Sudan and conflicts zones.

Sudan and conflicts zones.

Tuesday 18 November 2008

Protesta e arresti....ah la guerra del Darfur dimendicata

I wonder for the newspapers coming out all the time with Mr. Presedent Al Bashir had doen so ...so ...so ... and the party also his colleages all that and still they write for the political gunta rulling the country for more than 19 years oil revenue is divided north and south but in the north never arrive to the simple citizen even to benifit of it, medicine is expesive, to hospitalize a parent you have to pay and inflation is high so the giornalists have wright to protest.................azim
اعتقال صحافيين سودانيين خلال احتجاج على الرقابة
اعتقلت السلطات السودانية حوالي 60 صحافيا وموظفا في حقل الاعلام شاركوا في احتجاج في الخرطوم الاثنين ضد الرقابة التي تفرضها الحكومة على وسائل الاعلام.
وقال شاهد عيان لوكالة رويترز ان شرطة مكافحة الشغب تدخلت واستخدمت العصي والدروع الواقية لاعتقال المتظاهرين الذين كانوا يرفعون شعارات امام مبنى البرلمان بضاحية ام درمان.
يذكر ان حرية الصحافة في السودان يضمنها اتفاق السلام الذي وقع في 2005، الذي انهى عقدين من الحرب الاهلية بين الشمال والجنوب، ولكن الصحفيين طالما اشتكوا من قيام السلطات بمصادرة الصحف التي تنشر مقالات تعارض سياسات الدولة ومن المضايقات التي تمارسها قوى الامن بحقهم.
وتقول التقارير الاخبارية إن الشرطة اعتقلت المتظاهرين، ومن بينهم نساء، ووضعتهم في شاحنة في حولي التاسعة والنصف بالتوقيت المحلي (التاسعة والنصف صباحا بتوقيت جرينتش) واقتادوهم الى مركز للشرطة يقع في ام درمان.
وقال شهود عين لوكالة رويترز ان صحفيين بارزين في تسعة صحف سودانية كانوا بين المعتقلين.
وقال عبد المنعم سليمان، وهو صحافي في صحيفة "اجراس الحرية"، للوكالة ان مثل هذا الامر لم يحدث بتاتا في الماضي، وقال: "لم تعتقل الشرطة قط هذا العدد من الصحافيين من قبل. لاتوجد حرية في السودان".
ومضى الصحفي سليمان للقول: "لم يأت المتظاهرون الى هنا ليقاتلوا قوات الامن، فقد كانوا عزلا. الغرض الوحيد لتجمعهم كان احاطة الرأي العام علما بغياب الحرية في البلاد."
يذكر ان الصحف السودانية تقول إن السلطات الامنية تقوم بزيارتها بشكل منتظم كل ليلة، حيث يقوم رجال الامن بمطالعة اعداد الغد وحذف المقالات التي يعتبرونها حساسة.
وقد ادانت الحركة الشعبية لتحرير السودان الجنوبية التي وقعت اتفاق السلام مع الحكومة عام 2005 اعتقالات اليوم.
Sudan 67 giornalisti arrestati. Protestavano contro la censura
di Enzo Nucci

Un gruppo di 67 giornalisti (28 donne e 39 uomini) è stato arrestato a Khartoum davanti alla sede del parlamento sudanese. Protestavano contro la censura nei giornali. Sono accusati di aver violato le norme sull’ordine pubblico.La libertà di stampa è una chimera nel più grande paese africano, guidato con pugno di ferro dal presidente Omar El-Bashir, sostenuto da una durissima giunta militare. La costituzione provvisoria (che dovrebbe portare il paese verso la fine della guerra civile e la transizione politica) prevede la libertà di espressione ma non è stata ancora approvata.Ogni notte le forze dell’ordine fanno irruzione nelle redazioni dei giornali ed applicano sistematicamente la censura.La protesta di oggi è l’ultima di una serie di manifestazioni che hanno contrassegnato il mese di novembre. Due settimane fa la redazione di un quotidiano dichiarò lo sciopero della fame per chiedere la liberazione di alcuni loro colleghi arrestati.Il presidente Bashir ha annunciato appena 5 giorni fa il cessate il fuoco incondizionato delle forze armate sudanesi nel Darfur, dove da cinque anni infuria una guerra civile che ha causato 300 mila morti e 3 milioni di sfollati. Un annuncio solenne fatto durante una conferenza stampa con un perfetto s tempismo per arginare i procedimenti contro di lui avviati dal tribunale internazionale che lo accusa di genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità. Reati commessi dal 2003 ad oggi nella guerra dove si misura l’esercito sudanese affiancato dalle milizie arabe dei janjaweed (i diavoli a cavallo) contro gruppi ribelli e civili.Infatti nelle prossime settimane il tribunale internazionale riceverà le prove supplementari richieste dal procuratore Luis Moreno-Ocampo. La tregua unilaterale e senza condizioni potrebbe tornare utile a Bashir nei confronti dei governi internazionali per fermare il processo, che sicuramente presenta poche possibilità di essere celebrato anche perché è la prima volta che si cerca di portare sul banco degli imputati un capo di stato ancora in carica. E non è chiaro quale forza internazionale sarebbe incaricata del “prelievo” dell’imputato dal Sudan. Il processo ha dunque una rilevanza puramente politica ma risulterebbe totalmente sterile di effetti produttivi.Con il cessate il fuoco ed un piano di disarmo già annunciato, Bashir ha disinnescato una pericolosa bomba che potrebbe invece esplodere con grande fragore sulla comunità internazionale. Con questa mossa infatti il presidente sudanese toglie la legittimità alle istituzioni internazionali di emettere il mandato d’arresto nei suoi confronti, un atto che metterebbe dunque a rischio la pace nel Darfur.La libertà di stampa non è certo in cima ai suoi pensieri. La libera opinione può attendere.

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