
Darfur/ Ribelli e governo a colloquio, presente inviato Usa
di Apcom
Si tratta a Doha di questioni umanitarie e prigionieri
Doha, 6 mag. (Apcom) - Il più attivo dei gruppi di ribelli del Darfur, Movimento per la giustizia e l'uguaglianza (Jem), ha ripreso oggi a Doha i colloqui con il governo sudanese, precisando di voler discutere solo di questioni umanitarie e della liberazione dei prigionieri. I colloqui si svolgono alla presenza dell'inviato speciale Usa per il Sudan, Scott Gration, e di intermediari dell'Onu e del Qatar. "Abbiamo incontrato l'inviato americano, che ha cercato di includere la tregua nell'ordine del giorno della discussione, ma ha fallito - ha detto alla France presse un leader del Jem, Tahir el-Feki - allora abbiamo deciso di inviare a Doha una delegazione per discutere delle questioni in sospeso, risolverle e dare così il via al processo di pace. Non ci sarà quindi alcuna discussione sulla tregua, quanto piuttosto sulle questioni in sospeso: la situazione umanitaria in Darfur e la liberazione dei prigionieri". A Doha, il rappresentante del Jem, Ahmed Hussein Adem, ha dichiarato alla stampa che "la situazione umanitaria in Darfur è diventata troppo difficile e occorre che tornino le ong". Il 20 marzo scorso, il Jem aveva deciso di non prendere parte a nuovi colloqui di pace a Doha, accusando Khartoum di aver violato accordi già siglati con la sua decisione di espellere 13 organizzazioni umanitarie internazionale dal Darfur. Le autorità sudanesi hanno accusato le ong di aver collaborato con la Corte penale internazionale dell'Aia (Cpi), che il 4 marzo scorso ha spiccato un mandato di arresto contro il Presidente sudanese Omer Hassan al Bashir per crimini di guerra e contro l'umanità commessi nella regione. I ribelli avevano posto come condizione per la ripresa del negoziato il rientro nel Paese delle ong. Khartoum e il Jem hanno firmato il 17 febbraio scorso a Doha una 'dichiarazione di intenti', un'intesa preliminare a un accordo-quadro per una conferenza di pace sul Darfur. La guerra civile in corso nella regione occidentale del Sudan dal 2003 ha causato finora 300.000 morti e 2,7 milioni di profughi e sfollati. (fonte Afp)
السودان يبدي استعداده لاستقبال منظمات اغاثة جديدة
اعلن السودان أنه "لن يغلق الباب" أمام منظمات الاغاثة الاجنبية الراغبة في العمل في البلاد.
لكن رئيس لجنة المعونة الانسانية الحكومية حسبو محمد عبد الرحمن جدد رفض الخرطوم التراجع عن قرارها السابق بطرد 13 منظمة أجنبية.
وكان السلطات السودانية أصدرت أمراً بطرد تلك المنظمات في مارس/ آذار الماضي رداً على اصدار محكمة الجنايات الدولية مذكرة اعتقال بحق الرئيس عمر البشير على خلفية ارتكاب جرائم حرب وجرائم ضد الانسانية في دارفور.
وأضاف عبد الرحمن لدى استقباله استقباله مسؤول الاغاثة الانسانية في الأمم المتحدة أن أي منظمة غير حكومية تنطبق عليها المعايير محل ترحيب، مشيراً إلى أنه حتى المنظمات الامريكية والبريطانية والفرنسية يمكنها العمل في السودان.
وقال عبد الرحمن إن السودنة لا تعني إغلاق الباب أمام المعونة الخارجية.
وعلى الرغم من تأكيده أن المنظمات السودانية سدت الثغرة التي خلفتها الجهات المطرودة، إلا أن منظمات الاغاثة الاجنبية تشكك في ذلك.
يذكر أن تقديرات الأمم تشير إلى سقوط ما يصل إلى 300 ألف قتيل ونزوح أكثر من 2.7 مليون شخص عن ديارهم جراء الصراع الدائر في اقليم دارفور، بينما تقول الخرطوم إن 10 آلاف فقط قتلوا في الصراع.
موضوع من BBCArabic.com
La prossima scrivo su armamente e scudi Sudanese .......................................azim
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