Sudan and conflicts zones.

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Saturday 31 October 2009

News of Sudan

BBC Arabic

آخر تحديث: السبت, 31 أكتوبر/ تشرين الأول, 2009, 03:30 GMT
القادة الافارقة يتفقون على اقامة محكمة خاصة بدارفور
اتفق القادة الافارقة في اجتماعهم بالعاصمة النيجرية ابوجا على اقامة محاكم مختلطة تضم قضاة سوادنيين واجانب لمحاكمة المسؤولين عن اعمال العنف والقتل التي شهدها اقليم دارفور السوادني خلال السنوات الست الماضية.
وكان رئيس جنوب أفريقيا السابق ثابو مبيكي قد اوصى قادة وزعماء دول الاتحاد الأفريقي بإنشاء هذه المحاكم.
وقال التقرير، الذي اعده مبيكي بتفويض من الاتحاد الأفريقي، إنه يتعين على السودان تقديم المساعدة بشأن اختيار القضاة الذين يجب أن يديروا تلك المحاكم المقترحة.
الا ان منظمة هيومان رايتس ووتش اعلنت ان المحاكم المقترحة لا يجب ان تلغي عمل محكمة الجنايات الدولية التي اصدرت مذكرة اعتقال بحق الرئيس السوداني عمر حسن البشير في وقت سابق من هذا العام بتهمة ارتكاب جرائم حرب وجرائم ضد الانسانية.
وقالت المسؤولة في المنظمة جورجيت جاينون ان اقامة هذه المحاكمة جزء من حزمة واسعة من الترتيبات تهدف الى تحقيق العدالة في الاقليم.
واضافت "كما هناك عدد كبير من الضحايا في الاقليم هناك كبير مماثل من المجرمين الذين يجب محاكمتهم امام محاكم محلية "تتمتع بالنزاهة لكن القضايا الكبيرة يجب ان تبقى من اختصاص محكمة الجنايات الدولية في لاهاي".
لكن رد فعل الحكومة السودانية على خطوة القادة الافارقة كان فاترا اذ اعلن علي عثمان طه ان الاقتراح يجب ان يدرس بدقة بهدف التأكد من عدم تعارضه مع الدستور السوداني.
كما ان حركة العدل والمساواة في الاقليم وصفت الاقتراح بانه غير عملي دون ان تعلن رفضه.
اختيار القضاة
وقد أوصى تقرير مبيكي أيضا الاتحاد باختيار القضاة غير السودانيين الذين يجب أن يدخلوا في تشكيلات المحاكم المقترحة.
وقال التقرير إنه يتعين على أعضاء تلك المحاكم أن يجلسوا معا ويتدارسوا سوية بعضا من أكثر حالات انتهاكات حقوق الإنسان خطورة في إقليم دارفور.
وقال مارتن بلوت، محلل الشؤون الأفريقية في بي بي سي، إن تقرير مبيكي، الذي جاء في 148 صفحة، كُتب بلغة دبلوماسية، لكن التقرير أشار في الوقت ذاته بوضوح إلى أن المحاولات السابقة لتحقيق العدالة في دارفور لم تحرز أي تقدم.
كما أشار التقرير إلى أنه لا المحاكم الخاصة التي أنشأتها الحكومة السودانية، ولا مذكرة القبض التي كانت المحكمة الجنائية الدولية قد أصدرتها بحق البشير، قد أفادت قضية السلام في دارفور بشيء.
وكان مبيكي، الذي يترأس لجنة رفيعة المستوى في الاتحاد الافريقي حول الأزمة في دارفور، قد دعا في وقت سابق من الشهر الحالي إلى تبني مقاربة "شاملة" وجديدة لحل النزاع في الإقليم.
وكان الاتحاد الافريقي قد شكل لجنة رفيعة المستوى لايجاد حل للنزاع في دارفور والتعامل مع الأزمة الناتجة من إصدار المحكمة الجنائية الدولية مذكرة التوقيف بحق البشير.
300 ألف قتيل
يُذكر أن الأمم المتحدة تقول إن 300 ألف شخص قد لقوا حتفهم في دارفور منذ اندلاع الصراع في الإقليم في عام 2003. لكن الخرطوم تقول إن عدد من قضوا نتيجة أعمال العنف بلغ حوالي 10 آلاف شخص.
وكان الصراع في دارفور قد نشب عندما حاولات جماعات متمردة حمل السلاح في وجه القوات الحكومية في الخرطوم، مدفوعين بذلك بما اعتبروه تمييزا ضدهم وإهمالا لهم من قبل الحكومة.
بعدها بدأت ميليشيا الجنجويد الموالية للحكومة بحملة عنف مضادة استهدفت خلالها الأفارقة السود في الإقليم.
http://www.bbc.co.uk/arabic/worldnews/2009/10/091031_mh_darfur_hybridtribunal_tc2.shtml
© BBC 2009

BBC Arabic Ultimo aggiornamento: Sabato 31 ottobre / October, 2009, 03:30 GMT I leader africani convengono di istituire un tribunale speciale in Darfur I leader africani si sono accordati in occasione della riunione nella capitale Abuja, i giudici nigeriano di stabilire un misto Soadnyin e giudici stranieri per cercare i responsabili di atti di violenza e omicidi nella regione sudanese del Darfur nel corso degli ultimi sei anni. L'ex presidente sudafricano Thabo Mbeki ha raccomandato che i dirigenti e il leader dell'Unione africana di istituire questi tribunali. Il rapporto, preparato da Mbeki, incaricato dall'Unione africana, il Sudan ha detto che deve fornire assistenza sulla scelta dei giudici che devono gestire questi campi proposti. Ma Human Rights Watch ha detto che i giudici proposta non dovrebbe abrogare il lavoro della Corte penale internazionale Corte, che ha emesso un mandato d'arresto per il presidente sudanese Omar al-Hassan al-Bashir all'inizio di quest'anno con l'accusa di crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Il funzionario ha detto l'organizzazione Georgette Jinon che l'istituzione di questo studio fa parte di un ampio pacchetto di misure volte a conseguire la giustizia nella regione. Ha aggiunto: "Vi è anche un gran numero di vittime in provincia, c'è un grande criminali di questo tipo che dovrebbero essere giudicati da tribunali locali," un onesto, ma le questioni importanti devono restare di competenza della Corte penale internazionale dell'Aia ". Ma la reazione del governo sudanese di intensificare i leader africani è stato più in sordina, in cui ha dichiarato Ali Osman Taha, detto che la proposta dovrebbe essere esaminata attentamente per garantire che nessuna incompatibilità con la Costituzione del Sudan. Come il Justice and Equality Movement in Darfur e ha descritto la proposta come impraticabile, senza dire che il rifiuto. La selezione dei giudici Il rapporto raccomanda che Mbeki anche la selezione dei giudici, non sudanesi, che dovrebbe entrare in proposta di formazioni tribunali. Il rapporto afferma che i membri di tali tribunali di sedersi insieme e Itdarcoa insieme alcuni dei casi più gravi violazioni dei diritti umani nel Darfur. Ha detto Martin Plaut, un analista di questioni africane alla BBC, la relazione di Mbeki, che è venuto in 148 pagine, scritte linguaggio diplomatico, ma il rapporto fa notare allo stesso tempo, indicano chiaramente che i precedenti tentativi di ottenere giustizia in Darfur non ha fatto alcun progresso. La relazione ha sottolineato che i tribunali speciali creati dal governo sudanese, non un mandato d'arresto, che è stata la Corte penale internazionale ha emesso nei confronti di al-Bashir, hanno beneficiato la causa della pace in Darfur, qualcosa. Mbeki, che dirige l'alto comitato livello dell'Unione africana sulla crisi del Darfur, chiamata all'inizio di questo mese ad adottare l'approccio come "globale" e una nuova risoluzione del conflitto nella regione. L'Unione africana ha istituito un alto comitato di livello per trovare una soluzione al conflitto nel Darfur e far fronte alla crisi derivante dal rilascio di penale internazionale Corte contro il mandato d'arresto Bashir. 300 mila persone Le Nazioni Unite afferma che 300 mila persone sono morte in Darfur dall'inizio del conflitto divampò nella regione nel 2003. Ma Khartoum afferma che il numero di coloro che sono morti a causa della violenza ha raggiunto circa 10 mila persone. Il conflitto in Darfur è iniziato quando gruppi di ribelli Haullac presero le armi contro le forze del governo di Khartoum, in modo guidato da ciò che hanno visto come la negligenza e la discriminazione nei loro confronti da parte del governo. Poi iniziò la pro Janjaweed-anti governo-campagna di violenza mirata che i neri africani della regione.

Friday 30 October 2009

Corte Africana! Bene.. bene..

«Serve una Corte africana per giudicare Omar Bashir»Inviato da redazione il Gio, 29/10/2009 - 17:30Ted GiachettiSUDAN. L’Unione africana è chiamata oggi ad approvare un rapporto sulla crisi in Darfur. Il documento chiede la sospensione dell’immunità per il dittatore al governo di Kharthoum e la costituzione di un Tribunale locale più efficace dell’Aja.L’Unione africana dovrebbe approvare oggi il documento redatto dall’High level panel on Darfur, il gruppo di esperti guidato dall’ex presidente sudafricano Thabo Mbeki, cui era stato affidato il compito di valutare le possibili soluzioni alla crisi sudanese, investigando tra tutte le parti in campo. A sette mesi di distanza dal mandato di cattura emesso contro il presidente Omar Al Bashir dalla Corte penale internazionale (Cpi) la situazione è in stallo: il mandato è sempre valido, ma Bashir, dopo un periodo di assestamento, è tornato a essere l’uomo forte del Paese, invitato e ricevuto all’estero da quei governi che, pur aderendo al trattato di Roma, hanno scelto di non collaborare con la Corte su questo caso. E l’Unione africana spera che la propria proposta possa contribuire a dare giustizia al Darfur. «Non contrapposizione con la Cpi ma collaborazione al processo di pacificazione », sottolinea la Ua, ricordandone i punti cardine : individuazione delle responsabilità, punizione dei colpevoli, riconciliazione. Il rapporto concorda con Moreno Ocampo sulla constatazione che il sistema giudiziario sudanese non sia all’altezza di garantire un processo di tale portata. Ma, contrariamente alla Cpi, non individua in un Tribunale internazionale con sede in Europa il luogo idoneo. Anzi, il rapporto propone la costituzione di “corti ibride”, formate da giudici sia sudanesi sia provenienti da altri Paesi africani, che giudichino in loco. Unica pre condizione, la modifica dell’immunità giudiziaria di cui godono i membri del governo sudanese, compreso il presidente. Se la proposta sarà davvero approvata, da oggi Bashir si ritroverebbe con un’arma in meno da agitare agli occhi dell’opinione pubblica: non potrebbe infatti più tuonare contro «una giustizia occidentale che colpisce solo gli africani» come ha fatto finora, né accusare qualcuno di «ingerenza negli affari interni di uno Stato». Il rapporto Mbeki non offre queste facili vie d’uscita usate per contrastare l’azione di Ocampo. L’Ua, di cui il Sudan è parte, ha votato la costituzione del gruppo di esperti ed è evidente che molti Stati membri vedano in questo la possibilità di di- mostrare la lotta all’impunità, che è un concetto universalmente condiviso, ma può esser portato avanti meglio con processi indigeni. Il livello e la reputazione dei componenti del gruppo è indubbio, tanto che il Sudan li ha accolti e collaborato con loro, facilitando le visite e dando un’ampia copertura mediatica al loro operato. Convenienza e opportunismo Forse. Ma ora Bashir deve trovare il modo di non alienarsi le simpatie degli Stati che finora lo Obahanno sostenuto, e nel contempo riuscire a non farsi processare da un Tribunale riconosciuto da tutta la comunità africana. Potrà farlo solo fingendo di accettare le raccomandazioni contenute nel Rapporto Mbeki, ma ritardarne all’infinito l’attuazione. Una pratica che, almeno nel Sudan, finora è riuscito ad attuare con successo.

