Dall'Italia e dalle Regioni
DARFUR: "SUDAN NEGA VISTI, MISSIONE MILITARE ITALIANA NON PARTE"
(AGI) - Roma, 24 nov. - Il governo sudanese ha negato i visti ai militari italiani in procinto di partire per il Darfur a sostegno della missione di pace Unamid. Ne da' notizia l'associazione "Italians for Darfur" riportando quanto affermato dal sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga nel corso della seduta della Commissione Difesa al Senato dell'11 novembre scorso. "Come si evince dal resoconto della seduta -sottolinea l'associazione- il sottosegretario Cossiga ha confermato che dal gennaio 2009 per sei mesi era previsto l'invio di due velivoli e di un piccolo contingente, finanziato per circa 6 milioni di euro nell'ambito del decreto sulle missioni all'estero, ma quest'ultimo non e' mai partito perche' il governo sudanese non ha rilasciato i visti per i nostri militari". La missione italiana era stata annunciata dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nell'ambito dell'ultima discussione in parlamento sul rifinanziamento delle missioni militari all'estero. Resta il problema della destinazione delle risorse stanziate per la missione. Italians for Darfur auspica che "non siano utilizzate diversamente". "L'emergenza nella regione e nel Sud Sudan, dove la tensione in vista delle elezioni e del referendum per l'indipendenza e' sempre piu' alta, - conclude la nota - e' ancora pressante e il supporto del nostro Paese rimane fondamentale".
ESTERI
martedì 24 novembre 2009, 17:42
Sudan, la donna condannata per aver indossato i pantaloni fugge a Parigi
di Manila Alfano
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La giornalista sudanese Lubna Hussein, nota alle cronache per essere stata arrestata dopo aver indossato un paio di pantaloni a Khartoum, è riuscita ad aggirare il divieto di espatrio imposto dalle autorità del suo paese fuggendo a Parigi. La donna dopo essere stata fermata dalla polizia nel mese di luglio è stata poi condannata a un mese di carcere in modo da evitare la pena delle 40 frustate, comminata invece ad altre sue colleghe che con lei erano state fermate per lo stesso motivo. La pena prevedeva anche il divieto di espatrio dal Sudan, eppure è riuscita lo stesso ad arrivare in Francia dove pubblicherà il suo prossimo libro dal titolo: «40 frustate per i pantaloni» che, come si prevede, scatenerà non poche polemiche in patria. Il libro, per ora scritto in francese, sarà presto tradotto in arabo, inglese e swahili e contiene numerosi particolari inediti dell'arresto suo e di altre 12 donne che con lei erano solite indossare i pantaloni, abbigliamento considerato non consono a una donna nel paese arabo. «Migliaia di donne sono andate in prigione in Sudan per questo motivo - spiega - e non avevano nessuna possibilità di difesa».
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