Sudan and conflicts zones.

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Saturday, 15 May 2010

Cry beloved Darfur you had been eliminated!!

centinaia i morti in poche settimane
13-05-2010 14:27
"L'Onu intervenga con nuovo e più efficace impegno"
Roma, 13 mag. (Apcom) - "Sono state oltre un centinaio, in meno di un mese, le vittime degli scontri tra tribù rivali in Darfur. L'Onu intervenga con un nuovo è più efficace impegno per la difesa della popolazione". E' quanto ha dichiarato Antonella Napoli, presidente di "Italians for Darfur", intervenendo oggi alla conferenza internazionale "Religioni, culture, diritti umani: un rapporto complesso in evoluzione" promossa dal ministero degli Esteri. "La missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Sudan - ha evidenziato la Napoli, giornalista e attivista per i diritti umani - ha riscontrato un aumento delle forze di governo e dei miliziani ribelli nella regione e ha segnalato la ripresa del conflitto fra le parti contrapposte che finora sembrava sopito. La situazione di sicurezza nel Darfur settentrionale è sempre più tesa e i recenti scontri tra le tribù di Misseriya e Rizeigat Nawaiba, scoppiati all'inizio di marzo vicino a Nertiti nel Darfur occidentale e conclusisi in breve tempo grazie all'accordo di pace firmato il 28 marzo, ne sono la testimonianza più diretta. Purtroppo non sono stati gli unici episodi, infatti combattimenti sono ripresi nei giorni scorsi e, ad oggi, si stima che abbiano causato 107 vittime da entrambe le parti e la fuga dalle loro case di migliaia di persone''. La presidente di Italians for Darfur, che ha poi puntato l'attenzione sulla comunità dei rifugiati del Darfur in Italia, sostenuta dall'associazione per i diritti umani che ne segue le vicende dal 2006, ha ricordato che "il conflitto nella regione occidentale del Sudan si è intensificato e si è 'guadagnato' la ribalta dell'opinione pubblica mondiale, dal febbraio 2003. Da quel momento il Darfur è stato, ed è tuttora, teatro di una guerra che ha causato lo spostamento di quasi tre milioni di persone, per lo più accolte nei campi profughi situati nelle aree pacificate della regione e la fuga di altre 360.000 verso il Ciad". "Il conflitto nel Darfur è oggi - ha concluso la Napoli - la più grande catastrofe mondiale sul piano umanitario e per i diritti dell'uomo".

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