Bene ma dovete sapere io lo lascerei al Darfuriani, e giusto che ci sarà una corta Africana cosi siamo fori della supremazia secca del europei................Azim

Wednesday 28 October 2009

Associazione Sudan






Associazione Sudan

Cari Amici Iere ho incontrato alcuni Sudanese per definire la costituzione del Associazione Sudan e abbiamo chiuso l'incontro su :-
1- Sociale 2- Culturale 3- Eventi artistici e sportivi.
I had been yeasterday with some Sudanese we had defined that our Sudanese Association will be aiming to the 3 articles which is fundamental for it's constitution :-
1- Social
2- Cultural
3- Sport, and Artistic events.
Abdelazim Abdella Gomaa

Monday 26 October 2009

News of Sudan

RIFIUTI

RIFIUTI:ONU,16MILA VOLONTARI IN SUDAN PER OPERAZIONE PULIZIA
(ANSA) - BRUXELLES, 26 OTT - Saranno circa 16mila i volontari che il 23 novembre prossimo saranno impegnati nell'operazione di pulizia dall'immondizia della capitale del Sud del Sudan, Juba. L'iniziativa, promossa dalle Nazioni Unite con la collaborazione del governo e di altre agenzie Onu, ha come obiettivo quello di combattere le minacce alla salute causate dallo scarico dei rifiuti in un'area metropolitana in rapida crescita, che ha affrontato focolai di colera, malattie legate all'inquinamento dell'acqua e malaria. ''La pulizia di Juba - ha spiegato Achim Steiner, direttore esecutivo del Programma Onu per l'Ambiente (Unep) - non solo segna l'inizio di un importante progetto che avra' impatti concreti e positivi sulla popolazione, ma fa fare un passo in avanti alla collaborazione con il Sudan per migliorare la gestione ambientale, pre-requisito di uno sviluppo sostenibile''. Il progetto e' parte di un programma finanziato dalla Gran Bretagna con 20 milioni di sterline, per migliorare l'uso sostenibile delle risorse nel piu' grande paese dell' Africa, con la guida dell'Unep. L'operazione pulizia, che verra' replicata in nove stati del Sud del Sudan, sara' accompagnata da una campagna di informazione per incoraggiare i cittadini di Juba ad adottare un approccio amico dell'ambiente, nel gestire l'immondizia in citta'. Il progetto dell'Unep cerca cosi' di venire in soccorso di un paese devastato dai recenti conflitti, per riuscire a raggiungere uno sviluppo sostenibile migliorando la gestione delle risorse naturali. Dopo gli accordi di pace del 2005, l'Unep ha proposto un piano di azione a livello ambientale per il paese, per un valore di 120 milioni di dollari in un periodo dai tre ai cinque anni. (ANSA). Y62-GU 26/10/2009 09:42
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Dall'Italia e dalle Regioni
DARFUR: UNA MOSTRA PER NON DIMENTICARE, DA LUNEDI' A ROMA
(AGI) - Roma, 23 ott. - Una mostra per non dimenticare il Darfur. E' quella organizzata dall'associazione Italians for Darfur e patrocinata dalla Commissione per i diritti umani del Senato, presieduta dal senatore Pietro Marcenaro. La mostra, che sara' presentata lunedi' mattina nella sala delle conferenze dell'ex Hotel Bologna, sara' aperta al pubblico fino al 10 dicembre. Nel corso della conferenza sara' illustrata una mozione, che sara' presentata nell'ambito del rifinanziamento delle missioni italiane all'estero, attraverso cui si chiedera' un intervento del Governo italiano a sostegno della missione di pace dispiegata nella regione sudanese. Interverranno, oltre al presidente della Commissione, la presidente di Italians for Darfur, Antonella Napoli (giornalista e autrice del libro 'Volti e colori del Darfur', Ed. Goree) rientrata da pochi giorni dal Sudan, che relazionera' sulla situazione della crisi umanitaria in corso in Darfur dal 2003. Ci saranno anche la testimonial della campagna per il Darfur Monica Guerritore ed Esam Elhag, rappresentante dei rifugiati della regione sudanese e portavoce dell'Slm, movimento per la liberazione del Darfur.

Saturday 24 October 2009

News of Sudan.


23-10-09
SUDAN: DUE RESPONSABILI 'FONDAZIONE GHEDDAFI' RAPITI IN DARFUR



(ASCA-AFP) - Tripoli, 23 ott - Due responsabili della Fondazione Gheddafi, guidata dal figlio del colonnello libico Muammar Gheddafi, sono stati sequestrati nella regione sudanese del Darfur. A renderlo noto un portavoce della fondazione impegnata in importanti cause umanitarie.I due, le cui generalita' non sono state rese note, appartengono all'Associazione Fratelli del Sud, ha affermato Mashaallah Zaoui, direttore dell'organizzazione.ghi/sam/bra




23-10-09
SUDAN: LIBERATI MEMBRI DELLO STAFF DELLA FONDAZIONE GHEDDAFI



(ASCA-AFP) - Khartoum, 23 ott - Sono stati liberati i due membri di nazionalita' sudanese della Fondazione Gheddafi che erano stati rapiti in Darfur. Lo ha reso noto il ministero per gli Affari Umanitari nel Sudan. I due, le cui generalita' non sono state rese note, appartengono all'Associazione Fratelli del Sud, ha affermato Mashaallah Zaoui, direttore dell'organizzazione di aiuti umanitari guidata dal figlio del colonnello libico Muammar Gheddafi.red-uda/cam/alf
Sono stati relasciati subito alora Geddafi PAGATO E PROFUMATAMENTE.....Azim




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أخبار اقليميةالعفو الدولية تدعو نيجيريا إلى اعتقال البشير وإعتبرته "هارب دولي" من العدالة..تقرير لجنة حكماء إفريقيا يتوقع أن يثير خلافات بين الخرطوم والاتحاد الإفريقي..طه ينوب عن البشير في السفر الى أبوجا



طالب تقرير إفريقي، أعدته لجنة مكلفة من الاتحاد الإفريقي باسم «لجنة حكماء إفريقيا» بتكوين محكمة «مختلطة»، من سودانيين ومن خارج السودان لمحاكمة مجرمي الحرب في إقليم دارفور. فيما تفادى التقرير، الذي يتوقع أن يعيد ملف دارفور إلى سطح الأحداث مرة أخرى بقوة، أن يتخذ التقرير موقفا من مذكرة الاعتقال التي أصدرتها المحكمة الجنائية الدولية ضد البشير بتهم تتعلق بجرائم دارفور، إلا أنه قال إنه «يجب إدراج التحقيق الذي أجرته المحكمة في جدول محادثات السلام في دارفور». وقالت مصادر مطلعة في الخارجية السودانية لـ«الشرق الأوسط» إن الحكومة حصلت على نسخة من التقرير، وقالت إنها تتحفظ على بعض ما ورد في التقرير وترفض بعضا آخر»، وكشفت أن الحكومة ستعلن هذا الموقف رسميا على لسان نائب الرئيس السوداني على عثمان محمد طه، أمام قمة مجلس الأمن والسلم الإفريقي، الذي سينعقد في العاصمة النيجيرية أبوجا يوم الخميس المقبل. وقالت إن الحكومة سترفض بشدة التشكيك في القضاء السوداني. وتعاملت وزارة الخارجية السودانية بحذر شديد مع التقرير.ويتوقع أن يثير التقرير جملة من خلافات بين الخرطوم والاتحاد الإفريقي. وترفع لجنة حكماء إفريقيا، التي تضم مجموعة من الرؤساء الفارقة السابقين برئاسة ثابو أمبيكي رئيس جنوب إفريقيا السابق، تقريها الختامي إلى قمة أبوجا المرتقبة، على أن تقرر فيها، لترفع قراراتها بشأنه إلى قمة إفريقية ستنعقد بنهاية ديسمبر (كانون الأول) ومطلع يناير (كانون الثاني) المقبل.وقال تقرير لجنة حكماء إفريقيا التي شكلت من قبل قمة للاتحاد الإفريقي، بعد صدور قرار المحكمة الجنائية الدولية بتوقيف الرئيس عمر البشير بشأن جرائم دارفور، إن السودان يجب أن يشكل محكمة تضم قضاة أجانب لمحاكمة مرتكبي الجرائم الكبرى في إقليم دارفور. وخلصت النتائج التي توصل إليها التقرير المؤلف من 148 صفحة عن تحقيق العدالة للضحايا في دارفور إلى أن النظام القضائي في السودان الذي يعاني أزمة ثقة في حاجة إلى التعزيز كي يتسنى له التعامل مع هذه القضايا.ومن صلاحيات اللجنة إنجاز تحركات داخلية وخارجية في سبيل أداء مهمتها، وزارت للجنة الخرطوم مرتين، والتقت المسؤولين في الحكومة في أعلى المستويات، وقيادات المعارضة السودانية، وطافت على إقليم دارفور والتقت بالمسؤولين في ولايات دارفور الثلاثة، وانتقلت إلى الأحراش والتقت قيادات حركات دارفور المسلحة، كما زارت عددا من الدول الإفريقية المجاورة حول الموضوع خصوصا تشاد وليبيا، وبحثت مع المسؤولين فيها قضية دارفور. ولم ينحصر تقرير اللجنة في قضية دارفور فحسب وإنما تناول مجمل القضايا السودانية وخصوصا تنفيذ اتفاق السلام بين الشمال والجنوب، وما يتصل بعملية التحول الديمقراطي في البلاد.وقالت الوثيقة التي أعدتها لجنة برئاسة ثابو أمبيكي رئيس جمهورية جنوب إفريقيا السابق إنه يتعين على الخرطوم أن تقبل مساعدة غير سودانية للتحقيق في الفظائع التي ارتكبت في دارفور ومحاكمة مرتكبيها.وقال التقرير إن ذلك سيتطلب تعزيز النظام القضائي القائم بآليات جديدة تتضمن غرفة مداولة جنائية خاصة تكون بمثابة محكمة مختلطة تعتمد على خبرة قضاة مؤهلين ذوي اختصاص من خارج السودان. وأضاف التقرير أن هناك حاجة أن لا يقتصر القضاة على الأفارقة. غير أن التقرير أوضح أن المحكمة يجب أن تعمل في إطار النظام القضائي السوداني وأن تعمل جنبا إلى جنب مع آليات العدالة التقليدية. ويجب تعديل القانون السوداني كي يدمج بشكل كامل مع القانون الدولي حتى لا تتمتع قوات الأمن السودانية بعد الآن بحصانة من المحاكمة.وكان المراقبون ينتظرون النتائج التي خلص إليها التقرير بنفاد صبر بعد أن أيد الاتحاد الإفريقي الرئيس السوداني عمر حسن البشير حين أصدرت المحكمة الجنائية الدولية في لاهاي هذا العام مذكرة اعتقال بحقه لاتهامه بارتكاب جرائم حرب في دارفور.ولم يتخذ التقرير موقفا من مذكرة الاعتقال التي أصدرتها المحكمة الجنائية الدولية ضد البشير لكنه قال إنه يجب إدراج التحقيق الذي أجرته المحكمة في جدول محادثات السلام في دارفور. ولم يكن متوقعا إتاحة التقرير للنشر قبل اجتماع لمجلس السلم والأمن بالاتحاد الإفريقي في وقت لاحق من هذا الشهر.كما طالب التقرير أيضا بضرورة تشكيل لجنة للحقيقة والعدالة والمصالحة في إطار أي اتفاق للسلام في دارفور. وتشير تقديرات الأمم المتحدة إلى أن نحو 300 ألف شخص قتلوا في دارفور وأن أكثر من مليونَي شخص طُردوا من ديارهم منذ اندلاع تمرد واسع النطاق في الإقليم في أوائل عام 2003. وتقدر الخرطوم عدد القتلى بنحو عشرة آلاف.وأوصت لجنة الاتحاد الإفريقي في تقريرها بضرورة إزالة العقبات القانونية التي تحول دون محاكمة مرتكبي جرائم الاغتصاب. وقال التقرير: «لا توجد أدلة على أن جريمة الاغتصاب نالت الاهتمام الذي تستحقه وأن القانون السوداني يتضمن عقبات مانعة لإثبات الاغتصاب». وقالت لجنة الاتحاد الإفريقي إن هناك حاجة ملحّة إلى التوصل إلى اتفاق في محادثات السلام في دارفور التي أدت الانقسامات في صفوف المتمردين والاشتباكات المستمرة على الأرض إلى تأجيلها لفترة طويلة قبل أول انتخابات متعددة الأحزاب يجريها السودان في 24 عاما والمقرر أن تجرى في أقل من ستة أشهر.وفي الخرطوم، قال أكوي بونا ملوال نائب رئيس بعثة السودان بأديس أبابا إن علي عثمان محمد طه نائب رئيس الجمهورية، يقود وفد السودان المشارك في اجتماع مجلس السلم والأمن الإفريقي المنعقد على مستوى القمة في أبوجا. وذكر السفير السوداني أن لجنة أمبيكي ستسلم رسميا من رؤساء دول مجلس السلم والأمن الإفريقي تقريرها في القمة المقرر انعقادها الخميس المقبل وأضاف أن السودان ممثلا في رئيس وفده سيشارك في الجلسة الافتتاحية المفتوحة بكلمة ينسحب عقبها بعد أن يدخل رؤساء دول مجلس السلم والأمن الإفريقي في جلسة مغلقة لمناقشة التقرير توطئة لرفعه لقمة الاتحاد الإفريقي، المتوقع أن تنعقد في أديس أبابا نهاية ديسمبر (كانون الأول) المقبل.وقالت المصادر في الخرطوم إن حكومة السودان ستوضح موقفها الرسمي من تقرير لجنة الحكماء، وقالت إن قادة دول مجلس السلم والأمن سيخضعون التقرير للمناقشة توطئة لاعتماده ورفعه إلى مجلس الأمن الدولي.الخرطوم: إسماعيل آدم الشرقالاوسطالعفو الدولية تدعو نيجيريا إلى اعتقال البشير دعت منظمة العفو الدولية نيجيريا اليوم الجمعة إلى اعتقال الرئيس السوداني عمر البشير، بتهم ما يسمى "ارتكاب جرائم حرب"، بعد دعوته لزيارة البلاد.وقالت المنظمة: إن رئيس نيجيريا عمر يار أدوا وجّه للبشير دعوة سرية لزيارة نيجيريا، رغم أنه مطلوب من المحكمة الجنائية الدولية بتهم "ارتكاب جرائم حرب وجرائم ضد الإنسانية" على حد قولها.وأضافت المنظمة أنها علمت بشأن الدعوة التي ما زالت سرية من مصادر موثوقة، موضحة أن "أدوا" وجهها لنظيره السوداني للمشاركة في اجتماع مجلس الأمن والسلام في الاتحاد الأفريقي في أبوجا يوم 29 أكتوبر الجاري، وهو الاجتماع الذي سيقدم فيه رئيس جنوب أفريقيا السابق ثابو مبيكي تقريرًا عن الوضع في دارفور.وتابعت المنظمة: إن الرئيس أدوا قدم ضمانات بعدم اعتقال الرئيس البشير عندما يزور نيجيريا، بموجب مذكرة الاعتقال التي أصدرتها المحكمة الدولية في الرابع من مارس الماضي.ووصف المستشار القانوني للشئون الأفريقية في منظمة العفو الدولية كولاولي أولانيان الرئيس السوداني بأنه "هارب دولي" من وجه العدالة متهم بارتكاب جرائم حرب وجرائم ضد الإنسانية، واعتبر أنه من العيب على نيجيريا أن تعرض عليه ملاذًا آمنًا، بحسب وصفه.وشدد أولانيان على أن لدى الحكومة النيجيرية التزامًا قانونيًا غير مشروط باعتقال الرئيس البشير وتسليمه للمحكمة الدولية إذا دخل أراضيها، محذرًا من أن فشلها في الوفاء بهذه الالتزامات بموجب القانون الدولي يمكن أن يرقى إلى مستوى عرقلة سير العدالة.ودعا أولانيان الحكومة النيجيرية إلى اعتقال الرئيس السوداني تحت زريعة وجود "الآلاف من ضحايا الجرائم ضد الإنسانية وجرائم الحرب المرتكبة في دارفور" بحسب تعبيره.الإسلام اليوم

