domenica 13 dicembre 2009
Africa: un film arabo sul Darfur
Il regista egiziano Saied Hamid ha iniziato i preparativi per la realizzazione di un film dal titolo The Road to Darfur (La strada per il Darfur). La pellicola, la prima di un autore arabo sul tema, vuole correggere le concezioni errate sulle vicende del Paese diffuse nei media occidentali, anche se, come precisa l’Egyptian Gazette, non punterà a migliorare l’immagine del presidente sudanese Omar Al Bashir, contro il quale la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di cattura per crimini contro l’umanità e di guerra, in relazione alla guerra civile del Darfur. Il film, coprodotto dall’ambasciatore e uomo d’affari degli Emirati Arabi Uniti Sulaiman Al-Fahim, dovrebbe avere un budget di circa 10 milioni di dollari e un cast cosmopolita, con star e professionisti da Egitto, Sudan e Francia. Il film avrà due versioni: una in arabo e una internazionale in inglese.
[Maria Coletti]
Italia : rischio bancarotta?
Domenica 13 Dicembre 2009 07:48 Andrea
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Secondo le stime più recenti ed attendibili redatte sia dal FMI( Fondo monetario internazionale), dall’OCSE( Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) e dalla CIA(Central intelligence agency) tra gli stati mondiali meno virtuosi primeggia l ‘Italia. Solo 7 sono le nazioni che hanno un debito superiore al 100% del PIL. Le nazioni più indebitate sono lo Zimbabwe con un debito pari al 218,2% del PIL, seguito dal Libano con 186,6%, e udite udite, gli interessi bassi da pagare sui Bot appena emessi, ma dare l'1,84% lordo di interessi può causare, dopo questa fase di corsa ai titoli di Stato, una fuga dei risparmiatori nel futuro prossimo soprattutto se torneranno a salire i prezzi delle case e la Borsa si riprenderà dalle ultime mazzate. E allora? Tornerà di moda il vecchio discorso sul rischio bancarotta dell'Italia? Non è facile dirlo. Certo che gli investitori si sono assicurati maggiormente contro il default dell'Italia attraverso il cosiddetto CDS (il Credit Default Swap, è una polizza assicurativa che si contrae contro il rischio di fallimento di uno Stato e quindi sulla possibile insolvenza dei suoi titoli ) che per ogni altro Stato. Secondo il The Economist tra le nazioni a rischio l'Italia è al primo posto seguita a lunga distanza da Spagna, Germania, Brasile e Grecia. Ovviamente si tratta di un risultato ottenuto in tanti anni di ottima amministrazione della nostra nazione e del quale occorre ringraziare tutti i partiti e tutti i politici che hanno governato. Nessuno escluso! Ogni Italiano allora deve essere orgoglioso di avere avuto una classe politica come quella che abbiamo votato e che pur di continuare a governare ci ha dato questo grande regalo di un grande debito pubblico. Parliamo di circa 30 mila euro per ogni italiano residente. Ovviamente a questo debito occorre aggiungere i debiti della regione Calabria ( solo per la sanità si parla di altri 1000 euro per ogni calabrese) ed ancora i debiti del comune di Amantea. Allora è davvero difficile credere che lì’Italia sia a rischio bancarotta?
dal Giappone con un 170% (per la Cia, ma secondo il Fmi sarebbe secondo con un disavanzo del 198,6%). Al quarto posto la Jamaica con un 126,50%, al quinto posto contesto il Sudan con il 105,9%), al sesto l’'Egitto con il 105,8% ed al settimo l’Italia con il 104% A completare questa poco incoraggiante top ten Singapore con il 96,3%, le Seychelles con il 92,3% e la Grecia con l’89,5%( ma l’Ocse parla del 100%). Seguono la Germania che è al 20° posto, la Francia al 23°, gli Stati Uniti al 27°, il Regno Unito solo al 40°, la Spagna addirittura al 55° posto e la Cina al 90° con solo il 18,4% di debito. Tra i paesi più virtuosi la Libia. Ora, il debito pubblico si “combatte” con prestiti anche internazionali. Ovvio, allora, che gli investitori stiano attenti agli investimenti . Insomma l'Italia è nettamente la pecora nera dell'Europa e, salvo il Giappone, è il peggiore tra gli Stati maggiormente industrializzati. I dati sulla continua crescita del debito, del recente sforamento dei parametri di Maastricht e sul vertiginoso aumento della disoccupazione, non fanno altro che peggiorare la situazione in prospettiva futura. Un piccola boccata d'ossigeno sono
Africa: un film arabo sul Darfur
Il regista egiziano Saied Hamid ha iniziato i preparativi per la realizzazione di un film dal titolo The Road to Darfur (La strada per il Darfur). La pellicola, la prima di un autore arabo sul tema, vuole correggere le concezioni errate sulle vicende del Paese diffuse nei media occidentali, anche se, come precisa l’Egyptian Gazette, non punterà a migliorare l’immagine del presidente sudanese Omar Al Bashir, contro il quale la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di cattura per crimini contro l’umanità e di guerra, in relazione alla guerra civile del Darfur. Il film, coprodotto dall’ambasciatore e uomo d’affari degli Emirati Arabi Uniti Sulaiman Al-Fahim, dovrebbe avere un budget di circa 10 milioni di dollari e un cast cosmopolita, con star e professionisti da Egitto, Sudan e Francia. Il film avrà due versioni: una in arabo e una internazionale in inglese.
