Ci sono uomini che nascono con una grande anima, uno di questi è senz’altro Daoud Hari, autore del bellissimo libro autobiografico Il traduttore del silenzio (piemme edizioni). L’ho intervistato per il Giornale. Non lo conoscevo e ne sono rimasto conquistato. Per capire la tragedia del Darfur e del popolo degli zaghawa, le sue pagine autobiografiche valgono più di qualunque approfondimento. Ma anche se non siete interessati al dramma di questa regione del Sudan, ascoltatelo.Scoprirete un uomo che è stato testimone di orrori inimmaginabili, che è stato torturato e più volte sul punto di essere giustiziato: chiunque di noi sarebbe rimasto segnato per sempre. Lui no, è riuscito a reagire nel modo giusto, a non perdere il gusto della vita. Dice: “Ho superato momenti atroci ripetendomi che dovevo trovare il modo di ridere un pochino ogni giorno, malgrado tutto, o il mio cuore avrebbe finito per esaurire quella felicità che lo fa battere“. Nelle sue parole non c’é traccia di odio, né di rancore. Se fosse cattolico sarebbe un francescano sulla via della beatitudine, se fosse ebreo sarebbe un Giusto, ma Daoud è solo un figlio del Darfur e della grandezza di una saggezza che in lui è innata. E’ un uomo straordinario che non si considera un maestro né un eroe, ma solo una persona che “cerca di vivere degnamente su questa terra“. Spendete pochi minuti per leggere la sua testimonianza, pubblicata sul Giornale un paio di giorni fa, non può che far bene.
Marcello Foa è nato a Milano nel 1963, è sposato e ha tre figli. Laureato in Scienze politiche all’Università degli Studi di Milano, ha iniziato la carriera giornalistica a Lugano nel 1984 alla Gazzetta Ticinese e poi al Giornale del Popolo, due quotidiani ticinesi. Nel 1989 è stato assunto al Giornale con la qualifica di vicecaporedattore esteri. Nel 1993 Indro Montanelli, all’epoca direttore del Giornale, lo ha nominato caporedattore esteri, incarico mantenuto per 12 anni.Dall’agosto 2005 è inviato speciale di politica internazionale con particolare attenzione per Russia, Francia, Germania, Turchia, Stati Uniti, il processo di unificazione europea e le questioni geostrategiche.Ha collaborato con numerose testate radiotelevisive, italiane e straniere tra cui Bbc Radio.Nel 2004 ha cofondato l’Osservatorio europeo di giornalismo (Ejo) presso l’Università della svizzera italiana (Usi) di Lugano. Ha focalizzato le proprie ricerche accedemiche sul fenomeno dello spin, finalizzandole nel saggio
Solo voriei che sapete qualcosa di questi testimonianza ed il giornalista che ha intervestato questo ragazzo......................................................................azim
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