indipendenza


Umm Diwaykarat, 24 November1899 Khalifa Abballai a sinistra, Amir Ahmad Fadl quando hanno capito che non possono vincere la battaglia contro l’Inglese e questo giorno e la fine del Mahadya hanno inginocchiato su loro pezzi di “Farwa” “fatti da pelli di pecora per pregare” aspettando senza paura la loro morte. “ Cameron collection Photographer “ sconosciuto.

Historical date 24 November 1899
Umm Diwaykarat 24 November 1899. The bodies of the Khalifa « Abdallahi left and the Amir Ahmed Fadil » displayed after the battle. When it had become clear that the day was lost, the Khalifa and his chief lieutants had knelt on their sheep skins and fearlessly met their deaths.

That was the end of Mahadya state in Sudan and the occupation of the condominium Anglo-Egyptian rule ended by self-determination by Anglo –Egyptian and Sudanese nationals 1954 led to INDEPENDENCE 1956.
Era dovere recordare questo giorno............................Azim

Monday 23 November 2009

Fine del storia:


Ottavo,


Ignoranza e analfabetismo del popolazione del Darfur ha aiutato altri a controllare loro senza problema, genti che molto semplici e umili.

Nonno,


Autentico e certifico studi della storia del Darfur, geografia, tipografia, complessa del area del Darfur, manca una ricerca accurata del Tribù che abitano li origine loro credenza. Quindi questi studi che mancano fanno capire che viene li a risolvere i problemi e mettere tutti questi tribù insieme non ha nessun conoscenza del fatti di questi tribù o regione del Darfur.

Decimo,

A completare la disgrazia del Darfur stato il mondo Islamico. La situazione sta peggiorando in Darfur e in Sudan da10 anni ma il Sudan stato lasciato solo da parte del mondo Islamico.

Conclusione

Questi dieci fattori ed altri si non sono stati menzionati giocano una parte vitale per la crisi del Darfur. La Corte Internazionali della giustizia con la cattura e la condanna del Imputato Omer Al Bashir non risolve la problema della zona e solo un sollievo morale per chi ha sofferto perdita di terreno o un caro parente ma altri problemi fondamentale rimangano. Problemi di pascolare bestiami di agricoltura, e convivenza civile e morale tra tutti i tribù nella zona o la provincia del Darfur.

Tra le popolazione di origini Africani che vivano in Darfur anche ci sono delle divergenza da risolvere e fondamentale questo prima di sedere per risolvere problemi tra nativi di origini Araba che vivano in Darfur e quelli di origini Africana.

Stanziare soldi per la costruzioni di scuole, ospedale, pozzi d’acqua, e centri per consulenza agraria e veterinaria per allevamento bestiami.


Movimento di Abdelwahid Mohamed Nur, ha messo condizione chiari per ritornare al tavola della conferenza Internazionale su Darfur:-
Primo:- Disarmare i Janjaweed.
Secondo:- Liberare i terreni e case di quelli che ora occupano prima del
Sfollati.
Terzo:- Provvedere la sicurezza per i Darfuriani.

Questa volta non e tavola rotonda intorno un bicchiere di caffè o tè, la crisi del guerra del Tchad che ha generato una guerra al confine del Sudan da parte del Darfur, ha scaricato tanti armi e armi sofisticatissimi che ora nella mani di alcuni tribù ma anche nella mani di alcuni banditi. La guerra nel Congo generato anche essa una valanga di armi nel sud Sudan e perfino nel vicino Kordufan ma il grosso della partita d’armi senza autorizzazione finito in Darfur.

Ora che ha la sua anima con coscienza sporca pratica la rapina a mano armata sequestra volontari di Organizzazione Umanitari. Banditismo e tribù che difende sua bestiame con la forza d’armi. Alcuni due 10 anni fa il Sudan ha bandito l’arma bianca come coltelli e spada spranga e cosi via orarono stati sostituiti del ‘ arma da fuoco.
In Kordufan nessuna problema anche si una parte della partita d’armi da fuoco sono venduti li ma perché in Darfur.
Il governo del Sudan ha ignorato tutti i problemi del Darfur, dal indipendenza fino ad oggi niente autostrada che percorrano tra Khartoum e al Fashir il capo luogo del Darfur, servizi di sanità e scuola. Darfur soffre di sete nel periodo della siccità ma niente piani di pozzi d’acqua e quelli che ci sono stati realizzati da altri paese per bonificare la zona.

Tribù che orarono armati di fucile e mitragliette non si disarmano facilmente, anche si questo e possibile dove e la forza di polizia e o esercito che possono girare un territorio grande come la Francia. Troppi rancori e vendetta da sfollati o altri che sono stati rubati loro bestiami i morti da una parte e l’altro, risarcimenti da capo giro tra villaggi distrutti e patrimonio perduto.