Friday 23 October 2009

Idea per un Popolo.

Cari amici i Sudanese che sono in Italia ora hanno superato i 100.000 Sudanese sia di Sud Sudan o di Darfur o del Nuba e del Est sudan Bigga e Hadandawa quindi ora questi giorni sto concentrando tutta la mia forza per mettere tutti in comunicazione per costitiure una Associazione del Sudan aperto a tutti e con Cooperativa Sudanese che cosi tutti possono lavorare siamo un poplo molto onesto e senza pregiudizi e non siamo razzisti anche si verificato questo fatto dio bene dica la nostra strada per il nostro popolo valoroso.

Abdelazim Abdella Gomaa Asharif Alkhatim.

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News > Esteri >

PAKISTAN: BAN KI-MOON E INVIATO ONU PER DARFUR CONDANNANO UCCISIONE GENERALE

PAKISTAN: BAN KI-MOON E INVIATO ONU PER DARFUR CONDANNANO UCCISIONE GENERALEultimo aggiornamento: 22 ottobre, ore 20:31New York, 22 ott. (Adnkronos/Dpa) - Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha condannato oggi l'uccisione di un generale dell'esercito pachistano che era vicecomandante delle forze di pace delle Nazioni Unite nella regione sudanese del Darfur e che si trovava in licenza nel suo paese. Il generale Ahmed Muinuddin e' stato ucciso a Islamabad da uomini armati che hanno aperto il fuoco contro il mezzo a bordo del quale si trovava. Nell'agguato e' stato ucciso anche l'autista. Ban e l'inviato speciale Onu per il Sudan, Ashraf Qazi, hanno definito l'uccisione del generale "un atto di barbarie". Muinuddin era entrato nelle forze di pace Onu-Unione Africana in Darfur cinque mesi fa.

Sudan/20 frustate a 2 donne arrestate con giornalista in calzoni13:35 - ESTERI- 22 OTT 2009Per essersi vestite con pantaloni "indecenti" e senza velo

Khartoum, 22 ott. (Apcom) - Due donne arrestate nel luglio scorso in un caffè di Khartoum con la giornalista sudanese Loubna Ahmed al-Hussein sono state condannate a 20 frustate a testa per essersi vestite in maniera "indecente". "In virtù di prove mostrate in tribunale, le due donne indossavano pantaloni senza avere il velo. La corte la ha riconosciute colpevoli, conformemente alla legge sull'ordine pubblico", ha dichiarato il giudice Hassan Mohammed Ali, del tribunale di Khartoum-Est. "La pena fissata è di 20 frustate e un'ammenda di 250 sterline sudanesi (circa 50 euro). Se l'ammenda non verrà pagata, le due donne verranno rinchiuse in carcere per un mese", ha aggiunto il giudice. Le due donne, la cui identità non è stata rivelata, erano state arrestate all'inizio di luglio, in un caffè di Khartoum in compagnia di Loubna Ahmed al-Hussein, la giornalista, diventata paladina dei diritti civili. Loubna Ahmed al-Hussein era stata riconosciuta colpevole di aver indossato dei "pantaloni indecenti", reato punito con una pena massima di 40 frustate, ma il giudice le aveva dato la scelta fra una multa di 500 sterline sudanesi (200 dollari) o un mese di prigione. La giovane donna, con indosso gli ormai inseparabili pantaloni marroni e la "tarha", tradizionale velo sudanese che ricopre testa e spalle, si era rifiutata di pagare la multa ed era quindi stata condotta in carcere. E' intervenuta l'associazione dei giornalisti sudanesi che ha pagato l'ammenda consentendo a Loubna di uscire subito di prigione. (Fonte Afp)

Vi lo recordate Lubna e ancora tornata questa donna molto corraggiosa e sta lottando perchè due sdonne sono stati frustati .....................................Azim

Thursday 22 October 2009

Italia vergona vende armi per Sudan!!!



mercoledì 21 ottobre
Obama e il compromesso Sudan, l’Italia e le armi vendute


Alex Buaiscia


Il presidente al-Bashir è condannato dall’Aja, ma c’è bisogno di lui per la pace. Le industrie italiane intanto gli vendono armi.
IMPEGNO FORTE. Il presidente USA, ormai in carica da quasi un anno, in politica internazionale è sempre più esposto al compromesso. Ma si è sempre qualificato come tale. Un compromesso che a volte è stato definito vigliaccheria dai repubblicani. Lui la definisce diplomazia. Qualsiasi termine si usi, è una tecnica che permette sia di guadagnare tempo, sia di trovare nuove soluzioni. Chiaramente non è una politica che paga sempre.Proprio ora è più attiva che mai, con l’Afghanistan (il nuovo ballottaggio), l’Iran (la ripresa dei negoziati sul nucleare) ma anche con il Sudan.Il presidente di questo paese, al-Bashir, è sotto pressione da quando la corte dell’Aja ha emesso un mandato di cattura internazionale, con l’accusa di crimini contro l’umanità. In seguito Gheddafi, presidente di turno dell’Unione Africana, ha detto ai paesi membri di non rispettare questa decisione. La domanda quindi è: se il presidente del Sudan andasse in un altro paese, verrebbe arrestato?Ora che i toni polemici si sono smorzati, ecco riapparire il vecchio metodo della carota e del bastone dalla presidenza statunitense, anche se è l’opposto di quanto Obama aveva annunciato in campagna presidenziale, rispetto al Sudan. A quel tempo aveva utilizzato parole forti, chiamato per una no-fly zone (area con divieto di sorvolo di qualsiasi aereo) sopra il Darfur (dimenticando che era una crisi in via di risoluzione, mentre ora il dramma si è spostato nel Sud Sudan). Suggerì, anche sanzioni petrolifere. La realtà con l’impegno presidenziale si è fatta largo.
IL COMPROMESSO. Dal 2003 in Sudan hanno perso la vita circa 300.000 persone, ma l’inviato degli USA nella regione Scott Gration ha detto chiaramente che grazie agli sforzi della comunità internazionale, vi è ormai solo una "rimanenza" del genocidio. Molti attivisti tuttavia sostengono che questo continua, anche se non ci sono più omicidi di massa. Gration ha fatto osservare che è meglio focalizzarsi sul recupero della regione.I nuovi sforzi diplomatici portati avanti dalla Clinton,e anche dall’ambasciatore USA presso l’ONU, hanno prodotto un nuovo "compromesso": la minaccia di sanzioni (che secondo alcuni analisti destabilizzerebbe il Paese e affamerebbe ancora di più la popolazione) e le promessa di incentivi se il Sudan terminasse le violenze. Un ufficiale del dipartimento di stato ha dichiarato che il Sudan sa cosa gli USA vogliono e gli USA sanno cosa il Sudan vuole. Questo potrebbe indicare che l’incentivo principale potrebbe essere rendere più morbide alcune sanzioni imposte negli anni ’90, a causa del presunto supporto del Sudan al terrorismo.Ma non è chiaro quale tipo di pressione possa esercitare il governo USA nel caso le violenze non si fermino. Il governo di Khartoum - capitale del Sudan - ha reagito positivamente alla mossa, dicendo che è un passo avanti rispetto alle politiche precedenti. L’unica critica è stato l’uso "infelice" (secondo il portavoce) della parola "genocidio" da parte della Clinton, che ne ha comunque dovuto parlare per non scontentare la parte civile internazionale.Anche l’amministrazione Bush, nell’ultimo periodo, aveva cominciato ad usare un approccio più pragmatico nella faccenda. Tuttavia, la novità di Obama è che si sta provando a parlare non solo del Sudan, ma estendere il processo di pace al Nord e Sud Sudan. L’obiettivo è cercare l’attuazione di una fragile pace del 2005 tra Karhoum e i precedenti ribelli che operavano nel Sud, prima delle elezioni nazionali del 2010 e del referendum del 2011 sull’eventuale secessione della parte meridionale, ricca di risorse energetiche e minerarie.
TRATTARE CON CHI? L’ambasciatore di Khartoum a Londra ha dichiarato che i processi di pace del 2005, firmati dalle parti, avrebbero dovuto essere supportati dai soldi delle Nazioni Unite, e un suo contingente infatti è stato posizionato al confine del Sudan. Secondo lui, però, i contingenti non hanno mai dichiarato di aver avuto informazioni di armi circolanti provenienti dai paramilitari o dall’esercito del Sudan.Si pensa che l’ostacolo principale sia proprio il presidente sudanese. Per questo Obama ha dichiarato che si rivolgerà nelle trattative al governo Sudanese, ma non con al-Bashir direttamente. Le accuse che pesano sul suo capo sono troppo pesanti, e parte dell’amministrazione è dell’opinione che dovrebbe prendere un buon avvocato e consegnarsi all’Aja. Tuttavia, rimane sempre la più alta carica del Paese africano, e potrebbe non voler proseguire i negoziati senza alcun vantaggio per se stesso.L’EXPORT ITALIANO. L’Italia come sempre dice una cosa e ne fa un’altra. Mentre appoggia a parole l’amministrazione Obama, le sue industrie continuano a produrre e vendere armi al governo sudanese. Human Rights First ha pubblicato pochi giorni fa un nuovo rapporto su questo commercio. Andando anche contro due risoluzioni (la 1556 del 2004 e, poi, la 1591) delle Nazioni Unite che prevedono l’embargo di armi al Sudan e alle milizie - quindi violando un trattato internazionale - l’Italia si è resa colpevole di circa 300.000 dollari di fatturato, indiretto, tra il 2004 e il 2005. Indiretto perché il nostro paese vende le armi a paesi che sono sotto meno controllo, quali la Russia o altri, per poi rivenderle in Sudan.Interrogati da Human Rights first, il Ministro dell’Interno e il Ministro per gli affari esteri italiani hanno negato che sia stata data qualsiasi autorizzazione di vendita di armi al Sudan dal 2004. Infatti le industrie sono private, compito dello Stato è vigilare che non avvenga.La Cina è in prima posizione nella vendita con 55 milioni di dollari e l’Iran secondo con 12 milioni di dollari. Nei produttori di armi che arrivano nel Paese africano non potevano mancare, ovviamente, gli Stati Uniti.
Ma doveva vergoniare Italia vende armi dove i poveri disgraziati vanno uscisi con questi armi ma sapiamo che un manifregismo ma alora non scrivete bugia.........azim

Wednesday 21 October 2009

Sudani Milano


Associazione Sudani in Milano
Questo sara il nome di un associazione presto sara attivo a Milano comprende sud, est, ovest, nord e centro Sudan per tutti un nova era in Italia.

