Sudan and conflicts zones.

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Monday 5 May 2008

Delema of Darfur civil war


Ancora violenze in Darfur e inaccettabile comportamento del Sudan
Scritto da Claudia Colombo
martedì 28 agosto 2007
on una decisione che non mancherà di far discutere il governo sudanese ha deciso di espellere il direttore per il Sudan della organizzazione non governativa Care International. Secondo la Commissioni Affari Umanitari del Sudan, Paul Parker, questo il nome del direttore di Care, si sarebbe macchiato del reato di intromissione negli affari interni sudanesi e di cospirazione contro il Governo di Khartoum.
Tutto nasce da una serie di comunicati diffusi dalla sede di Khartoum di Care International secondo i quali la situazione in Darfur stava ulteriormente peggiorando. Stando a quanto appreso da fonti giornalistiche in Sudan, questo sarebbe stato interpretato dalle autorità sudanese come una palese intromissione negli affari interni del paese e come tentativo di cospirazione contro il Governo sudanese attraverso la diffusione di notizie false e tendenziose.
Secondo quanto stabilito dalla Commissione stessa Parker dovrà lasciare il Sudan entro 72 ore dopo di che sarà considerato alla stregua di un immigrato clandestino e quindi imprigionato. Con la stessa accusa nei giorni scorsi erano stati espulsi dal Sudan anche due diplomatici occidentali, l’incaricato d’affari canadese e il rappresentante della Commissione europea a Khartoum, anche se in quest’ultimo caso dopo l’intervento della Commissione Europea l’espulsione è stata sospesa a tempo indeterminato.
Riteniamo questo comportamento del Sudan totalmente inaccettabile in quanto vuole chiaramente impedire qualsiasi diffusione di notizie riguardanti il Darfur, in special modo quelle riguardanti la regione settentrionale dove negli ultimi giorni si sono riaccesi violenti combattimenti.
A tal proposito va segnalata la furente polemica a distanza scoppiata tra il fondatore del Movimento di Liberazione del Sudan, Abdelwahid al-Nur, e l’inviato speciale dell’Unione Africana in Sudan, Salim Ahmed Salim. Quest’ultimo, in visita in Darfur per convincere tutti i capi ribelli a partecipare ai prossimi colloqui di pace, durante un colloquio con alcuni esponenti dei gruppi ribelli riferendosi alla decisione di al-Nur di non partecipare a nessun colloquio di pace sino a quando non sarà stabilito un cessate il fuoco ha detto: “io accetto la posizione di al-Nur, ma non accetto la sicurezza totale come una precondizione ai colloqui, che sono l’unico modo per assicurare una sicurezza duratura alla regione”
Piccata la risposta di Abdelwahid al-Nur che ha detto ad alcuni rappresentanti delle Organizzazioni non governative presenti in Darfur: “l’inviato dell’Unione Africana (UA) farebbe bene a non chiudere gli occhi sulla realtà e per questo lo invito a non complicare la crisi attuale. Nella regione settentrionale si sta combattendo ferocemente e Khartoum fa uso sistematico degli aerei e delle milizie janjaweed. Come possiamo sederci ad un tavolo delle trattative mentre la nostra gente viene massacrata?”
In mezzo a tutto questo susseguirsi di eventi continua l’imbarazzante immobilità della comunità internazionale e ancora non si è deciso quando prenderà il via la missione di pace ibrida, ne chi fornirà i militari necessari, il tutto mentre ogni giorno la gente in Darfur continua a morire. In compenso si accetta passivamente ogni decisione presa dal governo sudanese anche quando queste decisioni vanno palesemente a danno dei milioni di rifugiati.
Claudia Colombo per Watch International
SONO adolorato per questa guerra civile che dura con il tempo ma senza aver fatto nulla che uscidere essere uomani e basta ..........................................azim

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