Sudan and conflicts zones.

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Tuesday, 9 February 2010

Peace now !!!!!




08/02/2010
Sudan, storica visita del presidente del Ciad per raggiungere la pace in Darfur
Per la prima volta dal 2004, Idriss Deby incontra Al Bashir
Il presidente del Ciad Idriss Deby è atterrato nel Sudan per la prima volta dal 2004. Una storica visita che ha come tema centrale i colloqui di pace sulla martoriata regione del Darfur. I due paesi hanno combattuto per molti anni lungo il comune confine intorno al Darfur. La visita di Deby ha colto di sorpresa l'establishement di Khartoum, che ha sempre accusato il Ciad di sostenere i gruppi ribelli della regione in guerra. Stessa accusa dal Ciad al Sudan, accusato di sostenere le milizie armate dell'ovest del Ciad. Gli analisti hanno sempre sostenuto che i ribelli fungevano da linea di difesa extra per entrambi i paesi, una politica che però ha gravato ulteriormente sui drammatici problemi umanitari delle due zone.
Ad accogliere il presidente Deby, Omar al-Bashir, suo omologo sudanese. Una visita, questa, che comunque arriva dopo chiari segnali di distensione fra N'Djamena e Khartoum. Lo scorso mese i due paesi hanno firmato un accorto per mettere in sicurezza il confine. E, a differenza di molti altri tentativi rimasti sulla carta, questo trattato ha già dato i suoi primi frutti: una forza congiunta di 1500 uomini dispiegata lungo la frontiera.
L'incontro Deby- al Bashir, dunque, potrebbe far fare passi da giganti a questo nuovo corso. I due paesi restano ancora molto diffidenti l'uno verso l'altro, ma il fatto che la stabilità di entrambi dipenda da una pace vera e duratura sta portando i due leader a ravvedimenti e grandi gesti.Intanto, secondo stime delle Nazioni Unite, trecentomila persone sono morte in Darfur dall'inizio del conflitto, nel 2003. Una cifra non condivisa, però, da Khartoum che la definisce gonfiata per ragioni politiche.





Peace Reporter
Sudan, Lega Araba definisce inaccettabile decisione Cpi di riaprire procedimento contro Bashir
postato 20 ore fa da PEACE REPORTER
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In una nota diffusa nel fine-settimana dal Cairo, i 22 paesi della Lega Araba ribadiscono che l'azione della Cpi "ostacola gli sforzi arabi e africani per promuovere il processo di pace in Sudan" - La Lega Araba ha definito inaccettabile la recente decisione dei magistrati d'Appello della Corte penale internazionale (Cpi) di riaprire il procedimento contro il presidente sudanese, Omar Hassan el Beshir, per "genocidio". In una nota diffusa nel fine-settimana dal Cairo, i 22 paesi della Lega Araba ribadiscono che l'azione della Cpi "ostacola gli sforzi arabi e africani per promuovere il processo di pace in Sudan". L'agenzia di stampa Misna riferisce che l'organismo panarabo avrebbe convocato una riunione straordinaria interamente dedicata al Darfur che si terrà il 14 febbraio a el-Fasher, capitale del Nord Darfur. E' proprio qui, in uno dei tre stati che compongono l'omonima regione occidentale sudanese, che dal febbraio 2003 un conflitto interno sta provocando una grave crisi umanitaria. La critica della Lega Araba si unisce a quella dell'Unione Africana, che venerdì aveva definito dannosa per la pace l'ultima decisione della Cpi sulla vicenda Beshir. Il giorno prima che i magistrati della Corte penale internazionale si esprimessero sulla possibilità di valutare nuovamente un'incriminazione per genocidio del presidente Beshir, Unione Africana e Lega Araba avevano anche proposto un emendamento allo Statuto di Roma, atto costitutivo della Cpi, chiedendo un ruolo dell'Assemblea generale dell'Onu (e non solo del più ristretto Consiglio di sicurezza) nelle questioni della Corte. Unione Africana, Lega Araba e Movimento dei paesi non allineati hanno da sempre giudicato inopportuno il procedimento giudiziario avviato dalla Cpi contro il presidente sudanese in carica proprio in un momento così delicato della storia sudanese come quello attuale. Tante le questioni aperte: i colloqui di pace per il Darfur, le elezioni presidenziali ad aprile e il referendum sull'autonomia del Sud il prossimo anno. Si tratterebbe infatti di un processo più dettato da logiche politico-economiche di alcune potenze internazionali che da una vera volontà di giustizia. Le accuse della Cpi, secondo questi organismi sovranazionali, rischiano di far saltare la delicata situazione sudanese.
La pace depende anche dell Movimenti di liberazione non solo governo Sudanese insomma che soffre la guerra sta sotto la tenda non in ufficio................................azim

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