Tuesday 20 October 2009

News from Sudan





Obama: nuova strategia per Sudan,minaccia altre sanzioni
lunedì 19 ottobre 2009 17:19

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WASHINGTON (Reuters) - Il presidente Usa Barack Obama ha presentato oggi una nuova strategia nei confronti del Sudan, offrendo incentivi se il governo di Khartoum lavorerà per la pace, ma dicendo che dovrà fronteggiare un atteggiamento più duro se non lo farà. Una linea che il governo del Paese africano ha detto di apprezzare.
Lanciando un monito sul fatto che il Sudan "rischia di precipitare ulteriormente nel caos se non verranno intraprese azioni decisive", il presidente ha detto anche che questa settimana rinnoverà le sanzioni nei confronti del Sudan.
"Se il governo del Sudan agisce per migliorare la situazione in atto e far progredire la pace, ci saranno incentivi; se non lo fa, allora ci sarà una pressione crescente imposta dagli Usa e dalla comunità internazionale", ha detto Obama in una dichiarazione.
Il Sudan ha reagito positivamente alla nuova linea di Washington, dicendo che la posizione di Obama ha "punti positivi" ed è una strategia di coinvolgimento e non di isolamento di Khartoum.
Il consigliere presidenziale Ghazi Salahadin ha detto che l'assenza di minacce di intervento militare è "importante" e rappresenta il "nuovo spirito di Obama". anche se si è detto dispiaciuto che la Casa Bianca continui a usare il termine genocidio per il Darfur, che "non corrisponde alla realtà del Darfur".



Corierre com dell corierre Canadese
Darfur, Obama apre a Bashir e offre incentivi al Sudan
Il premier americano dice sì al dialogo ma chiede la fine del genocidio e degli abusiWASHINGTON - L’amministrazione Obama ha annunciato ieri una nuova strategia per il Sudan basata su un mix di «incentivi e pressioni» per mettere fine al «genocidio e agli abusi» nel Darfur. La novità è l’apertura di un dialogo col presidente del Sudan Omar Hassn al-Bashir, contro il quale la Corte Penale Internazionale ha spiccato un mandato di arresto per crimini di guerra. «Se il governo del Sudan agirà per migliorare la situazione nell’area e per far progredire la pace ci saranno incentivi - ha affermato il presidente Barack Obama in una dichiarazione sulla nuova strategia - Se non lo farà, ci sarà una pressione crescente imposta dagli Stati Uniti e dalla comunità internazionale». L’inquilino della Casa Bianca, nella sua dichiarazione, ha indicato due priorità: «Innanzitutto dobbiamo cercare di porre termine al conflitto, ai disgustosi abusi contro i diritti umani e al genocidio in Darfur. Secondo, il Piano di Pace globale tra il Nord e il Sud del Sudan deve entrate in vigore, per creare la possibilità di una pace duratura». Il segretario di Stato Hillary Clinton, contemporaneamente alla pubblicazione della dichiarazione di Obama, ha fornito qualche dettaglio in più sulla nuova strategia americana, sottolineando che gli incentivi offerti ai dirigenti del Sudan saranno basati su «mutamenti verificabili», volti a porre fine alla violenza nel Darfur e a stabilizzare la situazione nel Sudan meridionale. «Non ci accontenteremo di buone parole - ha ammonito il segretario di Stato americano - Le valutazioni sui progressi e le decisioni riguardanti gli incentivi e le pressioni saranno basate su mutamenti verificabili nelle condizioni sul terreno». Tra gli esempi indicati dalla Clinton c’è l’organizzazione di «elezioni
credibili» il prossimo anno in Sudan, come previsto negli accordi di pace firmati nel 2005. Le elezioni sono già state rinviate due volte. La politica della amministrazione Bush era centrata sulle sanzioni al Sudan. Ma l’amministrazione Obama intende aumentare la gamma degli strumenti diplomatici disponibili, cercando un dialogo con i dirigenti sudanesi e offrendo la possibilità di incentivi in cambio di progressi tangibili. Nella dichiarazione odierna della Casa Bianca si mette in evidenza l’intenzione degli Stati Uniti di «operare aggressivamente per garantire che il Sudan non fornisca un rifugio ai terroristi internazionali». La nuova strategia annunciata da Obama ha già provocato commenti negativi da parte di alcuni gruppi per la difesa dei diritti umani, che hanno sottolineato come il presidente Usa, durante la campagna elettorale, avesse promesso una politica più dura nei confronti dei dirigenti del Sudan. Il “cedimento” viene associato da parte dei gruppi a quelli che Obama avrebbe già consumato, in materia di mancata difesa dei diritti umani, nei confronti di Cina e Birmania.Il governo sudanese ha accolto positivamente la nuova politica americana nei suoi confronti, pur respingendo l’accusa di genocidio nel Darfur. Il consigliere del presidente Bashir, Gazi Salaheddine, ha detto che l’assenza di minacce di intervento militare è «importante» e rappresenta «il nuovo spirito di Obama». Tuttavia aggiunge che «è deplorevole che l’amministrazione insista sull’uso della parola genocidio, che non riflette la realtà in Darfur».

Monday 19 October 2009

IGNORANZA E RAZZISMO PURO!!!


Sudan/
Violenze tribali nel Sud Sudan, almeno 7 mortiOggi la situazione è tornata calmaFonte: © Diario del Web / APCOM.it - 18/10/2009Sudan/ Violenze tribali nel Sud Sudan, almeno 7 mortiJuba, 18 ott - Combattimenti tra membri armati di due tribù del Sud Sudan hanno provocato almeno sette morti nello stato di Jonglei, dove si concentrano aspre violenze tribali. Lo ha indicato un alto responsabile governativo.Questi scontri sono avvenuti venerdì tra i Dinka e i loro vicini Nuer, ha indicato questo responsabile. "Secondo le nostre informazioni, ci sono stati almeno sette morti", ha aggiunto.Oggi la situazione è tornata calma. Un attacco da parte di membri armati del clan Lou Nuer contro il villaggio di Duk Padiet, popolato dai Dinka Hol, ha provocato oltre cento morti il mese scorso.Fco
Ho detto e lo dico ancora ignoranza e analfabetismo e tribù che vivi nel tempo della pietra giudano nostro paese a questi deliti di RAZZISMO e distruzione totale ma quando vali la nostra vecchia tradizione che abbiamo abandonata...... alcuni Sudanese del est nord Sudan e centro mi hanno manifestato la loro idea di costituire un Associazione Sudan perche loro non sono representate in quello del Darfur ed ancora sto pensando addiritura mi hanno desegnato come presidente, sto pensandosiamo SUDANESE NON EST OVEST CENTRO SUD SUDAN avete capito .......................Azim

Saturday 17 October 2009

50 - 50 %


La Cina compra l'Africa, un far west senza liberta'Articoli / GLOBALIZZAZIONEPubblicato il 16 Ott 2009 - 00:53
Strade e ponti in cambio di petrolio. Ospedali in cambio di rame e cobalto. La Cina si sta comprando l’Africa pezzo a pezzo, e lo sta facendo sotto i nostri occhi. Colonizzazione del terzo millennio, la si potrebbe chiamare. Affamata di materie prime e pronta a cucirsi addosso un nuovo ruolo globale, la Cina si sta proponendo oramai sempre più apertamente come nuova portavoce del mondo in via di sviluppo, riprendendo il filo di quella Conferenza di Bandung che nel 1955 – grazie alla lungimiranza e al genio politico di Zhou Enlai, uno dei veri padri della Repubblica popolare cinese – diede vita al gruppo dei “non allineati”.

Ma, intanto, in quel mondo in via di sviluppo si sta espandendo con una spregiudicatezza notevole. Nel continente nero molto più che altrove. E questo dovrebbe preoccuparci.C’è, in tutto questo, un doppio beneficio per Pechino. Uno sfogo per il suo flusso di produzioni (dai vestiti ai telefonini) e, quel che più conta, una fonte preziosa e quasi vergine di materie prime e fonti di energia: cibo necessario per un gigante in marcia verso uno sviluppo che, al momento, pare insostenibile. Meno evidenti sono le ricadute positive per l’Africa.I grattacieli di Luanda, la capitale dell’Angola (il principale partner cinese nel continente), testimoniano la concretezza degli aiuti di Pechino. Ma vale la pena avere uno stadio in più, sapendo che le merci a basso costo che inondano il paese soffocano le produzioni locali? Vale la pena farsi costruire una strada nel deserto, per prosciugare le proprie miniere e a beneficio di un’economia straniera?Se lo è chiesto, di recente, anche Angelo Ferrari, giornalista dell’Agenzia Italia, nel suo Africa gialla: un viaggio in Angola, paese uscito da vent’anni di guerra civile per imboccare la strada di questa nuova e più subdola forma di sfruttamento. Un racconto a tratti da incubo, fra bambini minatori che grattano il cobalto a mani nude, città in cui a dividere i pochi ricchi dalla miseria c’è un abisso ogni giorno più profondo, e detenuti cinesi esportati come operai non pagati e poi lasciati lì, con una nuova casa e un po’ di terra regalata dalle autorità.C’è un termine sempre più usato per definire questo nuovo personaggio della storia contemporanea: Cinafrica. Ed è anche il titolo di un libro, un reportage di Serge Michel e Michel Beuret che, accompagnati dal fotografo Paolo Woods, hanno percorso quindici paesi di questo “Far west del ventunesimo secolo”. È la testimonianza di un’ epopea il cui epilogo pare essere, sempre e comunque, quello della povertà, per chi proviene dalle remote campagne cinesi come per chi abita le bidonville di qualche metropoli africana. Il racconto di una frontiera che non ha nessuna libertà da regalare.Due anni fa il presidente cinese Hu Jintao si avventurò in un gran tour africano. Doveva essere un trionfo, un viaggio per raccogliere gli applausi di un continente grato. Dopo essere passato in Sudan firmando fascicoli di accordi e tacendo sugli orrori che si consumavano in Darfur, ad attenderlo in Zambia trovò, più che gli applausi, fischi e proteste: per i lavoratori senza garanzie di sicurezza (decine e decine di morti), per i sindacati disciolti, per gli spari su chi chiedeva qualcosa in più di due dollari al giorno (“non ci considerano neanche esseri umani”, disse uno di loro, subito messo a tacere).Pochi mesi prima, nelle fastose sale della Città proibita, era stato organizzato un elefantiaco vertice con i leader di tutti i paesi africani: per Pechino, un modo simbolico (e pienamente cinese, dunque) di mostrare al mondo il nuovo ruolo di grande sponsor dell’Africa. E di grande compratore.Ecco, tutto questo dovrebbe preoccuparci. Non solo per motivi strategici e geopolitici, perché l’Africa ce l’abbiamo di fronte. Non solo per evidenti ragioni commerciali ed economiche. Ma per un altro aspetto, forse ancora più drammatico. Il fatto è che ai cinesi del futuro dell’Africa non interessa nulla, fondamentalmente. I diritti umani sono un intralcio in patria, figuriamoci in un altro continente. E allora con i tiranni si fanno affari, senza problemi di sorta, vanificando il pur minimo effetto delle (troppo flebili) voci che da Occidente talvolta si alzano contro i tiranni grandi e piccoli, da Mugabe ad Al Bashir, che ancora infestano l’Africa.Chi difende Pechino, accusa l’Europa e l’America di “ipocrisia”, rispolvera le tragedie del colonialismo e sottolinea le colpe del capitalismo, del mercatismo e della globalizzazione. Non è un argomento convincente. La Cina è molto peggio, e gli africani probabilmente lo hanno capito più di noi.(Federico Brusadelli, www.ffwebmagazine.it).

Un giornalista sarcastico perchè non scrivere su il Primier del sua paese nesuno pò comprare Africa meglio che fasciamo affare con la Cina che con occidente che ha sfruttato noi per secoli vi lo recordate lschiavetù le navi caricci per america ma invece con il Cinese 50-50 waw.......................................azim

Friday 16 October 2009

Cricco di GUERRA!!