Il fuoco sotto la cenere ancora nessuno sia Fur e Zagahwa, Dagio, ed altri tribù Africani del Darfur hanno tra loro pure piccoli rancore per questo non hanno un fronte unica per sedersi con il governo di Khartoum una voltarono presentati i dodici fazione combattenti.

Politicamente sia Partito del Congresso, quello del Umaa o del Fratelli Musulmani che fa parte il Turabi hanno sempre giocato con interessi della loro benefici politici ma non per l’interessi della popolazione della zona.

Ottavo,


Ignoranza e analfabetismo del popolazione del Darfur ha aiutato altri a controllare loro senza problema, genti che molto semplici e umili.

Nonno,


Autentico e certifico studi della storia del Darfur, geografia, tipografia, complessa del area del Darfur, manca una ricerca accurata del Tribù che abitano li origine loro credenza. Quindi questi studi che mancano fanno capire che viene li a risolvere i problemi e mettere tutti questi tribù insieme non ha nessun conoscenza del fatti di questi tribù o regione del Darfur.

Decimo,

A completare la disgrazia del Darfur stato il mondo Islamico. La situazione sta peggiorando in Darfur e in Sudan da10 anni ma il Sudan stato lasciato solo da parte del mondo Islamico.

Conclusione

Questi dieci fattori ed altri si non sono stati menzionati giocano una parte vitale per la crisi del Darfur. La Corte Internazionali della giustizia con la cattura e la condanna del Imputato Omer Al Bashir non risolve la problema della zona e solo un sollievo morale per chi ha sofferto perdita di terreno o un caro parente ma altri problemi fondamentale rimangano. Problemi di pascolare bestiami di agricoltura, e convivenza civile e morale tra tutti i tribù nella zona o la provincia del Darfur.

Tra le popolazione di origini Africani che vivano in Darfur anche ci sono delle divergenza da risolvere e fondamentale questo prima di sedere per risolvere problemi tra nativi di origini Araba che vivano in Darfur e quelli di origini Africana.

Stanziare soldi per la costruzioni di scuole, ospedale, pozzi d’acqua, e centri per consulenza agraria e veterinaria per allevamento bestiami.


Movimento di Abdelwahid Mohamed Nur, ha messo condizione chiari per ritornare al tavola della conferenza Internazionale su Darfur:-
Primo:- Disarmare i Janjaweed.
Secondo:- Liberare i terreni e case di quelli che ora occupano prima del
Sfollati.
Terzo:- Provvedere la sicurezza per i Darfuriani.

Questa volta non e tavola rotonda intorno un bicchiere di caffè o tè, la crisi del guerra del Tchad che ha generato una guerra al confine del Sudan da parte del Darfur, ha scaricato tanti armi e armi sofisticatissimi che ora nella mani di alcuni tribù ma anche nella mani di alcuni banditi. La guerra nel Congo generato anche essa una valanga di armi nel sud Sudan e perfino nel vicino Kordufan ma il grosso della partita d’armi senza autorizzazione finito in Darfur.

Ora che ha la sua anima con coscienza sporca pratica la rapina a mano armata sequestra volontari di Organizzazione Umanitari. Banditismo e tribù che difende sua bestiame con la forza d’armi. Alcuni due 10 anni fa il Sudan ha bandito l’arma bianca come coltelli e spada spranga e cosi via orarono stati sostituiti del ‘ arma da fuoco.
In Kordufan nessuna problema anche si una parte della partita d’armi da fuoco sono venduti li ma perché in Darfur.
Il governo del Sudan ha ignorato tutti i problemi del Darfur, dal indipendenza fino ad oggi niente autostrada che percorrano tra Khartoum e al Fashir il capo luogo del Darfur, servizi di sanità e scuola. Darfur soffre di sete nel periodo della siccità ma niente piani di pozzi d’acqua e quelli che ci sono stati realizzati da altri paese per bonificare la zona.

Tribù che orarono armati di fucile e mitragliette non si disarmano facilmente, anche si questo e possibile dove e la forza di polizia e o esercito che possono girare un territorio grande come la Francia. Troppi rancori e vendetta da sfollati o altri che sono stati rubati loro bestiami i morti da una parte e l’altro, risarcimenti da capo giro tra villaggi distrutti e patrimonio perduto.

Il fuoco sotto la cenere ancora nessuno sia Fur e Zagahwa, Dagio, ed altri tribù Africani del Darfur hanno tra loro pure piccoli rancore per questo non hanno un fronte unica per sedersi con il governo di Khartoum una voltarono presentati i dodici fazione combattenti.

Politicamente sia Partito del Congresso, quello del Umaa o del Fratelli Musulmani che fa parte il Turabi hanno sempre giocato con interessi della loro benefici politici ma non per l’interessi della popolazione della zona.