[Maria Coletti]
Italia : rischio bancarotta?
Domenica 13 Dicembre 2009 07:48 Andrea
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Secondo le stime più recenti ed attendibili redatte sia dal FMI( Fondo monetario internazionale), dall’OCSE( Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) e dalla CIA(Central intelligence agency) tra gli stati mondiali meno virtuosi primeggia l ‘Italia. Solo 7 sono le nazioni che hanno un debito superiore al 100% del PIL. Le nazioni più indebitate sono lo Zimbabwe con un debito pari al 218,2% del PIL, seguito dal Libano con 186,6%, e udite udite, gli interessi bassi da pagare sui Bot appena emessi, ma dare l'1,84% lordo di interessi può causare, dopo questa fase di corsa ai titoli di Stato, una fuga dei risparmiatori nel futuro prossimo soprattutto se torneranno a salire i prezzi delle case e la Borsa si riprenderà dalle ultime mazzate. E allora? Tornerà di moda il vecchio discorso sul rischio bancarotta dell'Italia? Non è facile dirlo. Certo che gli investitori si sono assicurati maggiormente contro il default dell'Italia attraverso il cosiddetto CDS (il Credit Default Swap, è una polizza assicurativa che si contrae contro il rischio di fallimento di uno Stato e quindi sulla possibile insolvenza dei suoi titoli ) che per ogni altro Stato. Secondo il The Economist tra le nazioni a rischio l'Italia è al primo posto seguita a lunga distanza da Spagna, Germania, Brasile e Grecia. Ovviamente si tratta di un risultato ottenuto in tanti anni di ottima amministrazione della nostra nazione e del quale occorre ringraziare tutti i partiti e tutti i politici che hanno governato. Nessuno escluso! Ogni Italiano allora deve essere orgoglioso di avere avuto una classe politica come quella che abbiamo votato e che pur di continuare a governare ci ha dato questo grande regalo di un grande debito pubblico. Parliamo di circa 30 mila euro per ogni italiano residente. Ovviamente a questo debito occorre aggiungere i debiti della regione Calabria ( solo per la sanità si parla di altri 1000 euro per ogni calabrese) ed ancora i debiti del comune di Amantea. Allora è davvero difficile credere che lì’Italia sia a rischio bancarotta?
dal Giappone con un 170% (per la Cia, ma secondo il Fmi sarebbe secondo con un disavanzo del 198,6%). Al quarto posto la Jamaica con un 126,50%, al quinto posto contesto il Sudan con il 105,9%), al sesto l’'Egitto con il 105,8% ed al settimo l’Italia con il 104% A completare questa poco incoraggiante top ten Singapore con il 96,3%, le Seychelles con il 92,3% e la Grecia con l’89,5%( ma l’Ocse parla del 100%). Seguono la Germania che è al 20° posto, la Francia al 23°, gli Stati Uniti al 27°, il Regno Unito solo al 40°, la Spagna addirittura al 55° posto e la Cina al 90° con solo il 18,4% di debito. Tra i paesi più virtuosi la Libia. Ora, il debito pubblico si “combatte” con prestiti anche internazionali. Ovvio, allora, che gli investitori stiano attenti agli investimenti . Insomma l'Italia è nettamente la pecora nera dell'Europa e, salvo il Giappone, è il peggiore tra gli Stati maggiormente industrializzati. I dati sulla continua crescita del debito, del recente sforamento dei parametri di Maastricht e sul vertiginoso aumento della disoccupazione, non fanno altro che peggiorare la situazione in prospettiva futura. Un piccola boccata d'ossigeno sono
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