مكتبة الأخبار
أخبار اقليمية أمريكا لا تملك خيارات كثيرة في التعامل مع السودان ..قيادي بحزب البشير : فصل جنوب السودان بعيدا عن رغبة الغالبية خطوة في اتجاه الظلام..«الحركة الشعبية» تحذّر «المؤتمر الوطني»: مسلكه سيقود إلى حرب جديدة في السودان
أمريكا لا تملك خيارات كثيرة في التعامل مع السودان ..قيادي بحزب البشير : فصل جنوب السودان بعيدا عن رغبة الغالبية خطوة في اتجاه الظلام..«الحركة الشعبية» تحذّر «المؤتمر الوطني»: مسلكه سيقود إلى حرب جديدة في السودان

أكد مصدر سوداني رسمي أن علاقات الخرطوم بواشنطن تتقدم ببطء شديد، وأنحى باللائمة في ذلك على ما أسماه بـ"قوة اللوبي المعادي للسودان في مراكز القرار الأمريكية".وأوضح وزير الدولة بوزارة الثقافة والشباب والرياضة في السودان أمين حسن عمر في تصريحات خاصة لـ "قدس برس" أن الولايات المتحدة الأمريكية لا تملك خيارات كثيرة في التعامل مع السودان إلا بالحوار، وقال "لا أستطيع أن أقول إن الحوار السوداني ـ الأمريكي لازال يراوح مكانه، لكنني أقول بأنه يسير ببطء شديد. ونحن لا نزال في الخطوات الأولى لتطبيع العلاقات بين البلدين. وواضح أن هذا البطء سببه ضغط كبير من منظمات صهيونية معادية للسودان في الإدارة الأمريكية. نحن لا ننفي أن الفريق المناصر للحوار مع السودان في الإدارة الأمريكية جاد لكنه لا يملك القوة الكافية لذلك. وعموما أمريكا لا تملك في تعاملها مع السودان غير الحوار، ولم تعد أمامها خيارات كثيرة، وأعتقد أن خيار التفاهم والتوصل إلى قدر من تطبيع العلاقات هو الأجدى والأنفع للطرفين".وقلّل عمر من احتمال أن تدعم الإدارة الأمريكية خيار انفصال جنوب السودان لأنه خيار غير مضمون النتائج، وقال: "كل الاحتمالات واردة بالنسبة للجنوب، نحن لا نتهم الإدارة الأمريكية، ولكننا نتهم جهات لها مصلحة بفصل الجنوب عن الشمال بالسعي لتحقيق هذا الخيار، هذه احتمالات قائمة، لكن أي محاولة لفصل الجنوب عن الشمال دون التأكد من أن هذه الرغبة هي رغبة غالبية أهل جنوب السودان تكون خطوة كبيرة في الظلام، ونحن نرجح أن غالبية أهل الجنوب هم مع الوحدة، ودليلنا أن 80 % منهم لجأوا إلى شمال السودان أيام الحرب ولم يلجأوا إلى دول الجوار"، كما قال.على صعيد آخر أكد عمر أن الحكومة تراقب بحذر شديد عمل المنظمات الإنسانية في دارفور، وأشار إلى أنها لا تخلو من أجندات سياسية، لكنه قال: "بالنسبة لموضوع المنظمات الإنسانية بعضها يعمل لأجندات إنسانية وبعضها الآخر لأجندات سياسية وأخرى واجهة لجهات استخباراتية، ولكننا لا نحاكم هذه المنظمات بالشبهات وإنما نتابع عملها على الأرض. وهناك منظمات لازالت تعمل لأجندات سياسية، لكنها حذرة في ذلك بعد إلغائنا لعمل كثير من المنظمات على خلفية ارتباطاتها السياسية"، على حد تعبيره.خدمة قدس برس«الحركة الشعبية» تحذّر «المؤتمر الوطني»: مسلكه سيقود إلى حرب جديدة في السودانالخرطوم - النور أحمد النورأعربت «الحركة الشعبية لتحرير السودان»، الشريك الثاني في السلطة في الخرطوم، عن خيبة أملها في شريكها حزب «المؤتمر الوطني» ووصفته بالخداع والابتعاد عن الأمانة في تطبيق اتفاق السلام الموقع بينهما عام 2005، وحمّلته مسؤولية تدهور الأوضاع الأمنية في إقليم الجنوب الذي يتمتع بحكم ذاتي، ورأت أن مسلكه سيقود إلى حرب أهلية جديدة في البلاد، واشتكته إلى الرئيس الأميركي باراك أوباما.ودشّنت «الحركة الشعبية» أمس حملتها الانتخابية في ولاية النيل الازرق المتاخمة للحدود الإثيوبية في شرق البلاد، بهجوم قاس على حزب المؤتمر الوطني. وقال حاكم الولاية نائب رئيس «الحركة الشعبية» مالك عقار إن الحزب الحاكم يراوغ في اتفاق السلام ويعمل عبر الخداع ويبتعد عن الأمانة ما عطل اتفاق السلام وباتت عودة الحرب الاهلية محتملة.كما ناقش عقار مع رئيس مفوضية تقييم اتفاق السلام البريطاني ديرك بلمبلي معوقات السلام، وحددها في الجوانب الأمنية وترسيم الحدود بين شمال البلاد وجنوبها واجراءات الانتخابات الرئاسية والبرلمانية المقررة العام المقبل، واستفتاء الجنوب على تقرير مصيره واصدار قانون المشورة الشعبية لمنطقتي جبال النوبة والنيل الأزرق اللتين شملهما اتفاق السلام. وأكد رئيس برلمان إقليم الجنوب نائب رئيس «الحركة الشعبية» جيمس واني ايقا أن المشورة الشعبية لمنطقتي جبال النوبة والنيل الازرق تمنح الحق للمنطقتين بتقرير مصيرهما بخيارات عدة بما فيها الانضمام الى جنوب السودان في حال انفصاله.وكان رئيس حكومة إقليم جنوب السودان سلفاكير ميارديت بعث برسالة أخيراً إلى أوباما طالباً منه مواصلة الضغط على حزب المؤتمر الوطني الحاكم وحاول فيها إقناعه بأن السودان لم يشهد أي إصلاحات ولا تغييرات جوهرية وأن الأمور تراوح مكانها. وطالب ميارديت الإدارة الأميركية بربط أي تغيير لسياستها تجاه السودان بحدوث تغيير حقيقي على الأرض، وحمّل حزب المؤتمر الوطني مسؤولية تدهور الأوضاع الأمنية في اقليم الجنوب عبر دعم الميليشيات بالأسلحة وتحريضها على العنف. وقال سلفاكير في رسالته: «لم يكن هناك أي تحول أو إصلاح في الخرطوم، فالوضع الراهن هو المهيمن، والتغيير في السياسة السودانية سيحدث فقط عندما يكون هناك تغيير في واقع السودان».وفي تطور آخر، قال أحد المسؤولين النيجيريين إن بلاده تفكر في سحب قواتها المنتشرة في إقليم دارفور ضمن القوة الأممية الافريقية المشتركة «يوناميد». وقال رئيس لجنة الدفاع في مجلس النواب النيجيري وولي أوكي إن بلاده تشعر بـ «عدم التقدير» على رغم مساهماتها التي قدمتها على نطاق العالم.وأضاف أوكي إن نيجيريا ليست لديها مصلحة في إبقاء قواتها في دارفور طالما أن الولايات المتحدة والقوى العالمية لم تقدِّر دورها، موضحاً إن ما أغضب نيجيريا أنها لم تعط منصب وظيفة قائد قوة «يوناميد»، بعدما كان يرأسها سابقاً الجنرال النيجيري مارتن أقواي وخلفه عليها الجنرال الرواندي باتريك نيامفومبا. وتشكل القوات النيجيرية مع القوات الرواندية غالبية قوة «يوناميد».لكن مسؤولاً سودانياً قلّل من التهديدات النيجيرية بسحب القوات من دارفور، وقال لـ «الحياة» إنها ستكون ملتزمة قرار الاتحاد الافريقي وان مشاكل نيجيريا مع واشنطن لن تؤثر على تعهداتها الافريقية وعلاقتها الوثيقة مع الخرطوم.دار الحياة
NOTIZIE DALLE REGIONI L'America non ha molte opzioni nel trattare con il Sudan .. leader del Partito Bashir: la separazione del Sudan meridionale di distanza dal desiderio della maggioranza è un passo nella direzione del buio .. «SPLM» mette in guardia «National Congress»: il suo corso porterà ad una nuova guerra in Sudan L'America non ha molte opzioni nel trattare con il Sudan .. leader del Partito Bashir: la separazione del Sudan meridionale di distanza dal desiderio della maggioranza è un passo nella direzione del buio .. «SPLM» mette in guardia «National Congress»: il suo corso porterà ad una nuova guerra in Sudan Fonte ufficiale sudanese ha confermato che i rapporti di Khartoum a Washington si muoveva troppo lentamente, e la colpa che su quello che lui chiama "la forza anti-decisione lobby Sudan processo centri in America." Il ministro di Stato presso il Ministero della Cultura, Gioventù e dello Sport in Sudan, Amin Hassan Omar, nelle dichiarazioni in esclusiva a "Quds Press" che gli Stati Uniti non hanno molte opzioni nel trattare con il Sudan solo attraverso il dialogo e gli disse: "Non posso dire che i sudanesi-dialogo americano è ancora in fase di stallo, ma io dico che è troppo lento. Siamo ancora i primi passi per normalizzare le relazioni tra i due paesi. E 'chiaro che il rallentamento provocato dalla pressione delle organizzazioni sioniste ostili al Sudan nei confronti dell'amministrazione. Non neghiamo che il pro di lavoro il dialogo con il Sudan l'amministrazione americana è grave ma ha abbastanza potere per farlo. In generale, l'America non ha ancora nei suoi rapporti con il Sudan, ma il dialogo non è più una scelta di molti, e credo che la possibilità di comprensione e il grado di normalizzazione dei rapporti è più utile, più utile per le parti. " E ha ridotto la durata della possibilità che l'amministrazione americana sostiene la possibilità di secessione del sud del Sudan per tale opzione non è garantito risultati, e disse: "Tutte le possibilità sono aperte per il Sud, non ci accusano l'amministrazione statunitense, ma ci accusano gli attori hanno un interesse secessione del sud dal nord a proseguire su questa opzione, l'elenco delle possibilità Tuttavia, qualsiasi tentativo di separare il sud dal nord senza avere la certezza che questo desiderio è il desiderio della maggioranza della popolazione del Sud Sudan di essere un grande passo nel buio, è probabile che la maggior parte della gente del Sud sono, con l'Unità, la prova che l'80% di essi cercarono rifugio nel nord del Sudan durante la guerra non ricorrere a i paesi vicini ", ha detto. Sul lato altro, Omar ha detto che il governo stava guardando con molta attenzione il lavoro delle organizzazioni umanitarie nel Darfur, e ha rilevato che non è privo di programmi politici, ma ha detto: "A proposito di alcune organizzazioni umanitarie che operano per programmi umanitari e di altri ordini del giorno per la politica e l'altra è una copertura per gli organismi di intelligence, ma noi non perseguire questi organizzazioni di sospetti, ma in seguito il suo lavoro sul campo. organizzazioni stanno ancora lavorando per i programmi politici, ma cauto, dopo Ilgaina al lavoro di molte organizzazioni, sullo sfondo di impegni politici ", come diceva lui. Quds Press Service «SPLM» mette in guardia «National Congress»: il suo corso porterà ad una nuova guerra in Sudan Khartoum - Nur Ahmed Nur «Espresso il Movimento Popolare per la Liberazione del Sudan», il secondo partner al potere a Khartoum, ha espresso delusione per «il partner di National Conference», descrivendo le frodi e allontanarsi dal Segretariato per l'attuazione dell'accordo di pace firmato da loro nel 2005, e la sua campagna responsabile per il deteriorarsi della situazione della sicurezza nella regione meridionale che ha il merito di sé e sentiva che il suo comportamento avrebbe portato a una nuova guerra civile nel paese, Achtkth alla U. S. presidente Barack Obama. e ha lanciato «SPLM» ieri una campagna in Blue Nile Stato confinante Etiopia, nella parte orientale del paese, un duro attacco contro l'NCP. Il governatore dello stato Vice-Presidente della «SPLM padrone di casa» di eludere il partito al governo in accordo di pace e lavora attraverso l'inganno e dalla segreteria sconvolto l'accordo di pace e di tornare alla guerra civile sono possibili. Anche discusso il farmaco con il capo dell'Ufficio della valutazione dell'accordo di pace del British Dirk vincoli Plumbly di pace, insieme agli aspetti di sicurezza e la demarcazione del confine tra nord e sud, e le procedure per la consultazione delle elezioni presidenziali e parlamentari previste per il prossimo anno, e il referendum del sud sulla autodeterminazione e popolare per approvare una legge alle regioni delle Montagne Nuba e Blue Nile, che riuniva un accordo pace. Il Presidente del Parlamento della Southern Region Vice-Presidente della «dell'SPLM» James I Aiga che la consultazione popolare alle regioni delle Montagne Nuba e Nilo Azzurro è concesso il diritto del destino di due del rapporto di diverse opzioni tra cui l'adesione al Sudan meridionale, in caso di separazione. Il capo del governo del Sud Sudan Salva Kiir, infine, ha inviato una lettera a Obama, chiedendogli di mantenere alta la pressione sulla sentenza National Congress Party, che ha cercato di convincerlo che il Sudan non ha visto alcun cambiamento sostanziale in materia di riforme e le cose a un punto morto. Kiir, e ha chiesto per l'amministrazione di collegare qualsiasi modifica la sua politica verso il Sudan ha riconosciuto che un vero cambiamento sul terreno, e ha tenuto il Partito del congresso nazionale responsabile per il deteriorarsi della situazione della sicurezza nella provincia meridionale di sostenere le milizie con le armi e di incitamento alla violenza. Salva Kiir ha detto nella sua lettera: «non vi è alcuna trasformazione o di riforma a Khartoum, la situazione attuale è la dominante, e il cambiamento nella politica del Sudan accadrà soltanto quando c'è un cambiamento nella realtà del Sudan». In un altro sviluppo, "ha detto uno dei funzionari nigeriani che il suo paese stava considerando di ritirare le sue truppe in Darfur, la forza Onu nel Inter-African« UNAMID ». Il presidente della commissione Difesa della Camera dei Rappresentanti nigeriana e la Corona, OK, che il suo paese è b «mancanza di» apprezzamento Nonostante i contributi forniti dal mondo. Egli ha detto, OK, che la Nigeria non ha interesse a mantenere le sue forze nel Darfur fino a quando gli Stati Uniti e le potenze mondiali non ha apprezzato il suo ruolo, sottolineando che ciò che hanno fatto arrabbiare la Nigeria non è stata data la posizione di post comandante «UNAMID», dopo che era stato guidato dall'ex generale nigeriano Martin Oqguai e fu sostituito dal generale ruandese patrick Niamphomba. Le truppe nigeriane con il grosso delle truppe ruandesi «UNAMID». Ma i funzionari sudanesi ha minimizzato le minacce di ritirare le truppe nigeriane provenienti dal Darfur, ha detto a «vita» che sarebbe stata impegnata la decisione dell'Unione africana e dei problemi della Nigeria con Washington, non pregiudica gli impegni dei paesi dell'Africa e del suo stretto rapporto con Khartoum. Dar Al Hayat