Friday 20 November 2009

News from Sudan.





وجهت الخرطوم أمس انتقادات لاذعة للسياسة الأمريكية تجاه السودان، وأشارت إلى العقوبات الأحادية وضرب مصنع للأدوية قبل 11 عاماً، والحصار الاقتصادي الذي يطال كل شيء، وذلك بالتزامن مع زيارة المبعوث الأمريكي للسلام في السودان اسكوت غرايشن، فيما أعلنت وزارة الخارجية الفرنسية عن محادثات سياسية يجريها الزعيم الجنوبي السوداني سلفا كير في باريس خصوصا في الاليزيه ومع وزير البيئة الفرنسي جان لوي بورلو.وقال الدكتور مصطفى عثمان إسماعيل، مستشار الرئيس السوداني، أمام الجلسة الافتتاحية لمؤتمر قضايا التعليم في دنقلا، إن العقوبات الأمريكية لن تزيدنا إلا صلابة وثباتا، والحصار سيدفعنا إلى العمل والإنتاج. واضاف “لسنا طامعين في الجزرة الأمريكية ولسنا خائفين أو مشفقين من العصا التي ترفعها علينا”. وتابع قائلا: “هؤلاء لا يفهمون أن الشعب السوداني لم يعد مكترثاً لعقوباتهم ولا إلى منحهم”، مشيراً إلى أن التحول الذي يجري في البلاد في مجالات الزراعة والصناعة والصحة والتعليم وغير ذلك هو من صنع أهل السودان. ووصف إسماعيل الانتخابات المقبلة بالمعركة الفاصلة مؤكداً إجراءها في أجواء حرة ونزيهة، وكرر حديث الرئيس السوداني في بورتسودان وقال: “نحن لا نتقرب إلى الله بالتزوير وإنما بالعمل الطيب لأن الله طيب لا يقبل إلا الطيب”. ودعا مواطني الولاية الشمالية إلى الإقبال على مراكز التسجيل وقال: “الحج عرفة والانتخابات تسجيل”.من جهة أخرى، أكد أحمد إبراهيم الطاهر رئيس المجلس الوطني السوداني (البرلمان) ان نهاية دورة المجلس الحالية لا تعني نهاية اجل المجلس وسيكون خلال العطلة في حالة استدعاء وفق ما هو منصوص عليه في الدستور تحسباً لأي مستجدات. وأشار إلى أن المجلس سيبدأ أعماله في السابع من الشهر المقبل ويستمر حتى الثاني والعشرين منه، ويتضمن جدول الأعمال بعد العطلة مجموعة من القوانين على رأسها قانون الأمن الوطني وقانون النقابات وغيرها. في غضون ذلك، قال المتحدث باسم وزارة الخارجية الفرنسية برنار فاليرو ردا على سؤال حول وجود الزعيم الجنوبي في فرنسا، ان “سلفا كير موجود في باريس وسيجري محادثات في رئاسة الجمهورية وكذلك مع وزير الدولة جان لوي بورلو”. وأضاف أن وزير الخارجية الفرنسي “برنار كوشنير يرغب في اللقاء معه ولكن” نظرا إلى وجوده حاليا “في كابول فإننا ندرس مع كير إمكانية عقد اجتماع عمل في وزارة الخارجية”.الخليج

War in Darfur.





Movimento di guerriglia
Alcuni movimenti di guerriglia militari nati nel 2003 ma sono stati domati subito del governo del Khartoum, quella molto importanti e di Ing. Dawoud Yahia Polad, ha posato una domanda si Darfur sarà indipendente o fa parte del Sudan?
Questo movimento stava chiedendo solo sviluppo e servizi sociale sanitari e autostradali, ma con le armi in pugni, questo Khartoum lo ha fatta accelerare di liquidare il movimento.
Rispondiamo alla questione “Darfur una provincia o stato indipendente?”
Ci servi analisi perfetta della storia, politica, religione, anche la situazione attuale in Darfur per arrivare ed un soluzione globale.
Chi guarda la crisi studia e analisi la situazione in Darfur, capirà che si il governo non prende sul serio di risolvere la crisi, il Darfur si stacca del Sudan totalmente e forma un stato libero.
I musulmani sempre hanno preso alla leggera alcuni situazione quella del Andalusia e India, cosi pure la situazione del Darfur e seria con tutti le opzioni compresso quello della separazione totale del Sudan.
Dico questo per alcuni motivi:-
Primo,
Darfur e grande e piena di risorse di petrolio e uranio, analisti del ovest Europa dicono che grande come la Francia cosi dando impressione che potrebbe essere un paese.

Secondo,
Complesso e la locazione geografica Darfur fianca frontiera commerciale, politica, famigliare con Chad e Libia.