Thursday 15 October 2009

Notizia del Sudan.


· Sudan: lo stallo della missione UNAMID destinato a perdurare
In Sudan la situazione dell’operazione UNAMID non varia con il passare del tempo. A fronte dell’incremento nel suo organico, la missione resta quotidianamente oggetto di attentati e sabotaggi, mentre la guerriglia continua ad imperversare nella martoriata regione del Darfur. La scarsa cooperazione del governo centrale sudanese, che spesso si trasforma in aperta ostilità, aggrava il problema di una forza inefficiente bloccata in un’impasse operativa senza via d’uscita. Non sono migliori le prospettive per il futuro: il contesto pare fossilizzato in una cronica instabilità, senza che le forze internazionali riescano a sbloccare la situazione.

Paolo Colombo
(15 ottobre 2009)


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أخبار اقليميةوزارة الطاقة السودانية تتهم جهات بالوقوف وراء تقارير دولية تشكك في حسابات النفط...نائب برلماني يجهش بالبكاء ويدق ناقوس الخطر.. مطالباً حزب البشير بإعلان دائرته منطقة كوارث



اتهمت وزارة الطاقة جهات سودانية لم تحددها بكتابة تقرير نشرته منظمة بريطانية شكك في حسابات النفط التي تعلنها الحكومة السودانية حول عائدات النفط.وقال وزير الطاقة الزبير محمد الحسن في رده على سؤال بالبرلمان أمس حول تقرير منظمة «غلوبال» البريطانية إن وزارته طلبت من الشركة الصينية للبترول الرد على المنظمة بعد أن أوضحت الشركة للوزارة أن الأرقام التي نشرتها على موقعها على الإنترنت تتضمن إجمالي وليس صافي الإنتاج، بما في ذلك حساب كميات النفط قبل فصل الماء عنها، بجانب حساب التكلفة الإدارية وتكلفة الترحيل. وأضاف أن الشركة بررت ذلك بمتطلبات نظامها الإداري الداخلي، وقال إن هناك استحالة لإخفاء الكميات المنتجة سواء التي تصدر وفق عطاءات تشرف عليها لجنة مكونة من وزارتي الطاقة والمالية وبنك السودان، أو الكميات التي تستخدم بواسطة المصافي المحلية ذات الطاقة التصميمية المعلومة، على حد قوله.وكشف الزبير عن تقرير مفصل ستدفع به الوزارة إلى مؤسسة الرئاسة ومفوضية البترول، بعد تقرير أولي قدم في أعقاب نشر تقرير «غلوبال»، مشيرا إلى أن وفدا من حكومة الجنوب قام بمراجعة حقول هجليج، بعد أن اطلع خبير أميركي على العقود، واتهم رئيس البرلمان من سماهم «متفلتين في الحركة الشعبية كما في المؤتمر الوطني» بتعمد التشكيك في حسابات النفط.وكانت منظمة «غلوبال ويتنيس»، المعنية بالبحث في دور الموارد الطبيعة في تمويل الصراعات، قد قالت في تقرير لها نشر في سبتمبر (أيلول) الماضي إن الحكومة السودانية تنشر معلومات وبيانات توضح أن مبيعاتها من النفط أقل مما تعلنه الشركات العاملة في مجال استخراج وتصدير النفط السوداني، وأرجعت المنظمة ذلك إلى رغبة حكومة الخرطوم في الحصول على عائدات أكبر من مبيعات النفط من تلك التي تحصل عليها حكومة جنوب السودان، وذلك بتجنيب جزء من هذه العائدات عملية القسمة مع الجنوب التي نص عليها اتفاق السلام الشامل في جنوب السودان الموقع عام 2005. وقال التقرير إن هناك تباينا بين الأرقام التي تعلنها الحكومة السودانية وشركة الصين الوطنية للبترول التي تقوم بتشغيل معظم حقول النفط السودانية، وتعتقد «غلوبال ويتنيس» أن التباين في الأرقام حول حقول نفط جنوب السودان أو أجزاء منها يتراوح ما بين 9 و26%. وأوضح التقرير أن الأرقام تتطابق فقط في مجموعة حقول نفط الشمال التي لا تخضع عائداتها لتفاهمات تقاسم الثورة بموجب اتفاق 2005.من جهة أخرى، حذرت قيادات برلمانية من حدوث فجوة غذائية يمكن أن تتحول إلى مجاعة بسبب شح الأمطار هذا العام في منطقة الدندر جنوب شرقي السودان، وناشدوا المجتمع الدولي بالتدخل في تقديم العون الغذائي قبل تفاقم الأوضاع لإنقاذ حياة 200 ألف نسمة من خطر المجاعة وآثارها السلبية من نزوح وهجرات واسعة وتفشي ظواهر النهب والصراع القبلي.وقال عضو البرلمان القومي الدكتور منصور يوسف العجب لـ«الشرق الأوسط» إن منطقة الدندر التابعة لولاية سنار، والتي تقع على بعد 400 كلم جنوب شرقي الخرطوم على الحدود مع إثيوبيا، تواجه فجوة غذائية حادة رغم كونها منطقة زراعية، وإن 80% من سكانها يمتهنون الزراعة. وأضاف أن الموسم الزراعي فشل هذا العام لانعدام الأمطار في المنطقة. وتابع «الدندر مهددة بالمجاعة الآن، وهناك 200 ألف نسمة يتهددهم الجوع والعوز إذا لم نتحرك بسرعة، وهذا سيخلق كوارث أخرى من حروب ونهب للثروة الحيوانية الموجودة في المنطقة». وأضاف أن المنطقة التي بها 150 قرية يعيش سكانها ظروفا صعبة للغاية ومعسرين بسبب الديون من البنوك المحلية.ومن جهة أخرى، طالب العجب في مؤتمر صحافي عقده أمس في الخرطوم، الحكومة بتوفير احتياجات الغوث الطارئ أو إعلان الدندر منطقة كوارث، مشيرا إلى أن مئات الأسر اضطرت للاكتفاء بوجبة واحدة في اليوم، الأمر الذي ينذر بأمراض تغذية محتملة. وحذر من نفوق الآلاف من المواشي من جراء العطش والاستخدام الكثيف للمراعي، وتوقع أن تخلف الأوضاع الحالية موجات نزوح تفضي إلى صراعات قبلية بسبب المنافسة على الموارد.لندن: مصطفى سريالشرق الاوسطنائب برلماني يجهش بالبكاء ويتحدث عن فجوة غذائية بالدندركَشَف د. منصور يوسف العجب عضو كتلة التجمع بالبرلمان عن الحزب الاتحادي الديمقراطي (الأصل)، عن فجوة غذائية في منطقة الدندر بولاية سنار، وحذّر في مؤتمر صحفي بالبرلمان أمس من انهيار الاوضاع هناك، وقال إنّها بسبب فشل الموسم الزراعي وسوء إدارة الموارد، وطالب الحكومة بالإسراع في إنقاذ الموقف، وعدّد قبل أن (يجهش بالبكاء) مُعاناة المواطنين، وتخوف من أن يحدث تهتك للتجانس الاجتماعي بالمنطقة ووقوع صراع على الموارد. وقال العجب: يفترض أن يكون هناك مخزون استراتيجي، وتابع: حتى الآن لم تتحرك الحكومة وطالبها القيام بمسح ميداني ووضع حلول عاجلة وتقديم الاغاثة لـ «200» ألف شخص بشكل فوري بما يقدر بنصف مليون طن من المواد الغذائية. الرأي العام

Wednesday 14 October 2009

Giustizia fatta.

Sudan, la Corte di Khartoum condanna a morte quattro persone

I giovani sono accusati dell'uccisione di un diplomatico Usa e del suo autista sudanese
Un tribunale sudanese ha condannato a morte quattro giovani islamici accusati di essere i responsabili dell'uccisione di un diplomatico statunitense e del suo autista.Il primo gennaio 2008 John Granville, dipendente dell'Usaid, l'agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, e Abdel Rahman Abbas, l'autista sudanese, vennero uccisi da una bomba nascosta nella loro auto. "L'omicidio - ha detto Saïd Ahmed al-Badri, giudice della corte di Khartoum-nord - è un reato tanto per la Sharia che per il diritto del Sudan". I quattro giovani condannati a morte sono Mohamed Mukawi, AbdelBasit Hajj al-Hassan, Mohaned Osman Youssif, AbdelRaouf Abu Zeid Mohammed Hamza.In Sudan le famiglie delle vittime devono comunicare alla Corte se scelgono per l'amnistia dei colpevoli, la pena di morte oppure una compensazione in denaro per il torto subito. La famiglia dell'autista in un primo momento aveva optato per la pena di morte, salvo poi richiedere l'amnistia per i colpevoli. Questo aveva portato all'annullamento delle sentenze ma non aveva cambiato il verdetto di colpevolezza nei loro confronti.
Giustizia fatta............................Azim

Saturday 10 October 2009

Nobel per la pace "Auguri fratello"

NOBEL. Obama e la pace in Africa
09 ottobre 2009



Le mosse della nuova amministrazione Usa nel continente, dal Sudan allo Zimbabwe alla Somalia
«Nessuno ha voglia di vivere in un Paese africano in cui regnano ferocia e corruzione. Questa non è democrazia, ma tirannia anche se qualche volta si va a votare. E tutto questo deve finire». E’ un passaggio del discorso di Barack Obama ad Accra (Ghana), durante il suo primo viaggio da presidente Usa in Africa, il 10 e 11 luglio. Parole che gli africani, i leader ma anche la gente comune, non accetterebbero così facilmente da un bianco, ma da uno come lui sì, come più di un vescovo africano ha fatto notare proprio ieri durante il Sinodo per l’Africa. «Più di ogni altro, e certamente più di ogni bianco, ha l’autorità di parlare con chiarezza ai nostri cattivi leader politici e dir loro che stanno rovinando il nostro Continente» ha detto ieri l’arcivescovo di Abuja, in Nigeria, mons. John Olorunfemi Onaiyekan, allineandosi alla fiducia espressa nei confronti di Barack da mons. Gabriel Charles Palmer-Buckle, arcivescovo, guarda caso, di Accra.
Le parole, quelle vanno bene. Ma cosa sta facendo Barack Obama per la pace in Africa? Uno dei cambiamenti di diplomazia più importanti rispetto all’amministrazione precedente è avvenuto quattro mesi prima del viaggio in Ghana, a marzo, con la nomina di Scott Gration, ex generale in pensione, a inviato speciale per il Sudan. Area nevralgica nel continente africano, quella sudanese. E questione scottante che la nuova amministrazione Usa ha dato l’impressione di voler affrontare subito, smarcandosi dall’approccio di George Bush.
Il primo successo Gration l’ha incassato alla fine di giugno quando Washington ha ospitato i colloqui fra Nord e Sud Sudan. Una conferenza alla quale hanno partecipato rappresentanti di Khartoum, del Splm (Sudan peoples’ liberation movement), dei cinque paesi membri del Consiglio di Sicurezza Onu e dei “vicini” Etiopia e Kenya. In quella riunione Karthoum e il Sud Sudan hanno raggiunto un accordo e accettato un arbitrato internazionale per l’assegnazione dei proventi del petrolio, del quale il sottosuolo sudanese è pieno, all’uno o all’altro governo. Il nodo da sciogliere prima del referendum del 2011 e delle elezioni nazionali dell’anno prossimo (in Sudan, ndr) - ha detto Gration in quell’occasione - è la distribuzione dei proventi del petrolio del Sud: il vero ostacolo alla pace che rischia di far saltare tutti gli accordi, infatti, è proprio quello. L’amministrazione Obama, insomma, ha riaperto il dialogo con il governo di Karthoum, quel Nord Sudan classificato da Bush fra gli Stati canaglia. Ha rinunciato a insistere sul termine “genocidio” rispetto alla guerra nell’Ovest del Paese, il Darfur. E in cambio il governo sudanese ha riaperto le porte del Darfur alle organizzazioni umanitarie, un risultato che ancora una volta Scott Gration ha incassato e rivendicato, insieme al nuovo ruolo degli Usa come mediatori tra Khartoum e tutti i suoi avversari, che non si trovano solo nella regione occidentale del Darfur ma anche nel Sud ricco di petrolio e in Ciad.
A rendere concreta la nuova linea degli Usa in Africa, Obama ha chiamato Susan Rice. Nota per il suo carattere intransigente e la sua sensibilità per i diritti umani, la neo segretaria di Stato agli Affari africani ha ricevuto il difficile compito di trasformare in realtà il desiderio di Obama di chiudere i conti con le politiche aggressive di Bush per privilegiare una politica estera incentrata sul dialogo. Durante la sua audizione di conferma del Senato, la Rice ha detto che gli Stati Uniti avranno un ruolo di primo piano presso le Nazioni Unite nella lotta contro le «spinose sfide del mantenimento della pace nel Darfur e nel Congo e la giustizia nello Zimbabwe».
All'inizio di luglio Obama ha incontrato a Washington Morgan Tsvangirai, primo ministro di uno Zimbabwe che sta faticosamente uscendo dall’impasse dopo le ultime contestate elezioni. Tsvangirai ha sempre rivendicato di essere il vero vincitore delle presidenziali, ma alla fine ha accettato di formare un governo con Robert Mugabe. Obama ha espresso «profonda ammirazione per la tenacia e il coraggio dimostrato» da Tsvangirai facendo capire a chiare lettere da che parte sta, e ha detto che era troppo presto per togliere le sanzioni imposte dal 2002 all'entourage di Mugabe, ma poi ha stanziato 73 milioni di dollari in aiuti allo Zimbabwe. Una spinta nei confronti del volto più democratico del Paese africano.
Ma il vero banco di prova di Obama in Africa è e resta la Somalia. Durante il suo viaggio di undici giorni in Africa, il segretario di stato Hillary Clinton ha visitato Kenya, Sudafrica, Angola, Repubblica democratica del Congo, Nigeria, Liberia e Capo Verde. In Kenya ha incontrato il presidente somalo Sheikh Sharif Ahmed garantendo supporto al suo governo assediato e nuove armi per combattere i gruppi di fondamentalisti islamici. Nel Paese che ospita Al Qaeda, parlare di pace è troppo difficile. Anche per Barack Obama.
Su vita.it:
Obama e il Nobel
Congratulations Mr president ...................................... Azim

Friday 9 October 2009

Oau and Darfur!!!

BBC Arabic Ultimo aggiornamento: Giovedi 8th October / Ottobre, 2009, 20:45 GMT Mbeki richiede un approccio per l'adozione di "globale" conflitto di risolvere nuovi Darfur Chiesto per l'ex presidente sudafricano Thabo Mbeki, che dirige l'alto comitato livello dell'Unione africana sulla crisi nel Darfur, nel Sudan occidentale, il Giovedi ad adottare l'approccio come "globale" nuova risolvere la controversia. La pace di Mbeki e le raccomandazioni in veste ufficiale del presidente della Commissione dell'Unione Africana, Jean Ping, nella sede dell'organizzazione a Addis Abeba, secondo l'agenzia di stampa francese AFP. Mbeki non ha rivelato la sostanza delle sue raccomandazioni verranno presentate al vertice convocato dal AU capi di Stato presto ad Abuja, capitale della Nigeria. Ma egli ha sottolineato che "la soluzione del conflitto nel Darfur dovrebbe essere raggiunto entro il sudanesi, e non devono essere imposti dall'esterno." Ha chiamato Ping in una conferenza stampa alla comunità internazionale di "girare per il facilitatore e non al complesso" alla crisi nel Darfur. Mbeki ha detto che c'è "un consenso" su questo requisito, sottolineando che "il conflitto nel Darfur è di natura politica e la base di questo, infatti, richiede una soluzione politica". Egli ha aggiunto che "gli obiettivi di pace, la giustizia e la riconciliazione in Darfur, interconnessi, e non può essere realizzato in forma di separati". Mbeki ha detto: "Come la maggior parte dei partiti interrogati dalla commissione, è pienamente convinto che ogni tentativo di dimostrare che questa o quella questione è più importante di altre questioni verranno controproducente, e non porterà a raggiungere rapidamente una pace giusta e duratura" in Darfur. Egli ha aggiunto che i negoziati "dovrebbe essere all inclusive per garantire che i risultati sono supportati dal popolo del Darfur, in Sudan e nei paesi vicini del Sudan e il mondo intero." Il formato di questi AU alto Commissione livello per trovare una soluzione al conflitto nel Darfur e far fronte alla crisi derivante dal rilascio della Corte penale internazionale marzo scorso mandato d'arresto contro il presidente sudanese al Omar-Bashir. Il conflitto nella regione sudanese del 300 morti dal 2003, secondo le stime delle Nazioni Unite, mentre Khartoum afferma che il conflitto è costato la vita di dieci mila persone soltanto.
Una confrenza Internazionale con i cinque grande America, Cina, Francia, Ingiltera, Germania, Organizzazione Unita Africana, Lega Araba, Darfuriani tutti le fazione combatente, Governo Sudanese cosi si mettenao d'accordo.

Thursday 8 October 2009

Notizia del Sudan e d'Italia some news


BBC Arabic Ultimo aggiornamento: Mercoledì, 7 ottobre / October, 2009, 17:00 GMT Italia: l'abolizione del diritto di impedire il processo contro Berlusconi La Corte costituzionale italiana su Mercoledì ribaltato una decisione con cui la legge, che è stata concessa l'immunità per i funzionari statali di alto livello, tra cui il Primo Ministro Silvio Berlusconi, che affronta le accuse di corruzione, e di evitare procedimenti giudiziari per tutta la durata della loro permanenza in carica. Il giudice ha detto nella sua decisione che la legge emesso dal Parlamento italiano lo scorso anno, che è controllata dai sostenitori di Berlusconi, conosciuta come la legge "Alfano", "in contrasto con il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge". I giudici d'accordo, per un totale di quindici giudici all'unanimità di abrogare questa legge. "La Corte Costituzionale è uno strumento della sinistra" Silvio Berlusconi, primo ministro italiano Nella prima reazione alla decisione della Corte, il giudice più alta del paese, "Berlusconi ha detto che avrebbe continuato a esercitare le sue funzioni di capo del governo", nonostante la decisione della Corte Costituzionale ". Berlusconi ha detto: "La Corte Costituzionale è uno strumento della sinistra" l'opposizione al suo governo. La richiesta è arrivata in vista della legge, su richiesta dei Tribunali di Milano e Roma, che stanno valutando azioni legali contro Berlusconi. Alfano e la legge approvata nel luglio 2008 dopo appena sei settimane il ritorno di Berlusconi al potere. Berlusconi all'età di legge volti cause diverse, tra cui un caso in cui un avvocato britannico David Mills e Berlusconi, che era accusato di corruzione a lui a fare una falsa testimonianza. E lo stato di Mills, che ha detto al momento che lui è innocente (e il marito della cultura segretario nel governo di Tony Blair, Tessa Jowell), nel febbraio di quattro anni e mezzo. Il pubblico ministero in quel caso, e in altri due casi, hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale, sostenendo che Berlusconi ha l'immunità di sopra della legge e, pertanto, devono essere eliminate. Tale risoluzione aprire la porta, per la persecuzione e trial, che indeboliscono lo politicamente in un momento in guadagnato scandali personali della sua popolarità, dice la BBC Duncan Kennedy a Roma. BBC A Ultimo aggiornamento: Giovedi 8th October / Ottobre, 2009, 06:50 GMT Comitato dei Savi Anziani di Africa, ha pubblicato la sua relazione sul Darfur Questioni Autorità dei Savi Anziani di Africa per l'Unione africana, presieduto dall'ex presidente sudafricano Thabo Mbeki, la sua relazione finale Giovedi sulla realizzazione di pace, la giustizia e la riconciliazione nella regione sudanese del Darfur. L'Unione africana ha istituito questo organismo per aiutare a trovare una soluzione politica al conflitto in Darfur. Ma i critici ritengono un tentativo da parte dell'Unione africana al fine di evitare la cooperazione con il Tribunale penale internazionale in caso di accuse contro il presidente sudanese al Omar-Bashir. Il corpo degli anziani nel mese di agosto ha confermato la necessità della partecipazione delle persone nella regione del Darfur elezioni prossimo, dovuti in Sudan nel mese di aprile del prossimo anno. Mbeki ha detto che le raccomandazioni della Commissione da presentare alla Unione europea, è stato sostenuto da diversi gruppi dentro e fuori dal Sudan. Egli ha sottolineato che l'aspetto autorità presso le cause alla base del conflitto in Darfur, e ha studiato un quadro per una soluzione politica attraverso i negoziati con il coinvolgimento delle parti direttamente correlate al fatto che la crisi, e per ottenere giustizia in Darfur attraverso i meccanismi e le istituzioni, con la fiducia di tutti.
BBC Arabic



آخر تحديث: الاربعاء, 7 أكتوبر/ تشرين الأول, 2009, 17:00 GMT
إيطاليا: إلغاء قانون يمنع محاكمة برلسكوني
أصدرت المحكمة الدستورية الإيطالية اليوم الأربعاء قرارا ألغت بموجبه القانون الذي كان يمنح الحصانة لكبار المسؤولين في الدولة، بمن فيهم رئيس الحكومة سيلفيو برلسكوني الذي يواجه تهما بالفساد، ويمنع ملاحقتهم القضائية طيلة فترة وجودهم في مناصبهم.
وقالت المحكمة في قرارها إن القانون الذي أصدره البرلمان الإيطالي العام الماضي، الذي يسيطر عليه أنصار برلسكوني، والمعروف بقانون "الفانو"، "مخالف لمبدأ المساواة بين المواطنين أمام القانون".
ووافق قضاة المحكمة، البالغ عددهم خمسة عشر قاضيا، بالإجماع على إلغاء هذا القانون.
"إن المحكمة الدستورية هي أداة بيد اليسار"
سيلفيو برلسكوني، رئيس الحكومة الإيطالية
وفي أول رد فعل على قرار المحكمة، وهي أعلى محكمة في البلاد، قال برلسكوني إنه سوف يواصل ممارسة مهامه على رأس الحكومة "على الرغم من صدور قرار المحكمة الدستورية."
وقال برلسكوني: "إن المحكمة الدستورية هي أداة بيد اليسار" المعارض لحكومته.
وجاء الطلب بالنظر في القانون بناء على طلب محكمتي ميلانو وروما اللتين تنظران في دعاوي قضائية مرفوعة ضد برلسكوني.
وكان قانون الفانو اعتمد في تموز/يوليو 2008 بعد ستة اسابيع فقط من عودة برلوسكوني الى السلطة.
وكان برلسكوني عند سن القانون يواجه عدة قضايا في المحاكم، منها قضية متورط فيها المحامي البريطاني ديفيد ميلز والذي اتهم بيرلسكوني برشوته ليدلي بشهادة زور.
وحكم على ميلز، الذي قال وقتها انه بريء (وكان زوج وزيرة الثقافة في حكومة توني بلير، تيسا جويل)، في فبراير بالسجن اربع سنوات ونصف.
وتقدم الادعاء في تلك القضية، وفي قضيتين اخريين، باستئناف للمحكمة الدستورية يدفع بان الحصانة تضع برلسكوني فوق القانون ومن ثم يجب الغاؤها.
من شان هذا القرار فتح الباب امام الادعاء عليه ومحاكمته وهو ما سيضعفه سياسيا في وقت نالت فضائح شخصية من شعبيته كما يقول مراسل بي بي سي في روما دنكان كنيدي.