Terzo,
Radici etnica del tribù del Darfur e considerato vitale. I popolazione tutti musulmani, 80% di origini Africana e contadini, i resti tribù Arabi immigrati a Darfur nel 1900 secolo tutti pascolano bestiami. Questo fatto di due tribù una prevalentemente gruppi di tribù Africani e l’altri gruppi Arabi questo fatto ha creato divergenza tra le gruppi di etnia diversi.
Disaccordo tra loro ma anche andato a profondo solo i capi tribù risolvevano piccoli e grande litigi parlamentando attorno una tavola sotto fondo di un caffè o alcuni bicchieri di te caldo. Non e una sorpresa che Mhajireen e l’Ansar avevano questi disaccordi. Si questi divergenza non mai stata risolta altri problematica sorgono e diventa una problema di sicurezza nel regione. Il deserto ha una natura molto rigida e crudele metterebbe pastore contro coltivatori di diversi tribù che cercano acqua e terreni per pascolare loro bestiami.

Quartetto,
La storia del Darfur divide concetti e fatti, a parte questa storia chela regione era indipendente del Sudan. In realtà era un Sultanato Musulmana, compreso sua larga complessa tribù di origini Africana. Ultimo Sultano di Darfur era Al-Wareh Ali bin Dinar, chi ha governato del 1898 fino 1916, mandava a Mekka la coperta del Ka’ba per venti anni. Lui che ha aiutato il Khalifa Ottomano durante la prima guerra mondiale con questo fatto eruttato il governo Inglese che occupava Sudan quel tempo cosi 1916 l’Inglese hanno annesso Darfur al Sudan finendo la Sultanato di Ali Dinar uccidendolo. Questo fatto lascia pensare che i residente del Darfur vogliano essere come prima si il governo di Khartoum non svilupparsi la regione.

Quinto,
Israeliani interferiscono per dividere il Darfur per profittare della risorse sotto suolo del Darfur. In fatti Francia sta progettando ma anche per pacificare la zona del grande tribù Fur per questo sta’aiutando la fazione SPLM.

I britannici anche interferiscono nella regione aiutando la fazione JEM anche loro vogliano la separazione del Sudan.

L’Americani come Inglese e Francese hanno interessa nel Darfur, Sudan e anche nel tutta Africa, ma tutto il mondo sta spengendo sua forza internazionale sotto la segretariato UNO perla pace nella regione. Israeliani hanno raccolto 5 milioni di dollari per aiutare i rifugiati Darfuriani.

Non posso dimenticare i tanti organizzazioni umanitari che lavorano in Darfur ma anche atti criminosi che successi da Arche de Zoè che ha trafugato bambini del Darfur per venderli in Francia.

Sesto,
Anni passati e il governo Sudanese considerava Darfur un territorio desertico popolato da tribù Beduini senza risorsa, quindi non ha nessuna importanza. Era una amministrazione severa con ideologia sbagliata lasciando il regione in povertà assoluta, isolato, con assenza di sicurezza, inffrasrectura e rappresentanza nel parlamento.
Con questo risultato i popolo del Darfur non avuto fiducia in Sudan. Quando Omer Al Bashir venuto a capo del governo la relazione tra Darfuriani e Sudanese deteriorata cosi hanno cominciato a disobbedire e fondando movimenti di guerriglia. Quando si tenta la riconciliazione la problema va ignorata ma non risolta. Tutti le cause si calmano ma dopo tornano peggio di prima.

Settimo,
L’esercito Sudanese fondato su 90.000 soldati. Stato indebolito durante le ultimi 20 anni dalla guerra del sud Sudan cosi no po’ ne controllare ne provvedere alla sicurezza dal grande Sudan di 2.490.000 km quadrati, specialmente contro i Janjaweed che sono Arabi.
Loro sono tribù Arabi e vestano con Galabia e turbanti. Loro che sono stati nominati come tagliatori di strada e rubano con mano armata e lo hanno chiamati Janjaweed, collaborano con il governo di Khartoum, si questo e vero allora il governo del Sudan e deboli cosi l’esercito non po’ fare nulla ha bisogno di questi ladri criminale ad aiutare il governo contro i tribù Africani del Fur ed Zagahawa, Tungur, Masaliet etc.
Si il governo non collabora con loro ma non riesci a disarmarli allora e deboli pure perché i janjaweed anche uccidano soldati e polizia del governo di Khartoum, questo significa insicurezza e instabilità nella zona.

Ottavo,
Ignoranza e analfabetismo del popolazione del Darfur ha aiutato altri a controllare loro senza problema, genti che molto semplici e umili.
La prossima settimana finisco questta storia che stata elaborata da me dopo raccolta di notizie e fatti del Sudan........................................azim