BBC A



آخر تحديث: الخميس, 8 أكتوبر/ تشرين الأول, 2009, 06:50 GMT
لجنة حكماء افريقيا تصدر تقريرها حول دارفور
تصدر هيئة حكماء افريقيا التابعة للاتحاد الافريقي، والتي يرأسها رئيس جنوب افريقيا السابق ثابو مبكي، تقريرها النهائي الخميس حول تحقيق السلام والعدل والمصالحة في منطقة دارفور السودانية.
وكان الاتحاد الأفريقي قد انشأ هذه الهيئة للمساعدة في ايجاد حل سياسي للصراع في دارفور.
الا ان منتقديها يعتبرونها محاولة من الاتحاد الافريقي لتجنب التعاون مع المحكمة الجنائية الدولية في قضية الاتهامات الموجهة الى الرئيس السوداني عمر البشير.
وكانت هيئة الحكماء قد اكدت في اغسطس/ آب على ضرورة مشاركة سكان اقليم دارفور في الانتخابات القادمة المقررة في السودان في ابريل/ نيسان المقبل.
وقال مبيكي ان توصيات الهيئة التي سترفع الى الاتحاد لاقت تأييد جماعات مختلفة داخل وخارج السودان.
واشار الى ان الهيئة نظرت الى الاسباب الاساسية وراء الصراع في دارفور، ودرست وضع اطار للحل السياسي عبر المفاوضات مع اشراك الاطراف الحقيقة ذات الصلة المباشرة بالازمة، وتحقيق العدالة في دارفور عبر آليات ومؤسسات تتمتع بثقة الجميع.



BBC Arabic Ultimo aggiornamento: Mercoledì, 7 ottobre / October, 2009, 17:00 GMT Italia: l'abolizione del diritto di impedire il processo contro Berlusconi La Corte costituzionale italiana su Mercoledì ribaltato una decisione con cui la legge, che è stata concessa l'immunità per i funzionari statali di alto livello, tra cui il Primo Ministro Silvio Berlusconi, che affronta le accuse di corruzione, e di evitare procedimenti giudiziari per tutta la durata della loro permanenza in carica. Il giudice ha detto nella sua decisione che la legge emesso dal Parlamento italiano lo scorso anno, che è controllata dai sostenitori di Berlusconi, conosciuta come la legge "Alfano", "in contrasto con il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge". I giudici d'accordo, per un totale di quindici giudici all'unanimità di abrogare questa legge. "La Corte Costituzionale è uno strumento della sinistra" Silvio Berlusconi, primo ministro italiano Nella prima reazione alla decisione della Corte, il giudice più alta del paese, "Berlusconi ha detto che avrebbe continuato a esercitare le sue funzioni di capo del governo", nonostante la decisione della Corte Costituzionale ". Berlusconi ha detto: "La Corte Costituzionale è uno strumento della sinistra" l'opposizione al suo governo. La richiesta è arrivata in vista della legge, su richiesta dei Tribunali di Milano e Roma, che stanno valutando azioni legali contro Berlusconi. Alfano e la legge approvata nel luglio 2008 dopo appena sei settimane il ritorno di Berlusconi al potere. Berlusconi all'età di legge volti cause diverse, tra cui un caso in cui un avvocato britannico David Mills e Berlusconi, che era accusato di corruzione a lui a fare una falsa testimonianza. E lo stato di Mills, che ha detto al momento che lui è innocente (e il marito della cultura segretario nel governo di Tony Blair, Tessa Jowell), nel febbraio di quattro anni e mezzo. Il pubblico ministero in quel caso, e in altri due casi, hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale, sostenendo che Berlusconi ha l'immunità di sopra della legge e, pertanto, devono essere eliminate. Tale risoluzione aprire la porta, per la persecuzione e trial, che indeboliscono lo politicamente in un momento in guadagnato scandali personali della sua popolarità, dice la BBC Duncan Kennedy a Roma. BBC A Ultimo aggiornamento: Giovedi 8th October / Ottobre, 2009, 06:50 GMT Comitato dei Savi Anziani di Africa, ha pubblicato la sua relazione sul Darfur Questioni Autorità dei Savi Anziani di Africa per l'Unione africana, presieduto dall'ex presidente sudafricano Thabo Mbeki, la sua relazione finale Giovedi sulla realizzazione di pace, la giustizia e la riconciliazione nella regione sudanese del Darfur. L'Unione africana ha istituito questo organismo per aiutare a trovare una soluzione politica al conflitto in Darfur. Ma i critici ritengono un tentativo da parte dell'Unione africana al fine di evitare la cooperazione con il Tribunale penale internazionale in caso di accuse contro il presidente sudanese al Omar-Bashir. Il corpo degli anziani nel mese di agosto ha confermato la necessità della partecipazione delle persone nella regione del Darfur elezioni prossimo, dovuti in Sudan nel mese di aprile del prossimo anno. Mbeki ha detto che le raccomandazioni della Commissione da presentare alla Unione europea, è stato sostenuto da diversi gruppi dentro e fuori dal Sudan. Egli ha sottolineato che l'aspetto autorità presso le cause alla base del conflitto in Darfur, e ha studiato un quadro per una soluzione politica attraverso i negoziati con il coinvolgimento delle parti direttamente correlate al fatto che la crisi, e per ottenere giustizia in Darfur attraverso i meccanismi e le istituzioni, con la fiducia di tutti.

Tuesday 6 October 2009

Armi!












L’Iran e le nuove rotte delle armi



Scritto da Guido Olimpio
lunedì 05 ottobre 2009

...
WASHINGTON — Gennaio, area a nord di Khartoum, Sudan. In luogo sicu­ro si incontrano ufficiali dei pasdaran iraniani e contrabbandieri. Discutono sull’invio di armi verso la striscia di Ga­za, materiale destinato ai palestinesi di Hamas. Il vertice — secondo quanto ri­velato da fonti di intelligence al Corrie­re — si trasforma in uno scontro: quat­tro iraniani vengono assassinati in mo­do brutale per una questione di soldi.
In quegli stessi giorni caccia e velivoli senza pilota «sconosciuti» distruggono un convoglio di 28 camion nell’area di Port Sudan. Poi tocca ad un mercantile sospettato di trasportare munizioni e lanciagranate. Si scoprirà, dopo alcune settimane, che i raid sono stati condotti dall’aviazione israeliana.La duplice azione era mirata ad inter­rompere il «corridoio delle armi» in fa­vore dei militanti palestinesi. Una pipe­line alimentata dagli iraniani, decisi a sostenere Hamas ma anche ad allargare la loro influenza nel Continente nero. Come ha affermato il ministro degli Esteri di Teheran, Mottaki, il 2009 è una «pietra miliare» nei rapporti Iran-Africa. È quello che gli esperti chia­mano il safari dei mullah. Un’iniziativa di ampio respiro contrastata da egizia­ni, americani e israeliani. Una partita giocata con agenti segreti, diplomatici, apparati militari e traffici.Sull’agenda degli ayatollah, scritta dal dinamico presidente Ahmadinejad, ci sono cinque punti fermi, da consegui­re: 1) Accrescere il peso politico nel «continente più ricco del mondo»; 2) sviluppare rapporti economici; 3) esportare il credo rivoluzionario nelle comunità islamiche d’Africa con l’aiuto dell’Hezbollah libanese; 4) stabilire una presenza militare dove sia possibile; 5) mantenere ed estendere una rotta ma­rittima e terrestre che permetta all’Iran di trasferire armi verso nord e Gaza.Gli iraniani si sono mossi su due livel­li. Il primo trasparente: una serie di visi­te nel periodo 2008-2009 in paesi come il Kenya, Gibuti, Tanzania, Eritrea, Su­dan per firmare accordi bilaterali d’ogni tipo e mettere radici. Rilevante sotto questo profilo l’intesa con gli eritrei. La marina iraniana avrebbe ottenuto un ap­prodo sicuro nel porto di Assab, in Mar Rosso. E forse, aggiungono oppositori interni, anche l’autorizzazione a schiera­re un piccolo contingente di guardiani della rivoluzione. Con il pretesto di con­trastare la pirateria, Teheran ha inviato nella regione da 2 a 6 navi che, da un lato, hanno dato la caccia ai corsari, dal­­l’altra hanno creato uno scudo per i mer­cantili dei traffici. Una missione nella quale sono coinvolti nuclei di pasdaran che conducono operazioni di spionag­gio marittimo. Tengono d’occhio la flot­ta occidentale, eseguono attività di intel­ligence elettronico, aprono la rotta ai cargo pieni di armi.Il secondo livello della manovra è quello clandestino ed ha come piattafor­ma strategica il Sudan, dove sono arri­vati pasdaran del cosiddetto «Africa Corp» a presidio della «stazione» princi­pale nel traffico in favore di Hamas. Il materiale parte in nave dall’Iran, prose­gue verso l’Eritrea – ecco la ragione del corteggiamento politico - , quindi risale in direzione del territorio sudanese, con Port Sudan come snodo. Da qui pro­seguono verso il Sinai affidati ai clan be­duini che ne assicurano poi il passag­gio finale a Gaza attraverso i tunnel. Fonti dell’opposizione iraniana hanno rivelato che Teheran avrebbe anche rea­lizzato una fabbrica ad hoc per produr­re una versione speciale del missile Fajr 3, smontabile per essere contrabbanda­to con maggiore facilità.La filiera ha messo in allarme anche gli egiziani. Il Mukhabarat, l’attento ser­vizio segreto, ha iniziato a indagare con insistenza perché preoccupato di possi­bili contraccolpi interni. Ed ha scoperto due focolai pericolosi. Grazie ai contatti con i contrabbandieri, militanti islami­sti locali hanno ottenuto consigli tecni­ci dai gruppi di Gaza. Alcuni jihadisti egiziani, infatti, sono entrati – sempre attraverso i tunnel – nel territorio pale­stinese, quindi hanno fatto ritorno in Egitto. Non meno pericoloso il network creato dagli Hezbollah filo-ira­niani in collaborazione con l’Armata Qods, l’apparato per le operazioni riser­vate dei pasdaran. Uno di loro giunto al Cairo, nel 2006, con falsi documenti ira­cheni ha stabilito legami con abitanti del Sinai così come con i trafficanti. Do­po una serie di arresti gli 007 hanno ac­certato che, inizialmente, la cellula ave­va pensato di colpire obiettivi israelia­ni. Tra i bersagli considerati i turisti o le navi che risalgono Suez. Poi, i suoi supe­riori gli hanno ordinato di preparare ka­mikaze palestinesi destinati a missioni in Israele.Lo schema ha attirato l’attenzione dell’intelligence statunitense. Washin­gton, che ha il suo Comando Africa, te­me che il binomio Hezbollah-Iran pos­sa infiltrarsi in altri stati africani. In par­ticolare in quelli della zona occidentale dove vivono da decenni ricche comuni­tà sciite. Presenza assolutamente legitti­ma ma dietro la quale si nascondono, a volte, personaggi a rischio. Un sommer­so spesso in contatto con commercian­ti di pietre preziose d’origine libanese. Alcuni di loro collaborano con l’Hezbol­lah e versano una quota dei guadagni in favore del movimento.Accanto agli americani e, in concor­renza, si muovono gli israeliani. Prima degli iraniani hanno costruito rapporti con molti governi africani fornendo lo­ro assistenza per l’agricoltura e, natural­mente, aiuti militari. Una politica di ri­guardo sottolineata da un recente viag­gio nel Continente del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman che ha visita­to Etiopia, Kenya, Uganda, Nigeria e Ghana. Missione alla quale è stato dato un grande risalto dalla stampa di Geru­salemme che l’ha contrapposta aperta­mente all’attivismo iraniano. Così co­me il passaggio in Mar Rosso di sotto­marini israeliani, impegnati in esercita­zioni che gli esperti hanno legato ad un possibile attacco contro l’Iran. Nessuna pubblicità invece alle forniture di armi per l’esercito del Sud Sudan, tenace av­versario di Khartoum. C’è l’embargo Onu in vigore, ma viene spesso violato con grandi guadagni per chi riesce a piazzare fucili e tank.
da:corriere.it